DC’s Legends Of Tomorrow 4×11 – Séance And SensibilityTEMPO DI LETTURA 4 min

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“A man’s charms are equal to his fortunes, and Mr. Dockerty’s fortunes are prodigious!”
(Miglior battuta dell’episodio. Non a caso è una citazione.)

Da qualche tempo, lo schema classico di una puntata-tipo di DC’s Legends Of Tomorrow è il seguente: situazione iniziale in cui bene o male il gruppo delle Leggende sta cazzeggiando allegramente (qui durante un funerale!), fino a che non scoppia un problema da risolvere in una qualche epoca-filler che sarà inevitabilmente intrisa di citazioni e di battute da cinepanettone; nel frattempo, continua a svilupparsi orizzontalmente la storyline degli intrighi relativi dall’Agenzia del tempo, portata avanti dai soli due-tre personaggi degni di nota (Nate-Mick-Costantine) che si conclude in un cliffhanger finale che serve a rilasciare la giusta tensione per far sì che lo spettatore vada avanti nella visione della serie.
Non si può certo dire che i cliffhangers visti finora non abbiano svolto degnamente il loro ruolo. Soprattutto quest’ultimo che lancia definitivamente un villain degno di nota (il demone Neron), cosa di cui si sentiva urgente bisogno dopo più di metà stagione. Quello che però non riesce per niente è tutta la parte che precede il cliffhanger. Ok il volere cercare il filler con lo spettatore cinefilo e colto che può cercare tutti i rimandi e le citazioni presenti nell’episodio, e ci sta anche il volerlo fare con ironia, senza alcuna pretesa che non sia quella d’intrattenere lo spettatore. Ma far passare, per questo motivo, qualunque tipo di demenzialità e di nonsense puntando tutto su un immotivato effetto WOW è un po’ troppo. Soprattutto perché, in questo modo, la narrazione diventa un trascinamento continuo di situazioni e gag imbarazzanti che alla lunga annoiano e basta.
Questa volta, l’episodio sembrava partire abbastanza bene: la scelta di andare nell’epoca di Jane Austen è molto azzeccata per quanto riguarda anche l’aspetto orizzontale della serie e l’evoluzione dei personaggi. Senza considerare che è un buon filler per i numerosi fan-club della scrittrice inglese sparsi per il mondo e, in generale, per la comunità di lettori e lettrici di tutto il mondo per cui l’autrice inglese è un idolo incontrastato.
Peccato che si passi continuamente da battute citazioniste degne di nota (quelle pronunciate dalla suddetta Jane Austen) a dialoghi da teen-drama adolescenziale in cui i personaggi femminili della serie si trasformano in collegiali in preda ai primi ormoni.
Tra l’altro, nonostante la serie sia “per famiglie”, qui osa addentrarsi in territori particolarmente osé in cui protagonista assoluto è il sesso sfrenato sulla Waverider. A causa del demone Kamadeva (dio indù dell’amore, da cui la parola kamasutra), infatti, l’equipaggio della nave entra definitivamente nel clima primaverile rilasciando ormoni dappertutto. Un eccesso di sentimenti che porta a situazioni imbarazzanti (vedi la “performance” di Ray e Nora) e a una scena-musical in stile Bollywood-Disney, in un climax ascendente a cui è impossibile sfuggire. Tutto appare come troppo esagerato, sui generis, troppo… troppo.
E come se non bastasse, il personaggio di Mona (ormai diventato character fisso della serie) viene usato come squallido buco di sceneggiatura giusto per chiudere il più velocemente possibile l’episodio con una morale che banalizza in modo raccapricciante la poetica e il messaggio della stessa Austen.
Così, anche un’idea che potenzialmente poteva essere buona, si perde in scene completamente inutili che vorrebbero catturare l’attenzione dello spettatore ma che, alla fine, hanno il solo risultato di annoiare.
Per fortuna, come già detto, ci sono anche le storylines che funzionano, come quelle di Costantine e del funerale del compianto Heywood che rilascia comunque alcune perle degne di nota (una su tutte la “possessione di Mick Rory”). Peccato che, a questo proposito, il finale mandi completamente in vacca tutto il pathos e l’evoluzione dei personaggi visti finora con la rivelazione del “grande gombloddo” di Heywood che altro non voleva se non costruire un mega-luna park vivente con le creature magiche catturate (dal nome evocativo di “Heyworld”, uccideteci per favore). Una soluzione che crea un certo contrasto con la visione di Hank vista finora (e non in senso buono), ma soprattutto con l’intera storyline che viene così ridicolizzata ad un desiderio infantile e stupido.
A causa di questi elementi, la puntata si merita uno Slap, che non sarebbe poi così grave se non fosse che è il secondo nel giro di due settimane per questo show, segno evidente che la serie sta declinando sempre di più al “livello The Lady”.
Sperando che il periodo pasquale riesca a compiere il miracolo di resuscitare pure gli ascolti, non si può fare altro che assistere impotenti alla degradazione di una delle serie più promettenti del Dc-Universe.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio filler per i fan club di Jane Austen
  • Sesso sulla Waverider!
  • Mick posseduto da Hank Heywood
  • Cliffhanger finale…
  • …peccato che si debba sempre aspettare 40 minuti di trash continuo per arrivarci
  • Momento Bollywood… era necessario?
  • Dialoghi ispirati ai peggio teen-drama
  • Trasformazione di Mona sempre più orrida (e scusa per buchi di sceneggiatura)
  • “Heyworld”… SERIOUSLY?

 

È già il secondo Slap di fila che si becca questa serie. A buon intenditor…

 

Getaway 4×10 0.95 milioni – 0.3 rating
Séance And Sensibility 4×11 0.98 milioni – 0.3 rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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