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Questa settimana Oliver è alle prese da una parte, con Cyrus Vanch, ennesimo criminale di Starling City appena uscito di prigione, e dall’altra, con la scoperta che sua madre possiede la stessa agendina datagli dal padre per rimediare ai suoi errori; intanto, ignara che il padre tenesse sotto controllo il telefono con cui comunica con l’Incappucciato, Laurel lo incontra, facendo a propria insaputa, scattare l’azione della polizia pronta a catturare Oliver, che invece riesce a scappare.
Insomma si è decisamente impegnati a Starling City ma ci sono sviluppi importnati anche sul fronte Isola che sembra essere più popolata di Tokyo: dopo averlo salvato, Yao Fei conduce Oliver nelle mani di un appartenete dell’ ASIS (Australian Secret Intelligence Service), presentatosi come Steve Wilson. Oliver scopre, tra le sue armi, la maschera gialla e nera, del soldato che lo torturò; ma Wilson gli racconta che non era lui, ma un altro uomo, giunto con lui sull’isola tempo addietro per liberare Yao Fei, il quale poi però, è stato corrotto. Con Steve, Oliver dovrebbe riuscire a fuggire dall’isola, ma noi ovviamente sappiamo che così non sarà, quindi vedremo cosa accade solo nel flashback del prossimo episodio. Arrow mantiene, in questa, come nelle altre puntate, una struttura ben solida:
Pur non amando personalmente la prassi cattivo della settimana, capisco che sia necessaria per poter arrivare ai vertici alti, scoprendo pian piano una gerarchia: partendo dal più basso dei criminali, fino al più corrotto dei ricchi amici del padre di Oliver, e diversamente non si potrebbe fare; i flashback danno la man forte, perché, ancora più intrigante di sapere cosa accadrà nel prossimo futuro, è sapere cosa è accaduto nel lustro passato (e soprattutto come Oliver sia arrivato, dal cinese e dall’australiano, ai russi).
Tuttavia alcune cose non hanno senso, per cominciare la storia di Laurel e Tommy, iniziata così, da un giorno all’altro, se si capisce chiaramente l’invaghimento di Tommy, quello di Laurel appare del tutto inesistente; una coppia nonsense, che dovrebbe servire per il triangolo (o quadrilatero, libera interpretazione) Tommy – Laurel – Incappucciato – Oliver, ma in realtà non riesce come dovrebbe, e sostanzialmente perché, la storia di Laurel e Tommy, è noiosa da morire e senza né capo né coda. Per non parlare di Laurel, che riesce a mettere al tappeto due scagnozzi di importante stazza con mosse stile Yao Fei, e mi sfugge un attimino dove un avvocato possa averle apprese; successivamente rapita e minacciata di morte da Vanche con un coltello puntato alla gola: “Aggressione aggravata. E rapimento. Questa volta marcirai in prigione per il resto della tua vita”, reazione un pò irritante e fuori luogo questa volta… Non sarebbe male un pò più di realisticità; hanno perfettamente un senso e sono in linea con il telefilm e la storia in generale i combattimenti di Oliver, le sue acrobazie e la sua bravura con l’arco. Possono peccare di eccesso quando si parla di lui perchè come personaggio se lo può permettere, anzi, deve essere proprio così, dobbiamo pur sempre ricordarci che Freccia Verde è un “eroe”. Però tutti gli altri personaggi dovrebbero essere un pò più aderenti alla realtà, non che debbano essere deboli o sottomessi o incapaci totalmente di difendersi: Laurel è dipinta come una tipa tosta, e va bene, però da qui a neutralizzare due assassini, beh, va ben oltre l’autodifesa. Si potrebbe incorrere nel rischio di un troppo dislivello tra buoni e cattivi, che non va bene; il cattivo perde ok, ma solo in ultima istanza, cioè quando arriva Oliver, non possono tutti sempre cavarsela a fortuna; come anche Diggle, scoperto a origliare, se la fila con la scusa di “fumare nello stanzino”. Ma può essere mai una scusa sensata? Non è accettabile l’idea che solo Diggie sia furbo mentre la guardia in questione è un completo idiota, non regge, perlomeno non sempre. E soprattutto il fumo nella stanza dov’era? Dal canto dei meriti, l’azione non manca mai; Oliver, confuso quando si parla di Laurel e di sua madre, non perde però mai di vista il suo obiettivo, grazie anche a Diggle che non glielo permette. L’importanza della guardia del corpo si va sempre più ingigantendosi episodio dopo episodio e di questo non possiamo che gioirne. L’ottusaggine di Oliver quando si parla della madre è l’equivalente di uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia e l’unico che impedisce questa situazione è proprio Diggle, non mera spalla ma qualcosa di più. D’altronde non si può non rispettare uno che ha il coraggio di dirti in faccia certe cose…Dulcis in fundo l’episodio si conclude con la scena che non ci saremmo mai aspettati, cioè Arrow che va a fare visita a sua madre: “Moira Queenm you have failed this city”. E ora come resistiamo ad una settimana di attesa?
Insomma si è decisamente impegnati a Starling City ma ci sono sviluppi importnati anche sul fronte Isola che sembra essere più popolata di Tokyo: dopo averlo salvato, Yao Fei conduce Oliver nelle mani di un appartenete dell’ ASIS (Australian Secret Intelligence Service), presentatosi come Steve Wilson. Oliver scopre, tra le sue armi, la maschera gialla e nera, del soldato che lo torturò; ma Wilson gli racconta che non era lui, ma un altro uomo, giunto con lui sull’isola tempo addietro per liberare Yao Fei, il quale poi però, è stato corrotto. Con Steve, Oliver dovrebbe riuscire a fuggire dall’isola, ma noi ovviamente sappiamo che così non sarà, quindi vedremo cosa accade solo nel flashback del prossimo episodio. Arrow mantiene, in questa, come nelle altre puntate, una struttura ben solida:
Pur non amando personalmente la prassi cattivo della settimana, capisco che sia necessaria per poter arrivare ai vertici alti, scoprendo pian piano una gerarchia: partendo dal più basso dei criminali, fino al più corrotto dei ricchi amici del padre di Oliver, e diversamente non si potrebbe fare; i flashback danno la man forte, perché, ancora più intrigante di sapere cosa accadrà nel prossimo futuro, è sapere cosa è accaduto nel lustro passato (e soprattutto come Oliver sia arrivato, dal cinese e dall’australiano, ai russi).
Tuttavia alcune cose non hanno senso, per cominciare la storia di Laurel e Tommy, iniziata così, da un giorno all’altro, se si capisce chiaramente l’invaghimento di Tommy, quello di Laurel appare del tutto inesistente; una coppia nonsense, che dovrebbe servire per il triangolo (o quadrilatero, libera interpretazione) Tommy – Laurel – Incappucciato – Oliver, ma in realtà non riesce come dovrebbe, e sostanzialmente perché, la storia di Laurel e Tommy, è noiosa da morire e senza né capo né coda. Per non parlare di Laurel, che riesce a mettere al tappeto due scagnozzi di importante stazza con mosse stile Yao Fei, e mi sfugge un attimino dove un avvocato possa averle apprese; successivamente rapita e minacciata di morte da Vanche con un coltello puntato alla gola: “Aggressione aggravata. E rapimento. Questa volta marcirai in prigione per il resto della tua vita”, reazione un pò irritante e fuori luogo questa volta… Non sarebbe male un pò più di realisticità; hanno perfettamente un senso e sono in linea con il telefilm e la storia in generale i combattimenti di Oliver, le sue acrobazie e la sua bravura con l’arco. Possono peccare di eccesso quando si parla di lui perchè come personaggio se lo può permettere, anzi, deve essere proprio così, dobbiamo pur sempre ricordarci che Freccia Verde è un “eroe”. Però tutti gli altri personaggi dovrebbero essere un pò più aderenti alla realtà, non che debbano essere deboli o sottomessi o incapaci totalmente di difendersi: Laurel è dipinta come una tipa tosta, e va bene, però da qui a neutralizzare due assassini, beh, va ben oltre l’autodifesa. Si potrebbe incorrere nel rischio di un troppo dislivello tra buoni e cattivi, che non va bene; il cattivo perde ok, ma solo in ultima istanza, cioè quando arriva Oliver, non possono tutti sempre cavarsela a fortuna; come anche Diggle, scoperto a origliare, se la fila con la scusa di “fumare nello stanzino”. Ma può essere mai una scusa sensata? Non è accettabile l’idea che solo Diggie sia furbo mentre la guardia in questione è un completo idiota, non regge, perlomeno non sempre. E soprattutto il fumo nella stanza dov’era? Dal canto dei meriti, l’azione non manca mai; Oliver, confuso quando si parla di Laurel e di sua madre, non perde però mai di vista il suo obiettivo, grazie anche a Diggle che non glielo permette. L’importanza della guardia del corpo si va sempre più ingigantendosi episodio dopo episodio e di questo non possiamo che gioirne. L’ottusaggine di Oliver quando si parla della madre è l’equivalente di uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia e l’unico che impedisce questa situazione è proprio Diggle, non mera spalla ma qualcosa di più. D’altronde non si può non rispettare uno che ha il coraggio di dirti in faccia certe cose…Dulcis in fundo l’episodio si conclude con la scena che non ci saremmo mai aspettati, cioè Arrow che va a fare visita a sua madre: “Moira Queenm you have failed this city”. E ora come resistiamo ad una settimana di attesa?
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nelle puntate.
- Benché sia apparso (anche solo attraverso una citazione) sin dalla prima puntata, è solo adesso che il vero Deathstroke fa la sua apparizione. Quando ne avevamo parlato nella recensione di “Damaged“, come tutti, avevamo dato per scontato che fosse Slade Wilson. E invece no, è il “supplente” William Randolph Wintergreen. Wintergreen, nei fumetti, è un carissimo amico di Slade Wilson apparso su New Teen Titans #2 del 1980 per la prima volta, nonché mentore e addestratore del futuro Deasthroke; siccome il mercenario è sempre stato descritto come un Batman criminale, Wintergreen sarebbe praticamente il suo Alfred, quindi una figura che l’ha accudito e seguito nella sua crescita caratteriale e professionale meglio di un padre. Una volta ritiratosi dai servizi segreti, offrirà totale supporto all’amico Slade e terrà un diario delle sue avventure. Verrà ucciso proprio da un Deathstroke mentalmente controllato sulle pagine di Teen Titans #2 del 2003.
- Tra le comparse della serie, c’è un personaggio che è stato accreditato con il nome di “George Perez”. Il nome è un riferimento all’omonimo disegnatore di fumetti da cui il personaggio prende il nome, che nel 1980 sulle pagine di New Teen Titans #2, creò il personaggio di Deathstroke/Slade Wilson insieme a Marv Wolfman.
PRO:
- Diggie, coscienziosa voce di Oliver
- Flashback isolani
- Combatttimenti e scene d’azione sempre molto curate
- Moira Queen, you have failed this city!
CONTRO:
- Laurel e Tommy
- L’inverosimilità di alcune situazioni
Nel complesso, Arrow funziona, malgrado la staticità degli episodi (cattivo della settimana – agguato della polizia – Laurel coinvolta nel caso – Oliver che sconfigge tutti – Diggil che cerca di mantenerlo lucido – la Signora Queen che parla di loschi affari con il padre di Tommy – flashback isolano – Speedy adolescente ribelle incompresa dal mondo – Tommy che riceve pacchi da Laurel) funziona; e funziona perché gli autori hanno saputo ben tessere la trama che non rivela mai troppo al telespettatore, ma che gli confessa, gli sussurra, quel tanto che serve per indurlo a seguire il prossimo episodio.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.