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Più si prosegue con il binge-watching di questa 2° stagione di Marvel’s Runaways, più si trovano elementi in comune con lo stile tipico dei prodotti Marvel/Netflix da 13 episodi. Arrivati alla 2×05 si può infatti notare un prologo “comune” ai vari Iron Fist, Luke Cage e Daredevil (utile a delineare il nuovo status quo dei protagonisti e anche un certo limite spaziale entro cui tutti i character potranno muoversi durante tutta la stagione), ossia la necessità di un paio di episodi per chiarire il fine ultimo del villain di turno (anche se in questo caso Jonah continua a guadagnare punti simpatia) mentre, nel frattempo, si tende a spalmare tutte le sottotrame nei restanti 8-10 episodi (quando si potrebbe serenamente ridurre tutto di almeno 3-4 puntate). Potremmo sbagliarci ma, al momento, questo schema netflixiano sembra ripetersi anche qui su Hulu.
La sensazione che la serie abbia trovato una sorta di modalità con cui replicare una trama verticale mascherata da trama orizzontale, tra le altre cose, non è del tutto sbagliata se si guarda al complesso di questi primi 5 episodi. A turno quasi tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, si concedono una “ricaduta” verso i genitori: è capitato già con Alex e Nico, qui sembra essere il momento di Karolina, mentre a fine puntata il ricovero di Gert spoilera in qualche modo il suo turno. Non si può neanche criticare la tecnica degli autori, sicuramente ben mascherata e molto buona, ma anche lo spettatore più disattento dopo un po’ riesce a distinguere il pattern e, probabilmente, a perdere interesse per il prodotto. Non è ancora accaduto ma probabilmente accadrà se non si cambia tattica.
“Rock Bottom” e “Bury Another” continuano la scia positiva dei loro predecessori ma, in qualche modo, possono essere anche visti come un breve capitolo fumettistico riguardante Topher, visto che viene introdotto alla fine di “Double Zeros” e viene poi eliminato senza troppo pensarci sopra a metà di “Bury Another”. Prima di proseguire va fatto notare che, come spesso accade nella trasposizione televisiva/cinematografica dal fumetto, anche qui gli showrunner (Schwartz e Savage) si prendono la libertà creativa di riadattare un personaggio al mondo creato per il piccolo schermo, mondo che a quanto pare non era pronto per accogliere un vampiro al suo interno. E non si fatica a capire il motivo anche se un po’ dispiace: tenere Topher come un vampiro avrebbe significato anche l’inserimento dei vampiri stessi nell’universo Marvel attuale, quello in cui Blade per esempio non è ancora stato ufficializzato. Quindi per quanto dispiaccia lo si può capire.
Topher è un buon character che si inserisce subito nel gruppo dei Runaways ma, altrettanto facilmente, viene eliminato nel giro di soli due episodi. Si coglie subito una certa frettolosità a tal proposito, soprattutto perché la morte di Darius ha in qualche modo lasciato un po’ un segno. Trattasi di occasione persa o meno (lo sapremo solo a fine stagione), rimane ovviamente viva l’idea che si potesse sfruttare un po’ meglio il personaggio (magari anche come interesse amoroso o triangolo) la cui eliminazione è anche diversa rispetto alla sua controparte fumettistica che muore nel tentativo di rendere Karolina una vampira.
E proprio rimanendo a parlare di Karolina, dopo la season premiere continua l’avvicinamento al padre e l’allontanamento dal suo lato umano, il tutto tramite la scoperta di essere un’aliena e di avere un fratello intrappolato nella navicella di papà Jonah. Nonostante Virginia Gardner non abbia grandissime capacità recitative, la buona scrittura (si l’abbiamo scritto) e soprattutto l’affiancamento di Julian McMahon riescono a dimostrare bene il contrasto dualistico in cui vive il character di Karolina. Inoltre va evidenziato come, proprio grazie alle varie spiegazioni circa le vere motivazioni del Pride, Jonah continui a perdere quella patina di villain che lo aveva contraddistinto, aumentando in contemporanea una certa empatia nei suoi confronti che non fa mai male.
La sensazione che la serie abbia trovato una sorta di modalità con cui replicare una trama verticale mascherata da trama orizzontale, tra le altre cose, non è del tutto sbagliata se si guarda al complesso di questi primi 5 episodi. A turno quasi tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, si concedono una “ricaduta” verso i genitori: è capitato già con Alex e Nico, qui sembra essere il momento di Karolina, mentre a fine puntata il ricovero di Gert spoilera in qualche modo il suo turno. Non si può neanche criticare la tecnica degli autori, sicuramente ben mascherata e molto buona, ma anche lo spettatore più disattento dopo un po’ riesce a distinguere il pattern e, probabilmente, a perdere interesse per il prodotto. Non è ancora accaduto ma probabilmente accadrà se non si cambia tattica.
“Rock Bottom” e “Bury Another” continuano la scia positiva dei loro predecessori ma, in qualche modo, possono essere anche visti come un breve capitolo fumettistico riguardante Topher, visto che viene introdotto alla fine di “Double Zeros” e viene poi eliminato senza troppo pensarci sopra a metà di “Bury Another”. Prima di proseguire va fatto notare che, come spesso accade nella trasposizione televisiva/cinematografica dal fumetto, anche qui gli showrunner (Schwartz e Savage) si prendono la libertà creativa di riadattare un personaggio al mondo creato per il piccolo schermo, mondo che a quanto pare non era pronto per accogliere un vampiro al suo interno. E non si fatica a capire il motivo anche se un po’ dispiace: tenere Topher come un vampiro avrebbe significato anche l’inserimento dei vampiri stessi nell’universo Marvel attuale, quello in cui Blade per esempio non è ancora stato ufficializzato. Quindi per quanto dispiaccia lo si può capire.
Topher è un buon character che si inserisce subito nel gruppo dei Runaways ma, altrettanto facilmente, viene eliminato nel giro di soli due episodi. Si coglie subito una certa frettolosità a tal proposito, soprattutto perché la morte di Darius ha in qualche modo lasciato un po’ un segno. Trattasi di occasione persa o meno (lo sapremo solo a fine stagione), rimane ovviamente viva l’idea che si potesse sfruttare un po’ meglio il personaggio (magari anche come interesse amoroso o triangolo) la cui eliminazione è anche diversa rispetto alla sua controparte fumettistica che muore nel tentativo di rendere Karolina una vampira.
E proprio rimanendo a parlare di Karolina, dopo la season premiere continua l’avvicinamento al padre e l’allontanamento dal suo lato umano, il tutto tramite la scoperta di essere un’aliena e di avere un fratello intrappolato nella navicella di papà Jonah. Nonostante Virginia Gardner non abbia grandissime capacità recitative, la buona scrittura (si l’abbiamo scritto) e soprattutto l’affiancamento di Julian McMahon riescono a dimostrare bene il contrasto dualistico in cui vive il character di Karolina. Inoltre va evidenziato come, proprio grazie alle varie spiegazioni circa le vere motivazioni del Pride, Jonah continui a perdere quella patina di villain che lo aveva contraddistinto, aumentando in contemporanea una certa empatia nei suoi confronti che non fa mai male.
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Un po’ a sorpresa, Marvel’s Runaways prosegue in maniera più che decorosa il suo cammino, tenendo lo spettatore interessato e svelando di tanto in tanto informazioni importanti per capire l’intera situazione. Visto dove si è già arrivati con la storia, non si capisce come sia possibile avere altri 8 episodi, ma diamo fiducia alla rodata coppia Schwartz/Savage.
Double Zeros 2×03 | ND milioni – ND rating |
Rock Bottom 2×04 | ND milioni – ND rating |
Bury Another 2×05 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.