“In the name of the Warrior, I charge you to be brave. In the name of the Father, I charge you to be just. In the name of the Mother, I charge you to defend the innocent.”
Partiamo dagli spunti positivi.
Jaime Lannister, dopo il potente scambio di sguardi con Bran alla fine dello scorso episodio, fronteggia ancor di più il suo passato andando davanti a Daenerys e a Sansa. Le due hanno le loro ottime ragioni per odiarlo, ma tutto si compone per intercessione di Brienne di Tarth. La guerriera ha fatto la sua scelta tra Jaime e Tormund, preferendo il primo e il rapporto tra i due, rimasto in sospeso da tempo, si dipana caldo e avvolgente, anche nel suo non detto, fino alla fine, quando lei viene ufficialmente nominata cavaliere. Tutto molto bello.
Amore è anche tra Arya e Gendry, i quali decidono di passare la notte a letto insieme: la scena non è troppo esplicita, perché Maisie Williams non è certo una delle pornostar ingaggiate nello show per i ruoli da prostituta, così da “poter interpretare certe scene senza fare troppe storie”, ma è in tono con il tema generale della puntata: è fan service fatto bene e ha un piacevole retrogusto amarognolo.
Ci sono due rivelazioni importanti: la prima viene da Bran e riguarda lo scopo del Night King, ovvero la distruzione dell’umanità. Pertanto, scopo primario del re dei non morti sarà la distruzione del Three – Eyed Raven, alloggiato nel corpo del giovane Stark. La seconda viene da Jon Snow, il quale parla a Daenerys dei suoi veri genitori (e fa una faccia come se non avesse mai meditato seriamente sul fatto di essere il legittimo erede al trono dei Sette Regni. Dev’essere proprio un puro).
Nonostante questi punti positivi, tuttavia, la puntata risulta piuttosto piatta. Non tanto perché la lunga, noiosissima scena della fasi iniziali tra Sansa e Daenerys, con la Khaleesi che va tutta umile e gentile a voler fare amicizia, avrebbe avuto ben altro mordente se fosse stata posizionata dopo la rivelazione della parentela fra la Madre dei Draghi e Jon. Il difetto sta a monte.
Siamo alla seconda puntata delle sei previste per quest’ultima stagione, anche se le prossime dovrebbero avere una durata significativamente maggiore delle prime. Dopo alcuni episodi in cui i personaggi sembravano avere il motore a curvatura ed il teletrasporto di Star Trek, eccone due tutti di pensieri e dialoghi, con un morto solo, fra l’altro (il giovane Lord Umber). Gli sceneggiatori stanno giocando un po’ troppo sul riallacciare i fili col passato (“Things we do for love!“) e sul dar modo ad ogni personaggio di sistemare i propri affari, di mettersi in pace la coscienza prima della battaglia. Un esempio per tutti: Reek Theon Greyjoy, in cerca di espiazione, accolto da Sansa a braccia aperte, con saltelli di gioia, in memoria di quando l’aiutò a scappare da Ramsey Bolton. Forse vogliono confondere il meglio possibile le idee al pubblico su chi sopravviverà e chi no.
Certo, è in arrivo uno scontro al quale non si sa se sopravviveranno non solo le singole persone, ma l’intera civiltà umana. Nella prossima puntata è in programma la famosa super battaglia da 55 giorni di riprese e, se non altro, il toto morti s’impennerà. Bisogna però equilibrare gli ingredienti, altrimenti si rischia la noia degli spettatori e, peggio ancora, di trovarsi a sottrarre tempo ad elementi più importanti, tutto a scapito del risultato finale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Winterfell 8×01 | 11.07 milioni – 5.0 rating |
A Knight Of The Seven Kingdoms 8×02 | 10.29 milioni – 4.4 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).