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Fino a questo momento, non si può certo dire che Yellowstone non sia stato un successo, avendo registrato ascolti record per Paramount Network, il giovane network via cavo che si è recentemente specializzato nella produzione di serie tv originali. Certo, la critica statunitense non è stata particolarmente entusiasta dei primi episodi (come successo, tra l’altro, anche con Waco, l’altro prodotto originale della rete) ma, leggendo le critiche nello specifico, si nota come uno degli elementi evidenziato maggiormente risulti essere relativa al linguaggio, ritenuto troppo crudo e volgare, anche per dei personaggi che vivono e lavorano in un ranch in Montana.
Non si mettevano in discussione, invece, la recitazione di Kevin Costner o la qualità della sceneggiatura del candidato al premio Oscar Taylor Sheridan. Per quanto riguarda noi di RecenSerie, fino ad ora la valutazione dello show è stata prevalentemente positiva, con 5 thank them all e 2 save them all (insomma, mai un’insufficienza, e spesso e volentieri un risultato ben superiore alla sufficienza striminzita). Alla luce di questa alta considerazione, è ancora più doloroso constatare come, ad un passo dal season finale, si sia deciso di sfornare quello che, probabilmente, è l’episodio meno convincente (per non dire più deludente dell’intera stagione).
Le prime sette recensioni di Yellowstone sono accomunate, oltre che da un giudizio costantemente positivo, da una critica costante nei confronti di Beth Dutton; teoricamente, il suo personaggio sarebbe assolutamente interessante. Queste potenzialità, però, sono state costantemente sabotate da una caratterizzazione eccessivamente caricaturale e forzata, che hanno portato anche a comportamenti irrazionali ed esagerati. La speranza, espressa più volte, è quella di una normalizzazione del character (ciò non vuol dire, si badi bene, che si debba rinunciare a mostrare le sue fragilità caratteriali e le sue peculiarità, ma di inserirle in un contesto più funzionale alla narrazione e meno estemporaneo e pittoresco) con il proseguire della storia. Al contrario, invece, in questa puntata si è assistito al fenomeno inverso, ossia all’assunzione di comportamenti illogici e non ragionati da parte di tutto il resto del cast. Gli esempi a supporto di questa affermazione sono innumerevoli. Innanzitutto, John Dutton, trovatosi in una situazione di difficoltà, perde improvvisamente le staffe e rischia di compromettere definitivamente il suo futuro. L’aggressione fisica a Jamie è gravissima non solo per il gesto in sé, ma anche perché è rivolta verso l’unico figlio sul quale ha sempre potuto contare (dopo la morte di Lee). Jamie ha passato tutta la sua vita a lavorare per il bene del ranch e della dinastia dei Dutton; alla luce di tutto questo, risulta incomprensibile la reazione furiosa di suo padre, culminata con la cacciata dal ranch.
A parziale discolpa di John, si deve indicare un altro comportamento irrazionale, ossia quello della campaign manager di Jamie. Conoscendo la situazione tribolata dello Yellowstone, non si sa come mai abbia potuto pensare che riattaccare alle chiamate provenienti dal ranch potesse essere una buona idea (considerando anche che è stato John a spingere per la candidatura del figlio e che, senza il suo supporto, l’elezione sarebbe molto più difficile). Inoltre, non si capisce come (e perché) abbia assunto come assistente la giornalista sotto copertura, anche perché Sheridan ha deciso di non mostrare affatto tutto questo. Insomma, dopo aver lodato molte volte la sceneggiatura precisa e puntuale di Sheridan, questa volta non si possono che riservare aspre critiche allo sceneggiatore di Sicario e Hell Or High Water.
Non si mettevano in discussione, invece, la recitazione di Kevin Costner o la qualità della sceneggiatura del candidato al premio Oscar Taylor Sheridan. Per quanto riguarda noi di RecenSerie, fino ad ora la valutazione dello show è stata prevalentemente positiva, con 5 thank them all e 2 save them all (insomma, mai un’insufficienza, e spesso e volentieri un risultato ben superiore alla sufficienza striminzita). Alla luce di questa alta considerazione, è ancora più doloroso constatare come, ad un passo dal season finale, si sia deciso di sfornare quello che, probabilmente, è l’episodio meno convincente (per non dire più deludente dell’intera stagione).
Le prime sette recensioni di Yellowstone sono accomunate, oltre che da un giudizio costantemente positivo, da una critica costante nei confronti di Beth Dutton; teoricamente, il suo personaggio sarebbe assolutamente interessante. Queste potenzialità, però, sono state costantemente sabotate da una caratterizzazione eccessivamente caricaturale e forzata, che hanno portato anche a comportamenti irrazionali ed esagerati. La speranza, espressa più volte, è quella di una normalizzazione del character (ciò non vuol dire, si badi bene, che si debba rinunciare a mostrare le sue fragilità caratteriali e le sue peculiarità, ma di inserirle in un contesto più funzionale alla narrazione e meno estemporaneo e pittoresco) con il proseguire della storia. Al contrario, invece, in questa puntata si è assistito al fenomeno inverso, ossia all’assunzione di comportamenti illogici e non ragionati da parte di tutto il resto del cast. Gli esempi a supporto di questa affermazione sono innumerevoli. Innanzitutto, John Dutton, trovatosi in una situazione di difficoltà, perde improvvisamente le staffe e rischia di compromettere definitivamente il suo futuro. L’aggressione fisica a Jamie è gravissima non solo per il gesto in sé, ma anche perché è rivolta verso l’unico figlio sul quale ha sempre potuto contare (dopo la morte di Lee). Jamie ha passato tutta la sua vita a lavorare per il bene del ranch e della dinastia dei Dutton; alla luce di tutto questo, risulta incomprensibile la reazione furiosa di suo padre, culminata con la cacciata dal ranch.
A parziale discolpa di John, si deve indicare un altro comportamento irrazionale, ossia quello della campaign manager di Jamie. Conoscendo la situazione tribolata dello Yellowstone, non si sa come mai abbia potuto pensare che riattaccare alle chiamate provenienti dal ranch potesse essere una buona idea (considerando anche che è stato John a spingere per la candidatura del figlio e che, senza il suo supporto, l’elezione sarebbe molto più difficile). Inoltre, non si capisce come (e perché) abbia assunto come assistente la giornalista sotto copertura, anche perché Sheridan ha deciso di non mostrare affatto tutto questo. Insomma, dopo aver lodato molte volte la sceneggiatura precisa e puntuale di Sheridan, questa volta non si possono che riservare aspre critiche allo sceneggiatore di Sicario e Hell Or High Water.
“The choice was not to go. That’s not what you chose. My job is to protect our son, and the best way to do that is to keep him from your father – and keep him from you. It doesn’t mean I don’t love you, Kayce, ‘cause I do. I love you with my whole heart. I just love our son more.”
Le criticità della puntata, purtroppo, non sono finite qui. Nelle puntate precedenti, infatti, si era assistito a vari tentativi, da parte di Monica, di convincere Kayce a trasferirsi al ranch. Dopo l’aggressione subita (che, tecnicamente, avrebbe dovuto rafforzare la sua convinzione), e i conseguenti problemi di salute, la donna ha deciso che John è la causa di tutti i problemi della loro famiglia e che, per questo, anche Kayce doveva andarsene. Quello che stupisce non è tanto il ragionamento (che non è del tutto sbagliato), quanto la repentinità del cambio di opinione (senza dimenticare i problemi di memoria, evidenziati nella puntata precedente e del tutto accantonati subito dopo).
L’episodio, in ogni caso, non è del tutto da buttare. Molto interessante è, ad esempio, la storyline di Beth e della sua acquisizione delle quote della compagnia di Jenkins, così come i quella relativa ai problemi legali di Rip (e al suo salvataggio dell’agente ferita). Vanno sottolineate, infine, la costante crescita di Jimmy, che sta acquisendo sempre più rispetto, e le preoccupazioni del nuovo arrivato, che aveva sottovalutato il peso e il significato del marchio. Queste note positive, però, si riferiscono unicamente a vicende di contorno; per la prima volta, quindi, Yellowstone ha fallito nelle storyline principali, e questo è un campanello d’allarme da non sottovalutare.
L’episodio, in ogni caso, non è del tutto da buttare. Molto interessante è, ad esempio, la storyline di Beth e della sua acquisizione delle quote della compagnia di Jenkins, così come i quella relativa ai problemi legali di Rip (e al suo salvataggio dell’agente ferita). Vanno sottolineate, infine, la costante crescita di Jimmy, che sta acquisendo sempre più rispetto, e le preoccupazioni del nuovo arrivato, che aveva sottovalutato il peso e il significato del marchio. Queste note positive, però, si riferiscono unicamente a vicende di contorno; per la prima volta, quindi, Yellowstone ha fallito nelle storyline principali, e questo è un campanello d’allarme da non sottovalutare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ad un passo dal season finale, Yellowstone compie il primo grande passo falso di questa stagione. A malincuore, dunque, ci troviamo costretti a schiaffeggiare il prodotto di Taylor Sheridan
A Monster Is Among Us 1×07 | 2.08 milioni – 0.4 rating |
The Unravelling: Pt. 1 1×08 | 2.13 milioni – 0.4 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.