Chi scrive non vi nega che molto spesso durante la visione di questo episodio abbia pensato a Sneaky Pete. Non è un male, bisogna precisarlo, ma è sicuramente un qualcosa che dà da riflettere se si pensa al modo di scrivere e dirigere un episodio, davvero molto simile in termini di resa scenica della tensione, del continuo ticchettare della lancetta verso una qualsivoglia scadenza e della spasmodica certezza della quadra del cerchio entro fine puntata. E davvero, lo sottolineiamo di nuovo: non c’è davvero niente di male in tutto questo perché il divertimento è assicurato, si può solo obiettare una leggera perdita di imprevedibilità nella storia. Tutto qui. Eppure è un “tutto qui” che pesa nell’economia della puntata e probabilmente della stagione.
Marty: “How’d it go?”
Wendy: “We’re gonna lose tomorrow.”
Marty: “What happened?”
Wendy: “Wilkes. He could’ve helped, but the price was too high.”
Marty: “What do you mean? What’d he want?”
Wendy: “Me. He wanted me.”
Marty: “And? Was that a no?”
Come ogni secondo episodio che si rispetti, anche “The Precious Blood Of Jesus” si pone come mantra quello di sviluppare l’intero ecosistema della stagione. Si parte quindi con una bella mano mozzata ad opera di un’altro stakeholder degli Ozark (la Mafia di Kansas City per essere precisi), si prosegue con un paio di sviluppi narrativi secondari (quale la scontata reazione malvagia del padre di Ruth e il breve test sull’eroina degli Snell), per concludere con una sana svolta nel fresco rapporto di lavoro tra Wendy e Wilkes (nuovo interessantissimo character). Il tutto farcito da un ritorno dell’agente dell’FBI Roy Petty e Rachel. Ed il carattere introduttivo della puntata si denota anche dalla stabilità della trama che non riceve grossi scossoni, quanto piuttosto si focalizza su storyline verticali atte ad amplificare il tenore delle vicende portanti.
È quindi corretto affermare che la serie creata da Bill Dubuque e Mark Williams stia pensando sul lungo periodo con un occhio di riguardo al ripescaggio di vecchi personaggi, all’aumento delle problematiche “to deliver the Casino” e al conseguente e sempre più precario mantenimento degli equilibri. Il problema di oggi viene infatti risolto pressoché sempre con un patto che introduce nuovi stakeholder che, ovviamente, vanno a minacciare le dinamiche instaurate finora, quindi di fatto andando a creare un problema più grande domani. Sulla carta tutto è praticamente perfetto e aiutare a tenere alto l’hype ma è un gioco, nonchè una dinamica, già vista nel menzionato Sneaky Pete che, proprio a causa dell’instabile castello di carta su cui si sta sviluppando la vicenda, rischia di risolversi con qualche forzatura di troppo sul finale e anche nel breve periodo. L’aiutino di Wilkes, la facilità con cui Marty chiude l’affare con la Mafia, il fin troppo casuale marito della senatrice che finisce ricattato per essere andato a letto con un escort che si fa praticare sesso orale su uno strap-on, sono tutti piccoli esempi di quanto appena descritto. E siamo solo al secondo episodio.
D’altro canto bisogna comunque essere onesti ed elogiare quanto merita di essere elogiato, ovvero una regia veramente curata ad opera dello stesso Bateman (non a caso non protagonista in termine di minutaggio in questa puntata), una trama sempre più dettagliata, una maggiore suddivisione del peso specifico tra main character ed alcuni personaggi secondari che promettono molto bene. Tanti elementi che non molte serie possono vantarsi di avere già ad una 2×02 qualsiasi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Reparations 2×01 | ND milioni – ND rating |
The Precious Blood Of Jesus 2×02 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.