Superato il trauma del recap stagionale, obiettivo solo in parte raggiunto dai primi due episodi stagionali, Sneaky Pete entra nel vivo muovendo i primi passi verso il nucleo centrale della narrazione, e lo fa concentrandosi in particolare su Pete (quello vero) e sulla misteriosa figura della madre, avvistata l’ultima volta nella località di Sedona. Nonostante l’abbandono provvidenziale dello schema procedurale avvenuto all’inizio della stagione scorsa, la serie ha più volte mostrato l’intenzione di voler conservare una sorta di routine all’interno dei suoi episodi e quindi, seguendo questa particolare tendenza, anche in “Man On The Run” assistiamo all’ennesima “truffa di puntata”, stavolta ai danni dell’ingenuo evaso di prigione.
La natura quasi fanciullesca di Pete porta immediatamente chi guarda a schierarsi dalla sua parte, alimentando ulteriormente il conflitto interiore che nasce nello spettatore in merito al giudizio morale nei confronti di Marius, costantemente ad un passo dal crollo del suo gigantesco castello di bugie. Il vero colpo di scena, però, non sta tanto nella localizzazione della famigerata madre, bensì nella scoperta relativa alla persona a cui appartengono gli undici milioni di dollari: il proprietario del centro di stoccaggio, nonché criminale incallito a cui piace sciogliere gengive altrui nell’acido, Luka Delchev. Facciamo quindi la conoscenza, anche se non in carne ed ossa, di quello che presumibilmente sarà il villain principale di stagione. Villain che, tra l’altro, ancor prima di fare la sua comparsa ha già posto Marius nella situazione di essere completamente da solo, abbandonato dall’unica persona disposta ad aiutarlo con i suoi vari teatrini.
Parallelamente alla storyline principale che coinvolge appunto real e fake Pete, ruotano poi altre trame con dell’ottimo potenziale, a partire dalla comparsa del figlio del sicario morto, alla ricerca della verità e disposto anche ad uccidere chiunque provi ad intralciarlo, giunto qui al faccia a faccia con Otto. Si aggiunge così un’altra minaccia alla già complessa situazione della famiglia Bernhardt, tenuta in scacco sia da criminali che da tutori della legge e potenzialmente ad un passo dalla catastrofe. L’indagine sul caso Winslow rappresenta forse la storyline più debole tra quelle proposte in parallelo al segmento principale di Marius, non tanto dal punto di vista delle intenzioni quanto invece da quello dello sviluppo narrativo, condizionato da un avvenimento, la scoperta della gocciolina di sangue sul bocchettone dell’aria condizionata, abbastanza prevedibile e forse anche un po’ forzata nelle dinamiche che hanno portato al suo rinvenimento.
A complicare ulteriormente la situazione abbiamo infine Carly, giunta sul finale di puntata nella camera dove alloggia suo cugino (quello vero stavolta), e quindi ad un passo dalla scoperta della vera identità di Marius. L’indagine personale della ragazzina giovane ma in gamba non è certo lo spunto narrativo più originale visto in televisione, questo va detto, d’altra parte però, considerato l’ampio calderone delle sotto-trame buttato sul fuoco quest’anno e le conseguenze che ognuna di esse potrebbe avere su Marius e sui vari membri della famiglia Bernhardt, nel complesso finisce col funzionare, non tanto nella sua singolarità quanto invece come ingranaggio dell’intera macchina narrativa. Si potrebbe storcere il naso sulla facilità con cui la ragazzina riesce a piazzare un localizzatore nella macchina di un truffatore professionista abituato ad effettuare lui stesso questo genere di mosse ma, d’altra parte, data la necessità di gestire – con una foga a tratti eccessiva – una moltitudine di trame e sotto-trame strettamente connesse l’una all’altra, qualche volta occorre chiudere un occhio su questo genere di pignolerie e accontentarsi della scusante universale “vabbé, alla fine è umano pure lui”.
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Inside Out 2×02 | ND milioni – ND rating |
Man On The Run 2×03 | ND milioni – ND rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.