“Put you some juice, Juice?”
Quello che impressiona di più di questa serie è la duttilità di generi con cui viene affrontata la vicenda di O.J. Simpson. Se nel primo episodio avevamo un’atmosfera da thriller e il secondo episodio era un road movie in stile Il Fuggitivo (citato direttamente nell’episodio), questo episodio si rifà al genere legal thriller, come se fosse una puntata di Law And Order.
Il tema principale dell’episodio è, infatti, quello della costruzione del pool di avvocati, ribattezzati il Dream Team (termine oggi molto abusato, ma all’epoca, passati appena due anni dall’Olimpiade di Barcellona, faceva un certo effetto), che si occupò della difesa di O. J. in un modo particolare, incentrandola tutta sul presunto “movente razziale”.
Siamo vicini al momento clou del processo e già in queste ultime puntate che potrebbero, a prima vista, sembrare di raccordo, in preparazione al fatto importante, lasciano invece indizi importanti ed essenziali per seguire e capire al vicenda. In particolare l’attenzione viene posta sui singoli personaggi che, puntata dopo puntata, vengono approfonditi sempre di più nel loro percorso di formazione. Sono soprattutto il team di avvocati della difesa (a cominciare dal personaggio di John Travolta) e i loro omologhi all’accusa l’oggetto d’attenzione principale. Tutti sono alla ricerca di qualcosa e il caso O. J. Simpson diventa subito un pretesto per poter apparire e mostrarsi.
L’apparenza è il leitmotiv di questa puntata dove i media la fanno da padrone e decidono autonomamente chi è colpevole e chi innocente. Emblematica la prima scena dove la redazione del Time sceglie l’immagine da pubblicare come copertina, scelta che rappresentò un vero e proprio caso emblematico per via della colorazione troppo “scura” della foto. La narrazione prosegue tra filmati d’epoca, documentazioni e ricerche più o meno pilotate dal dream team di Simpson che cerca di ribaltare le carte in tavola rendendo l’intera vicenda come una titanica lotta da parte di un gruppo di avvocati improvvisati contro un’accusa solida e inossidabile. E paradossalmente lo spettatore è portato ad simpatizzare di più proprio con questi nel loro sforzo, quasi eroico, di trasformare la realtà.”Bob, you have to move fast. Your client, his goodwill, all of his popularity and accomplishments, it’s a depreciating asset. Right now, he’s sort of like this handsome, gifted Greek god laid low. It’s a tragedy. But he’s still a Greek god. The longer he sits in that cell, the more the public sees him in a jumpsuit and cuffs, the more mortal he becomes.“Interessante a tal proposito il dialogo sul DNA, che, proprio in quegli anni, rivoluziona veramente il diritto penale degli Stati Uniti (e non solo) diventando l’emblema della “prova assoluta” e della realtà stessa (CSI docet) spesso con una fedeltà quai religiosa verso questo tipo di prova che, negli ultimi tempi, sta dimostrando, invece, di non essere poi così attendibile come si vuole fare credere.
Il ritmo del racconto procede inarrestabile verso il match finale in aula e, nel frattempo, godiamo delle interpretazioni sempre più sfaccettate di Cuba Gooding Jr., Sarah Paulson, Courtney B. Vance e, in particolare, David Schwinner il cui personaggio (Robert Cordovian Kardashian) è l’unico che sembra non avere secondi fini ma agire solo per pura e sincera amicizia e, proprio per questo, l’unico che può veramente empatizzare con lo spettatore anche se il discorso iniziale con i consigli etici ai figli, e alle figlie in particolare, può provocare risate considerando lo sviluppo futuro che avranno.
Anche la terza puntata, dunque, conferma l’elevata qualità di questa serie che potrebbe essere anche etichettata come docu-fiction (perché di una vera e propria ricostruzione di un’epoca si tratta) che si rivolge agli spettatori americani di allora (primi anni ’90) che assistettero agli eventi, ma anche a quelli di oggi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
The Run of His Life 1×02 | 3.89 milioni – 1.5 rating |
The Dream Time 1×03 | 3.33 milioni – 1.5 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!