Vikings continua con il suo lento progredire, iniziando a stabilizzare tutti i protagonisti nel nuovo habitat che li accompagnerà in questa seconda fase di stagione, dando vita ad una sorta di assestamento obbligatorio a seguito della grande battaglia consumatasi nel corso del mid-season.
Con la partenza di Lagertha, Bjorn e Ubbe in Wessex, si è aperto uno scenario decisamente più interessante per la squadra degli “sconfitti”; seguendo Heahmund, infatti, è iniziato per questi personaggi un filone narrativo differente che potenzialmente potrebbe avere molto da dire. Tuttavia, bisogna anche ammettere che la freschezza e l’entusiasmo di Vikings continua man mano a venire sempre meno e, dopo la rivelazione dello scorso episodio che ha lasciato tutti sconvolti non tanto per la notizia in sé ma per la romanzata che essa rappresenta, quanto avviene in alcun tratti di “Murder Most Foul” non può che sembrare un deja-vù per qualsiasi fan della serie.
Innanzitutto, seppur con spunti interessanti, non si può non considerare un ritorno al passato l’alleanza che potrebbe venirsi a creare tra i Vichinghi e Re Alfred, una strada certamente complicata da percorrere ma che può essere rivista in modo similare con quanto avvenuto con Ragnar-Athelstan-re Ecbert: in questo contesto la presenza del vescovo Heahmund è di vitale importanza per permettere un qualsivoglia tipo di accordo tra Alfred e la squadra di Lagertha. In più, se Bjorn al momento rimane l’incognita, anche piuttosto imprevedibile dato il suo avvicinamento con la possibile futura regina, di tutt’altra fattura sembra invece la proposta arrivata ad Ubbe. Il giovane (che tra l’altro si ritrova in una situazione simile a quanto avvenuta con Rollo milioni di stagioni fa, con la richiesta del Battesimo, altro richiamo al passato) si trova infatti davanti ad una decisione importante da prendere, che potrebbe valere anche come spartiacque per dare il via in modo più serioso alla storyline dei personaggi giunti in Wessex dato che gli altri, da Lagertha a Bjorn, appaiono momentaneamente statici, più impegnati in affari personali di quanto non lo siano nel prendere di petto le questioni riguardanti la loro permanenza in Inghilterra.
Ma, se Bjorn appare comunque ancora in character, più deluso e irritato dalla situazione che altro, è soprattutto il personaggio di Lagertha a lasciare perplessi, per un cambiamento di personalità considerevole. È indubbio che la sconfitta abbia lasciato un segno indelebile nella guerriera, tuttavia, non si può neanche non considerare l’effetto che abbia avuto Heahmund su questa nuova versione dell’ormai ex regina di Kattegat.
Dal canto suo, però, va sottolineato come questo episodio sia stato uno dei migliori per il Vescovo Heahmund. Arrivato come interessante promessa e aggiunta al cast di rilievo, questo personaggio ha narrativamente sofferto negli ultimi tempi, passando da una parte all’altra degli schieramenti senza ricoprire un ruolo di rilievo da nessuna parte. Tornato a casa, questo episodio ha ri-bilanciato gli schemi narrativi, riportandolo maggiormente al centro della scena, in un ambiente dove il vescovo sa muoversi ed è per questo capace di manovrare la situazione al meglio. Il modo in cui si è liberato del suo “sostituto” nel finale, ha riportato alla mente quelle caratteristiche di forza e intelligenza strategica che erano state presentate con il suo ingresso in scena ma poi mai realmente esplorate. Uno dei vantaggi dell’essere tornati in Wessex può riguardare dunque proprio Heahmund, per permettergli finalmente di mostrare al meglio tutte le proprie carte.
“They all think that I was lying, that I was lying to entice you all to come here for my own selfish reasons, or because I am insane. And perhaps they are right. What if I never saw the gods? What if it was all in my head? What if Ubbe was right? Perhaps I’m just a crazy old fool after all! The gods are not here. They are not here!”
Per un personaggio che potrebbe riprendere in mano la propria situazione, ce n’è un altro che invece rischia sempre più di cadere nel baratro. La storyline di Floki era partita con le migliori intenzioni, positiva per lo stesso in quanto, discostandosi da situazioni che non si confacevano più al personaggio, raggiungeva nuove possibilità. Tuttavia, con più di mezza stagione andata, la trama dedicata a Floki non solo stenta ancora a decollare, ma rimane prepotentemente ferma sempre allo stesso punto di settimana in settimana, lasciando scorgere solo piccoli cambiamenti di umore, di pensiero e di fede nello stesso Floki che per ora non aggiungono più di tanto alla storia. La speranza è che anche in quel di Islanda si arrivi al più presto ad un punto di svolta che possa dare maggior senso all’intera storyline.
Intanto, appagato dalla vittoria e dalla conquista di Kattegat, l‘episodio ha regalato una pausa dall’azione anche ad Ivar. Ormai accasatosi, il nuovo re si è ritrovato subito alle prese con situazioni inerenti eredità da mantenere e portare avanti ma, la nuova figura che gli si è subito affiancata porta con sé un’aurea alquanto dubbia. E’ successo spesso in Vikings di vedere i migliori e feroci guerrieri capitolare sotto l’influsso di donne capaci di giostrare al meglio con i sentimenti e le situazioni ma riproporre lo stesso schema anche questa volta non servirebbe solo a rientrare nella categoria di “già visto”, peggio, andrebbe a creare un discutibile punto debole nella finora perfetta figura feroce di Ivar. In attesa di ulteriori sviluppi anche per quel che riguarda Kattegat, intanto una cosa positiva in questo episodio almeno è successa: finalmente ci si è liberati definitivamente di Margrethe.
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The Revelation 5×11 | ND milioni – ND rating |
Murder Most Foul 5×12 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.