“How fortunate we all were to live in the time of Jack Foley. One of the last men of might and principle. He was a Caesar. And what did they do at the funeral of a Caesar? At the funeral of Gaius Julius Caesar, a man stood at the rostrum and called out criminals and conspirators. Those in the senate that would sully Caesar’s city and dishonor his legacy. And I come today… to do the same.”
Era prevedibile che dopo l’intenso finale della scorsa puntata Billions decidesse di ritirare in barca, forse solo momentaneamente, i remi e rallentare la navigazione: privato dell’antagonista esterno (Grigor), la narrazione doveva trovare il modo di riprendere con la sua consueta costruzione dicotomica attorno ai due indiscussi protagonisti di questa serie e le loro rispettive battaglie.
La vittoria di Chuck e la sua pubblica ammissione hanno scosso sì le acque, ma la percezione che ha lo spettatore è che le tensioni siano circoscritte alle mura casalinghe (la furia di Wendy era prevedibile considerato il duro confronto avvenuto tra i due). Ciò che infatti manca è il faccia a faccia tra Chuck e l’opinione pubblica, un elemento volutamente bypassato durante il racconto: qualche fugace sguardo tra Chuck ed i suoi ex colleghi non è il confronto che qui si intende. Wendy sembra essere stata presa di mira da diversi acidi commenti online e da questi risulta essere colpita nel profondo. Parallelamente, invece, Chuck sembra quasi protetto da una bolla all’interno della quale sembra essere inattaccabile.
Tolto di mezzo Grigor, come si diceva, la storia deve per forza di cose prendersi i propri tempi: Bobby può finalmente concentrarsi su Taylor; Chuck può finalmente riprendere i propri propositi di vendetta nei confronti di Jeffcoat.
I due si ritrovano ad essere alleati e già questo suonerebbe strano se ipotizzato anche solo ad inizio della scorsa stagione. Ora, invece, questa alleanza sembra giovare ad entrambi: da una parte Chuck grazie all’aiuto di Bobby è riuscito ad ottenere l’elezione alla carica che gli occorreva per tornare a far parte del gruppo delle persone che contano qualcosa; Bobby ha ottenuto l’allontanamento di Grigor dall’America ed il congelamento dei fondi del magnate russo (investiti nella Mason Capital).
Nonostante Chuck sia rientrato a tutti gli effetti nel “gioco” dei poteri, l’imposizione di Jeffcoat contro di lui continua ad adombrarne la carriera: la sua squadra si ritrova impossibilitata ad agire su qualsiasi caso e lui, per l’ennesima volta, ha le mani legate. Solo sul finire di puntata, utilizzando come luogo per il proprio ritorno sulla scena politica-legale di New York la commemorazione funebre di Jack Foley, Chuck recupera parte della propria spina dorsale andando a sferrare un attacco frontale proprio al suo acerrimo nemico.
Parallelamente a tutto ciò, la sottotrama riguardante Bobby poneva lo spettatore nel ruolo di osservatore dell’ennesimo ottimo raggiro portato a termine dall’abile speculatore. Sotto un certo aspetto, in determinati momenti e con alcuni scambi, si percepiva l’aria carica di ansia e tensione che si respirava durante la prima stagione quando la caratura della trama a tinte finanziarie (ed annessi sotterfugi e piani) occupava buona parte dell’episodio.
Nonostante sia senza dubbio un episodio di raccordo tra il termine della prima parte di stagione (Grigor ha chiuso evidentemente un ciclo narrativo) e l’inizio della seconda, la puntata si lascia guardare senza magnetizzare lo spettatore. La rincorsa di Chuck al potere e l’ennesima dimostrazione di forza di Axelrod sono sicuramente temi narrativi che suscitano interesse, ma che sanno di già visto. Unitamente a ciò, è percepibile l’assenza del consueto minutaggio prestato al filone “comico” (o comunque di puro intrattenimento) a cui Billions ha abituato il suo pubblico: Wags è sicuramente il personaggio di cui si è sentita di più la mancanza.
“A Proper Sendoff” getta quindi le basi su di un nuovo inizio e lo fa privo della verve consueta di Billions, un fattore che lascia sicuramente l’amaro in bocca ma che non abbassa le aspettative per uno show che, arrivato al quarto ciclo annuale, continua a colpire per la sua freschezza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Overton Window 4×04 | 0.89 milioni – 0.2 rating |
A Proper Sendoff 4×05 | 0.75 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.