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My Brilliant Friend: The Story Of A New Name 2×02 – The BodyTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Ma tu lo sai che Melina non mangia quasi niente? Che quel poco che mangia lo vomita? Lo sai che Giuseppina Peluso ha la palpitazioni e non riesce a dormire? Che quando va a trovare il marito in carcere al ritorno piange e niente la può consolare? A me solo l’idea di rimanere incinta mi fa schifo!”

L’episodio precedente ha svolto il compito di introdurre i principali conflitti di questa seconda stagione, visti soprattutto da un punto di vista generale e macroscopico.
“The Body” cerca invece di avvicinarsi, in maniera più approfondita, alla psicologia dei personaggi presentati. L’azione è data sempre di più dai piccoli gesti e dagli sguardi (molto spesso silenziosi) che i characters rivolgono costantemente tra loro. Non che manchino ovviamente i dialoghi, anzi. Soprattutto le prime scene sono puramente dialogiche, sebbene di un dialogico lapidario e veloce, elementi che risultano punti di forza.
Si nota, in questi primi episodi, la matrice prettamente letteraria dell’opera. Difficilmente in un’altra serie tv ci sarebbero così tante scene di puro dialogo prima dei vari plot twist che scandiscono gli eventi narrati. Dove però questo elemento da altre parti sarebbe visto come un difetto, qui invece è la virtù della serie, unito alla “costruzione scenica” continua per cui non un elemento della scenografia né un gesto minimo dei personaggi è fatto a caso, ma segue una logica ben precisa.
A questo si aggiungono fotografia e regia davvero notevoli, in grado di ricostruire, con una luce perfettamente vintage (a partire dalla meravigliosa sigla iniziale) gli anni 60 italiani.
Ma non è solo nella sua parte “tecnica” che la serie eccelle. In questo particolare episodio molta importanza viene data al tema della maternità e del “corpo che cambia” (come lo stesso titolo fa presumere). Ovviamente è il corpo femminile, sempre più messo in mostra da una Lila consapevole dell’effetto che questo provoca sugli uomini e, in fondo, unica sua “arma” per ottenere qualcosa per sé e per difendersi da un mondo che la vorrebbe nascosta e rinchiusa tra le quattro mura di casa. Dall’altra parte, invece, si ha una Lenù sempre più remissiva e in linea con la weltanschauung dell’epoca (in realtà non tanto diversa da quella attuale sotto molti aspetti). Esemplare, a proposito, il dialogo tra lei e Stefano Carracci in macchina. Sebbene il personaggio in questione possa apparire irritante e la stessa Lenù abbastanza ingenua nel farsi abbindolare dai suoi discorsi, bisogna considerare quali fossero la mentalità e i valori dell’epoca, per cui quegli stessi discorsi potevano, in effetti, apparire sensati, tanto più se chi dovrebbe combattere contro questa stessa mentalità (Lila) non risulta poi così esente da difetti e malafede.
Ma in questo sta anche il bello di My Brilliant Friend: la sincerità dei suoi personaggi. Sia Lila che Lenù non sono perfette ma insieme si completano e si spronano a vicenda per migliorare.
Fin da subito appare chiaro che tutta la questione della fotografia sulla vetrina della sarta (casus belli della puntata in questione) sia solo un escamotage per ridestare la famosa “rivalità” che le aveva contraddistinte da piccole, tramite una scommessa. L’ennesimo scontro fra le due e il sentimento di odio/amicizia che le accompagna è ciò che mancava per dare finalmente una scossa alla narrazione e farla procedere in avanti.
Non a caso lo “scontro” verbale con Lila sarà, in questo caso, la molla che aprirà gli occhi a Lenù sulla condizione femminile della sua epoca, in una scena dal forte impatto emotivo e visivo (questa e la successiva scena struggente con la maestra Oliviero).
Interessante notare come due episodi così ravvicinati (questo e il precedente) siano così complementari e differenti fra loro: se il primo sanciva il rapporto di sorellanza e solidarietà fra le due (per un destino che, per entrambe, non si preannunciava buono), questo mostra, invece, un distaccamento e un possibile nuovo scontro tra due persone che, pur essendo amiche, dimostrano di avere visioni del mondo molto diverse.
Il finale dell’episodio lancia quindi ulteriori conflitti fra le due “nemiche-amiche” e un cliffhanger (l’improvvisa gravidanza di Lila) che potrebbe cambiare di nuovo tutte le carte in tavola.
Rimangono certamente dei difetti, uno fra tutti lo stesso personaggio di Lenù che appare ancora molto piatto e chiuso nel suo mero ruolo di “narratore degli eventi”, o il totale cambiamento di personalità di Marcello Solara che, descritto come una specie di mostro nella stagione precedente, appare ora quasi “remissivo” nei confronti di Lila.
Schizofrenia degli autori a parte, però la serie nel complesso lancia riflessioni per nulla banali con uno stile narrativo unico, catturando l’attenzione e non annoiando, pur trattando temi pesanti e complessi.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Nuova sigla “vintage”
  • Lila e Lenù nemiche-amiche
  • La “passeggiata di Lenù” (riflessioni sulla condizione femminile di ieri per oggi e domani)
  • Scena maestra Oliviero
  • Regia e fotografia
  • Cliffhanger finale
  • Ribaltamento completo del rapporto Lila-Marcello Solara
  • Personaggio di Lenù ancora troppo piatto

 

Se la puntata precedente sanciva a “sorellanza” fra Lila e Lenù, questa mette in mostra le differenze e la distanza culturale e mentale che intercorre fra le due co-protagoniste di My Brillliant Friend. E in questo caso (come sempre) la “vincitrice” è Lila.

 

The New Name 2×01 6,85 milioni – 29,3% share
The Body 2×02 6,85 milioni – 29,3% share

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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