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“Ho una relazione fantastica con i soldi. Li uso per comprare la mia libertà.” ( Gianni Versace)
Dopo due episodi si può dire che il vero protagonista del nuovo show targato FX non è Gianni Versace, bensì Andrew Cunanan. La sua ricerca ossessiva di fama, soldi e gloria lo porteranno a contatto con lo stilista di Reggio Calabria, idolatrato e al tempo stesso odiato. L’assassino, interpretato superbamente da Darren Criss, star di Glee, cattura subito l’attenzione dello spettatore: bugiardo patologico, eccentrico e vanitoso, si specializza nel sedurre ricchi anziani gay non dichiarati, risultando essere un folle sì, ma troppo intelligente per essere uno qualunque. Nella sua spirale di lucida follia, va ad occupare gran parte della puntata, più dinamica e con un maggior appeal rispetto alla season premiere. Tante piccole e fortunate coincidenze (la mancata denuncia o il ritardo nell’arrivo degli identikit) aiuteranno poi Cunanan a compiere il quinto e più celebre omicidio della sua vita. In questo secondo episodio il personaggio di Donatella Versace, interpretata da Penelope Cruz, trova finalmente più spazio. Il maggior screen time dedicato al character permette una più approfondita caratterizzazione psicologica, necessaria dopo le brevi apparizioni del primo episodio. La performance dell’attrice spagnola merita una menzione a parte: nonostante possa sembrare spesso non all’altezza, se si andasse a recuperare una qualsiasi intervista della sorella di Versace, la somiglianza nei modi di fare e nel parlato risulta subito molto evidente, riabilitando così la prova della Cruz, che a una prima visione potrebbe sembrare non adeguata.
A spiccare negativamente è invece l’interpretazione di Ricky Martin, nei panni del compagno di Versace. Una prova, quella del celebre cantante, oscena e a dir poco imbarazzante. Risulta inspiegabile la scelta di affidare un ruolo così importante ad un attore non professionista e piuttosto che prendersela con lui, sarebbe opportuno licenziare immediatamente chi ha deciso di portarlo in scena.
Andrew Cunanan: “I haven’t done anything in my life. This is the truth.”
Questo episodio racconta le azioni del serial killer nei giorni precedenti all’assassinio, ma va anche a sviscerare i rapporti complicati tra Donatella Versace, il fratello e Antonio D’amico, nonchè aspetti controversi della vita personale dello stilista. La serie, basata sul libro di Maureen Orth, si occupa anche di verità non accertate della vita privata di Gianni, come la presunta malattia, sempre smentita dalla sorella. La sfilata di moda del 1997 che viene mostrata è un’evidente metafora dal duplice significato; da una parte il ritorno alla vita e al suo lavoro di successo dello stilista italiano, finalmente guarito dopo anni di cure, dall’altra la sposa velata che chiude la sfilata, simbolo di un matrimonio felice a cui Gianni aspira, ma che non potrà mai avere. La narrazione procede piacevolmente e senza intoppi, con i due filoni principali che occupano l’intero episodio senza che vengano aperte eccessive sottotrame.
Una bellissima fotografia accompagna lo spettatore durante l’intera puntata, unita a una colonna sonora perfetta in questo episodio, che viene utilizzata per evidenziare momenti particolarmente importanti, come Cunanan che canta Gloria a squarciagola dopo aver ascoltato il suo nome alla radio. Lo show va a ricostruire egregiamente l’ambiente omosessuale statunitense nella Miami degli anni ’90; le spiagge frequentate solo da omosessuali, così come le discoteche, mostrano come in quegli anni l’omosessualità venisse vista ancora con disprezzo e associata a una vita dissoluta e riprovevole. Si ha la netta sensazione che nemmeno la polizia voglia addentrarsi troppo in quel mondo, luccicante all’esterno ma oscuro ai più, ritenuto troppo sporco e per questo ghettizzato in determinati ambienti, senza dimenticare l’enorme diffusione dell’HIV, mai affrontata pubblicamente dalle autorità americane. Un’altra tematica interessante affrontata, è quella dell’eccessiva magrezza delle modelle all’interno del mondo della moda, discussione iniziata proprio durante quel periodo e attuale ancora oggi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo un’esitante season premiere questa seconda stagione riparte con un validissimo episodio sotto ogni punto di vista, escluso Ricky Martin. Le note positive sono tante, tuttavia manca ancora qualcosa per la benedizione finale e si spera che nei prossimi episodi il livello dello show continui a salire. Ad ora la valutuazione più giusta è un Thank Them All più meritato che mai.
The Man Who Would Be Vogue 2×01 | 2.22 milioni – 0.7 rating |
Manhunt 2×02 | 1.42 milioni – 0.4 rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.