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Orange Is The New Black 6×05 – Mischief MischiefTEMPO DI LETTURA 4 min

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Non si è sempre rivelato facile focalizzarsi su singoli episodi di stagioni che prevedono una visione senza sosta. In certi casi il giudizio del singolo episodio rischia anche di venire decontestualizzato dal lettore, magari già alle prese con gli eventi futuri narrati nello show. In questo momento storico però è invece più che mai utile soffermarsi sui singoli episodi di Orange Is The New Black. Perché?
La serie già nel recente passato ha dimostrato di soffrire per la dispersività causata dall’alto numero di personaggi, oltre che per gli episodi dall’abbondante minutaggio. Tali episodi vedevano una continua alternanza tra storyline tipicamente comedy – magari embrioni di importanti svolte di trama future, oppure semplici riempitivi – con vicende dall’alto tasso di intensità, come è normale che sia quando l’ambientazione principale è un carcere.
“Mischief Mischief” permette di porre una lente di ingrandimento su queste tematiche proprio perché, forse per la prima volta, è difficile, se non impossibile, caratterizzare l’episodio, vista la mancanza della focalizzazione su un personaggio specifico, condito dall’ormai classico flashback. Non che il flashback e la suddetta focalizzazione in passato abbiano mai spostato gli equilibri ritmici dell’episodio. Le sottotrame sono sempre state più o meno equamente distribuite senza una netta gerarchia verso il personaggio in questione.
La 6×05, in mancanza del flashback, sembra voler rovesciare (parzialmente) il punto di vista mantenuto finora, andando ad approfondire la vita di chi la rivolta della scorsa stagione l’ha vissuta passivamente: le guardie, Caputo, Coates, Fig, Linda. Dal divertente fanta-inmates che si candida a gran voce per poter essere in futuro causa scatenante di qualcosa, alla reazione al trauma da parte di McCullough; dalla situazione lavorativa di Caputo – lo spettatore è quasi portato a vedere la chiamata di Taystee come elemento di disturbo al delicato momento dell’ex direttore – alle nuove dinamiche di potere tra le due ex amanti di Joe che sicuramente andranno ad influenzare le vicende delle detenute.
Volendo così raccogliere elementi comuni dell’episodio, questa potrebbe essere la chiave di lettura. Ciò non toglie però, come detto in principio, che la dispersività sia ormai un marchio di fabbrica e che in questo episodio la faccia da padrona. Per questo motivo a inizio recensione si è detto che può essere utile fermarsi a riflettere su ciò che effettivamente accade nell’arco dei 50-60 minuti di puntata. Quando in 13 episodi non certo cortissimi, pensati per essere consumati avidamente in poco tempo, vengono disseminate qua e là svolte di trama effettivamente sconvolgenti, utili a giustificare il successo di stagioni e serie, inevitabilmente una buona quantità di momenti morti, di scenette quasi fan-service e di personaggi lasciati a vegetare passano inosservati. A onor del vero si deve dire che il ritmo ben scandito aiuta la visione, facendo scorrere momenti di cui ci si lamenta da diverse stagioni (confronti tra Alex e Piper su tutti), oppure sequenze riservate a personaggi che aumentano esponenzialmente la loro caricaturalità. Si pensi a Morello: una percentuale di episodio verte sulla scoperta di una famiglia di topi dietro al muro con tanto di dialogo con Nicky sul nome dei roditori. Il tutto culmina con uno scherzone fantastico alle detenute dell’altro blocco. Il dubbio che ciò possa portare a tessere un’unica tela narrativa è lecito, ancora più lecita la sensazione che però l’unico momento veramente importante dell’intero episodio sia l’aggressione a Maria Ruiz.
A proposito di Coates e Doggett, il dietrofront di Pennsatucky potrebbe verosimilmente rappresentare l’ennesimo tira e molla di questa grottesca storia d’amore. L’aggiunta dell’altra guardia a fare da terzo incomodo aggiunge una buona dose di nonsense. 
Sia chiaro, sicuramente asserzioni come quelle di questa recensione saranno smentite da sviluppi più o meno futuri. Ciò non toglie che, volendo soffermarsi sul singolo capitolo, Orange Is The New Black continua a dimostrare come l’impianto comedy e drama possano convivere tranquillamente, semplicemente fornendo ad ogni episodio il minutaggio per una parte e per un’altra. Scrivendo personaggi (intercambiabili tra loro, di episodio in episodio) che possano essere utili per far sorridere e intrattenere, contrapposti ad altri destinati a suscitare ansia, tristezza, orrore e pena. Il tutto mischiato nella stessa puntata. Come dire che è facile creare un piatto di carne e pesce mischiati. Basta mettere una spigola vicino a una bistecca.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Chi ha infilato la testa di Ruiz nel cesso?
  • Ritmo scorrevole anche nelle sequenze potenzialmente meno interessanti
  • Focus sulle guardie, Caputo e altri personaggi fuori dalla prigione
  • Morello e i topi
  • Frieda e Suzanne ridimensionate ad un ruolo di contorno in questo specifico episodio
  • Tira e molla Doggett-Coates

 

Volenti o nolenti, le serie Netflix ormai sono costruite per una rapida abbuffata (per riprendere l’analogia gastronomica) più che per una attenta analisi su elementi disseminati settimana dopo settimana. Orange Is The New Black in questi anni si è imposta come una delle serie più efficaci in questo senso. Ne sono testimonianza i numerosi riconoscimenti ottenuti. Ciò non toglie che nel corso di una sesta stagione alcuni schemi ricorrenti e alcuni vizi iniziano a essere maggiormente riscontrabili. Un episodio come “Mischief Mischief” ha al suo interno momenti destinati a passare in breve tempo nel dimenticatoio. Se non fosse per l’aggressione a Ruiz, elemento che scatena curiosità e voglia di proseguire con la visione, la 6×05 sarebbe difficile da salvare.

 

I’m The Talking Ass 6×04 ND milioni – ND rating
Mischief Mischief 6×05 ND milioni – ND rating

 

 
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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