“12 months until next launch window.”
Scorre veloce il count down per la missione su Marte che tutti volevano aver l’emozione di vivere, seguendo le vicende della crew capitanata da Sean Penn, ma che sempre più probabilmente proprio come Sadie non vedranno mai. Il pretenziosissimo show della Hulu continua piuttosto ad indagare sull’umanità dietro gli eroi-astronauti, arrivando in questo episodio ad entrare nella sfera intima dei suoi personaggi. Dopo la metafora delle cicale, in cui la morte viene rappresentata come una piccola tragicità necessaria per il proseguo della specie, il titolo “Where Life Is” suggerisce immediatamente l’idea che la vita, invece, anche di fronte all’ineluttabilità degli eventi, va cercata.
Naturale protagonista dell’episodio è Sadie, la pluri-dottorata scienziata che della ricerca della vita (nel senso biologico del termine) se ne occupa di mestiere e che, ironia della sorte, proprio per questo è stata ritenuta superflua per la missione su Marte. Tuttavia, la sconfitta lavorativa è stata rapidamente metabolizzata e fa adesso emergere delle insofferenze di fondo ben più importanti. La menzogna della pillola, innanzitutto, lascia ragionevolmente credere che la missione fosse in parte anche una fuga dalle responsabilità che Sadie sembra non sapere gestire, prima fra tutte quella di avere un marito che la ama e che vuole avere un figlio, quasi fosse più facile andare a trovare la vita su Marte che in casa propria. Questo dubbio viene poi rafforzato dalla crescente attrazione che Sadie comincia a provare nei confronti di Nick Fletcher, al quale si trova a dover insegnare come riconoscere delle consistenti forme di DNA una volta nello spazio (e al quale darebbe volentieri ripetizioni in privato, un classico!).
Finalmente, per la prima volta dall’inizio della serie, si ha la sensazione di trovarsi davanti ad un personaggio autentico, la cui umanità è così naturalmente complessa da risultarci di facile comprensione, a differenza dei drammi preconfezionati che ci erano stati proposti negli episodi precedenti. Questa puntata scorre quindi più veloce rispetto ai ritmi ai quali ci stavamo a fatica abituando, e trascina inaspettatamente lo spettatore attraverso un breve ma intenso percorso verso la coscienza di sé; la ricerca non-banale dei personaggi verso le reali cause delle loro insofferenze ci porta lentamente a comprendere che la vita (questa volta nel senso esistenziale del termine) va cercata anzitutto in noi stessi.
Questa lezione ci viene resa ancora più evidente dalla storia di Kayla, ormai capitano in seconda, per la quale il senso compiuto della propria esistenza è dato dal vedersi riconosciuto il rispetto che merita come individuo: donna, nera e lesbica, non riesce ad ignorare i pregiudizi che evidentemente l’hanno tormentata sino a questo momento e dei cui fantasmi deve ancora liberarsi appieno, mettendo da parte l’orgoglio e andando oltre il senso del dovere (quelli che sembrano essere i suoi valori più grandi). Ed infine abbiamo Tom, la cui immagine di personaggio ancora della serie viene ulteriormente rafforzata in questa puntata piena di persone deboli, mentre lui ha già attraversato il dramma e scopre le proprie carte sempre sicuro di sé, dimostrandosi il comandante perfetto che ha imparato a gestire ogni situazione lavorativa e personale al meglio.
Abbiamo adesso un panorama più ampio del materiale umano alla base della serie, e la narrazione viene comunque portata avanti in maniera attenta e sofisticata; lo spettatore entra in intimità con i personaggi e si affrontano con riluttanza le confessioni di fine puntata alle quali non ci si sente assolutamente preparati, proprio come succede nella vita reale. C’è un sentimento di sana amarezza di fondo, che s’intona perfettamente con l’intento di parlare di sentimenti veri, contrastanti, imperfetti e inevitabili, che convince ancora di più delle potenzialità di The First.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Cycles’ 1×03 | ND milioni – ND rating |
Where Life Is 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.