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Mamma Netflix è una mamma decisamente particolare, difficilmente paragonabile alle altre e con una marea di pregi e difetti. Una delle sue deficienze più evidenti è che rompe la regola numero uno delle madri con più figli: non avere preferenze. Come si è facilmente notato, le serie che vengono più pubblicizzate dal servizio streaming on demand, almeno nell’ultimo periodo, sono show con protagonisti teenager, specialmente quelli a carattere fantascientifico o fantasy. Questo trend è ovviamente partito da Stranger Things, il bambino prodigio di Netflix che ha impressionato tutto il mondo, e continua tutt’ora con serie spammate ovunque come Lost In Space e The Rain. Purtroppo il colosso statunitense non tratta tutte le serie nello stesso modo, alcune le inserisce nel catalogo davvero in sordina e lo spettatore se le trova tra le suggerite senza nemmeno accorgersene: è questo il caso di Safe.
La serie ideata da Harlan Coben, famoso scrittore statunitense di romanzi gialli e thriller che vede come protagonista assoluto Michael C. Hall, ha subito un impacchettamento mediatico davvero orripilante, ovvero Netflix l’ha diffusa al pubblico in sordina, pubblicizzandola il meno possibile, quasi a farlo apposta per non far accorgere i telefilm addicted dell’uscita della serie. Molto probabile è che tale scelta sia stata fatta per motivi economici, in quanto non si può promuovere tutte le serie allo stesso modo, ma alla luce di quanto visto in questo pilot, sembrerebbe che lo servizio streaming più famoso al mondo abbia commesso un errore.
Questo nuovo thriller seriale non è ai livelli di un altro grande show dal genere più o meno simile come Mindhunter, tuttavia, almeno dal pilota preso oggi in considerazione, sembra promettere bene e il lavoro svolto da Michael e colleghi è davvero onesto. È giusto premettere, per chi leggerà questa recensione prima di iniziare la serie, che non assisterà alla “serie della vita” e che non è nemmeno perfetta in quanto non è esente da certe difetti, ma se si cerca una serie con una trama avvincente e un’atmosfera intensa non si può che iniziarla.
Il fu Dexter Morgan, qui conosciuto come Tom Delaney, è un chirurgo affermato al quale è morta la moglie un anno prima del presente della serie per colpa di un terribile cancro. Rimasto vedovo con due figlie a carico, dai venti minuti di introduzione prima dell’inizio dei problemi, si comprende quanto soffra per la dipartita della donna della sua vita e che cerchi in tutti i modi di essere il miglior padre possibile. Anche se un po’ creepy per la storia dei messaggi spiati dal cellulare della figlia sedicenne con un app appositamente installata per non farsi notare. Nel giorno stesso della sua scappatella con Sophie Manson, interpretata da Amanda Abbington, attrice famosa per diversi personaggi in altre serie tra cui la Mary Morstan di Sherlock, sua figlia Jenny, la sedicenne, scompare con il suo ragazzo Chris. Oltre a questo, che potrebbe benissimo essere il plot fatto e finito, ci sono diverse chicche, altre mini storyline tra i personaggi presentati in questi quarantacinque minuti. Tra quelle presenti la più importante è sicuramente quella che vede Zoe Chahal, la madre di Chris, denunciata alla polizia per una presunta relazione con un ragazzo minorenne della scuola in cui insegna. A fare da detective non è niente po’ po’ di meno che Sophie, ragazza segreta di Tom, la quale condivide la residenza con l’ex marito ubriacone e fannullone Josh.
Ad infittire notevolmente la trama sono le palesi bugie e gli sciocchi comportamenti dei ragazzi che hanno visto per ultimi la coppia di fidanzatini scomparsi. Una su tutte quella che ha organizzato la festa, Sia. Inoltre, a fine episodio, si scopriranno due fatti estremamente interessanti, ma di solo uno è a conoscenza anche Tom. Da un video mostrato al protagonista indiscusso, si scoprirà che nel bel mezzo della festa Jenny è salita in macchina con il miglior amico del chirurgo, senza che questo gli abbia mai detto nulla. L’altro fatto, che chiude anche l’episodio, è la scoperta del padre di Sia, cioè il ritrovamento del cadavere di Josh nel congelatore, probabilmente deceduto in piscina.
Detto questo, “Episode 1” non è sicuramente un pilot perfetto, in certe parti la sceneggiatura non è niente di che (colpa dei cliché), così come la recitazione generale, tolti ovviamente Hall e Abbington che spiccano su tutti gli altri, in primis sui giovani attori, ma il coinvolgimento seriale rimane alto, così come la curiosità attorno ad ogni singolo enigma palesatosi durante l’episodio.
La serie ideata da Harlan Coben, famoso scrittore statunitense di romanzi gialli e thriller che vede come protagonista assoluto Michael C. Hall, ha subito un impacchettamento mediatico davvero orripilante, ovvero Netflix l’ha diffusa al pubblico in sordina, pubblicizzandola il meno possibile, quasi a farlo apposta per non far accorgere i telefilm addicted dell’uscita della serie. Molto probabile è che tale scelta sia stata fatta per motivi economici, in quanto non si può promuovere tutte le serie allo stesso modo, ma alla luce di quanto visto in questo pilot, sembrerebbe che lo servizio streaming più famoso al mondo abbia commesso un errore.
Questo nuovo thriller seriale non è ai livelli di un altro grande show dal genere più o meno simile come Mindhunter, tuttavia, almeno dal pilota preso oggi in considerazione, sembra promettere bene e il lavoro svolto da Michael e colleghi è davvero onesto. È giusto premettere, per chi leggerà questa recensione prima di iniziare la serie, che non assisterà alla “serie della vita” e che non è nemmeno perfetta in quanto non è esente da certe difetti, ma se si cerca una serie con una trama avvincente e un’atmosfera intensa non si può che iniziarla.
Il fu Dexter Morgan, qui conosciuto come Tom Delaney, è un chirurgo affermato al quale è morta la moglie un anno prima del presente della serie per colpa di un terribile cancro. Rimasto vedovo con due figlie a carico, dai venti minuti di introduzione prima dell’inizio dei problemi, si comprende quanto soffra per la dipartita della donna della sua vita e che cerchi in tutti i modi di essere il miglior padre possibile. Anche se un po’ creepy per la storia dei messaggi spiati dal cellulare della figlia sedicenne con un app appositamente installata per non farsi notare. Nel giorno stesso della sua scappatella con Sophie Manson, interpretata da Amanda Abbington, attrice famosa per diversi personaggi in altre serie tra cui la Mary Morstan di Sherlock, sua figlia Jenny, la sedicenne, scompare con il suo ragazzo Chris. Oltre a questo, che potrebbe benissimo essere il plot fatto e finito, ci sono diverse chicche, altre mini storyline tra i personaggi presentati in questi quarantacinque minuti. Tra quelle presenti la più importante è sicuramente quella che vede Zoe Chahal, la madre di Chris, denunciata alla polizia per una presunta relazione con un ragazzo minorenne della scuola in cui insegna. A fare da detective non è niente po’ po’ di meno che Sophie, ragazza segreta di Tom, la quale condivide la residenza con l’ex marito ubriacone e fannullone Josh.
Ad infittire notevolmente la trama sono le palesi bugie e gli sciocchi comportamenti dei ragazzi che hanno visto per ultimi la coppia di fidanzatini scomparsi. Una su tutte quella che ha organizzato la festa, Sia. Inoltre, a fine episodio, si scopriranno due fatti estremamente interessanti, ma di solo uno è a conoscenza anche Tom. Da un video mostrato al protagonista indiscusso, si scoprirà che nel bel mezzo della festa Jenny è salita in macchina con il miglior amico del chirurgo, senza che questo gli abbia mai detto nulla. L’altro fatto, che chiude anche l’episodio, è la scoperta del padre di Sia, cioè il ritrovamento del cadavere di Josh nel congelatore, probabilmente deceduto in piscina.
Detto questo, “Episode 1” non è sicuramente un pilot perfetto, in certe parti la sceneggiatura non è niente di che (colpa dei cliché), così come la recitazione generale, tolti ovviamente Hall e Abbington che spiccano su tutti gli altri, in primis sui giovani attori, ma il coinvolgimento seriale rimane alto, così come la curiosità attorno ad ogni singolo enigma palesatosi durante l’episodio.
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Primo episodio della serie meno sponsorizzata di Netflix promossa con voti più che buoni. Un Michael C. Hall in formissima e una trama accattivante sono proprio quello che ci volevano. In più otto episodi da quarantacinque minuti sono un formato stagionale più che apprezzabile. Via al binge watching!
Episode 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.