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Bill: “What are we doing?”
Donna: “I don’t fucking know.”
Donna: “I don’t fucking know.”
Un discorso tanto eloquente quanto quello sopra riportato racchiude alla perfezione le sensazioni dello spettatore relativamente a questo terzo episodio che oltre a mantenere pressoché intatta la storia (fatta esclusione, chiaramente, per la morte di Sadie) infarcisce gli oltre cinquanta minuti di scene prive di senso logico relativamente alla storia, con il risultato ultimo di portare una sola cosa in campo: una fortissima sonnolenza.
E’ una puntata che non funziona, questo terzo appuntamento della seconda stagione di Mr. Mercedes. E la motivazione forse più valida che si può trovare per questo non funzionamento era già stata ampiamente sviscerata in “Missed You”: la mancanza di Brady. La totale assenza o quanto meno l’eclissi (si spera momentanea) dalla scena del villain della serie ha senso nel momento in cui ci si deve relazionare con la staticità scenica che ora il suo personaggio si porta appresso: è evidente che essendo bloccato a letto Brady fatichi a bucare lo schermo come a più riprese era riuscito a fare durante la prima stagione. E’ quindi naturale questo voler mettere da parte il suo personaggio per dar modo alle spalle di scena, nonché personaggi secondari, di farsi apprezzare forse in misura maggiore. Tuttavia se questo era l’obbiettivo finale, “You Can Go Home Now” fallisce miseramente in ogni aspetto. Dopo una prima stagione succube di Bill e Brady risulta molto complicato, soprattutto se impostato a fasi alterne, poter reggere lo show senza uno dei due.
Bill stesso, in assenza della sua controparte malvagia, fatica nell’aver senso di esistere: il lavoro che svolge assume puntata dopo puntata sempre più un taglio ridicolo; risultano di gran poco interesse le sottotrame amorose in cui sta venendo coinvolto; tutta la porzione di trama in cui cerca di istruire Holly riguardo a come pedinare e non farsi beccare è un puro e semplice riempitivo e volutamente gettato all’interno della storia tanto per non far scomparire di scena la giovane ragazza.
Anche il ritorno di Jerome da Harvard non regala praticamente nulla alla storia, fatta esclusione per la conferma che ad Harvard non è che stia poi così bene.
Tornando a Brady, nelle precedenti due recensioni non si era giudicato in maniera eccessivamente negativa il controllo mentale di cui l’infermiera Sadie era vittima: sembrava rappresentare un espediente narrativo momentaneo, quasi fosse una fase prima dell’effettivo ritorno nel mondo reale e non onirico del killer della Mercedes. Ed invece, al terzo episodio, ancora nessuna vera avvisaglia per questo ritorno, ma piuttosto una lunga ed estenuante attesa che sta affievolendo sempre più le aspettative attorno a questa seconda stagione. Rimanendo in tema ospedaliero, i due medici coinvolti nella sperimentazione di cui Brady è cavia/soggetto principale sono pressoché spariti di scena, ricomparsi semplicemente per ricordare agli spettatori della loro esistenza prima di sprofondare nell’oblio dei personaggi nati male e sviluppati ancor peggio.
Una puntata inutile, pedante e soporifera. Si potrebbe tranquillamente saltare a piè pari e probabilmente la storia continuerebbe ad avere senso logico ed una apparente struttura ben organizzata.
E’ una puntata che non funziona, questo terzo appuntamento della seconda stagione di Mr. Mercedes. E la motivazione forse più valida che si può trovare per questo non funzionamento era già stata ampiamente sviscerata in “Missed You”: la mancanza di Brady. La totale assenza o quanto meno l’eclissi (si spera momentanea) dalla scena del villain della serie ha senso nel momento in cui ci si deve relazionare con la staticità scenica che ora il suo personaggio si porta appresso: è evidente che essendo bloccato a letto Brady fatichi a bucare lo schermo come a più riprese era riuscito a fare durante la prima stagione. E’ quindi naturale questo voler mettere da parte il suo personaggio per dar modo alle spalle di scena, nonché personaggi secondari, di farsi apprezzare forse in misura maggiore. Tuttavia se questo era l’obbiettivo finale, “You Can Go Home Now” fallisce miseramente in ogni aspetto. Dopo una prima stagione succube di Bill e Brady risulta molto complicato, soprattutto se impostato a fasi alterne, poter reggere lo show senza uno dei due.
Bill stesso, in assenza della sua controparte malvagia, fatica nell’aver senso di esistere: il lavoro che svolge assume puntata dopo puntata sempre più un taglio ridicolo; risultano di gran poco interesse le sottotrame amorose in cui sta venendo coinvolto; tutta la porzione di trama in cui cerca di istruire Holly riguardo a come pedinare e non farsi beccare è un puro e semplice riempitivo e volutamente gettato all’interno della storia tanto per non far scomparire di scena la giovane ragazza.
Anche il ritorno di Jerome da Harvard non regala praticamente nulla alla storia, fatta esclusione per la conferma che ad Harvard non è che stia poi così bene.
Tornando a Brady, nelle precedenti due recensioni non si era giudicato in maniera eccessivamente negativa il controllo mentale di cui l’infermiera Sadie era vittima: sembrava rappresentare un espediente narrativo momentaneo, quasi fosse una fase prima dell’effettivo ritorno nel mondo reale e non onirico del killer della Mercedes. Ed invece, al terzo episodio, ancora nessuna vera avvisaglia per questo ritorno, ma piuttosto una lunga ed estenuante attesa che sta affievolendo sempre più le aspettative attorno a questa seconda stagione. Rimanendo in tema ospedaliero, i due medici coinvolti nella sperimentazione di cui Brady è cavia/soggetto principale sono pressoché spariti di scena, ricomparsi semplicemente per ricordare agli spettatori della loro esistenza prima di sprofondare nell’oblio dei personaggi nati male e sviluppati ancor peggio.
Una puntata inutile, pedante e soporifera. Si potrebbe tranquillamente saltare a piè pari e probabilmente la storia continuerebbe ad avere senso logico ed una apparente struttura ben organizzata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Questo terzo episodio rappresenta il punto più basso non soltanto della stagione, quanto piuttosto della serie stessa: Mr. Mercedes non aveva mai mostrato dei passi indietro (narrativamente parlando) così evidenti e significativi. C’è quindi da invertire subito il trend e rendere maggiormente interessante la visione. Ma soprattutto sarebbe anche ora di far tornare in scena Brady.
Let’s Go Roaming 2×02 | ND milioni – ND rating |
You Can Go Home Now 2×03 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.