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Arrow 3×13 – CanariesTEMPO DI LETTURA 5 min

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Arrow è sempre stato dedito allo spettacolo, anche perchè, visti i numerosi video di allenamento che Stephen Amell posta costantemente su Facebook e su YouTube, non potrebbe essere altrimenti. Pretesti per sfoggiare combattimenti con arco e frecce o anche solo inseguimenti in vicoli oscuri sono all’ordine del giorno, fanno scena e hanno molto appeal sul pubblico, quindi non c’è motivo per farli mancare. Tuttavia un grosso pericolo si staglia all’orizzonte: la coerenza narrativa. Se fino ad ora in tre stagioni in qualche modo si era sempre riusciti a far passare inosservati certi “change of mind”, in “Canaries” è impossibile far finta di niente.
Si dice spesso che le donne siano volubili e, se la cosa non è vera per l’intero genere femminile, lo è almeno per le protagoniste di Arrow: Thea, Laurel, Felicity. Partire da quest’ultima è un po’ d’obbligo visto che è stata lei a concludere “Uprising” con una frase secca e tagliente: “I don’t want to be a woman that you love“. Da affermazioni simili, e visti i precedenti travagliati, ci si aspettava quantomeno una reazione anche pratica che si ripercuotesse sulla normale routine ed invece il momento di coraggio e onestà è stato fine a sè stesso. Nessuna presa di posizione, un leggero lamento ma per il resto Felicity è stata completamente sottomessa ad Oliver, al gruppo, alla realtà ed il femminismo è morto insieme a lei.
Merlyn è necessario per la sopravvivenza nello scontro con Ra’s Al Ghul, lo sappiamo noi, lo sa Oliver e ora lo sanno anche tutti gli altri comprimari. A Thea però questa cosa non va molto giù, sarà perchè Malcolm Merlyn ha ucciso sua madre, sarà perchè l’ha usata a sua insaputa per uccidere Sara, sarà perchè l’ha manipolata per allontanarla da Oliver, sarà perchè difficilmente ci si può fidare di uno che voleva radere al suolo un intero quartiere per fare un ripulisti generale. Ad ogni modo la scelta della piccola Queen di mettere in discussione il padre biologico arriva in ritardo di 10 episodi rispetto a quel “Corto Maltese” dove l’avevamo trovata pappa e ciccia. Quel che appare strano, troppo repentino e decisamente surreale, è il modo in cui è cambiato l’atteggiamento nei suoi confronti, un cambiamento razionale ma decisamente in ritardo per tempo e luogo che non possono essere non considerati. Se si pensa alla molla che fa scattare il cambiamento poi (lo smascheramento di Oliver) il tutto assume dei contorni molto surreali.
A chiudere il trio non poteva mancare Laurel, sempre più protagonista nei panni (stretti) della sorella. La Lance ne ha passate tante ma non fa certo a gara per non commettere errori: ogni sua parola è motivo di discussione; ogni suo gesto nelle vesti di Black Canary porta ad una sconfitta o ad un rallentamento delle operazioni. Nonostante gli sforzi e l’impegno è innegabile che il fallimento la segua ovunque vada; l’utilizzo della Vertigo per far materializzare il suo subconscio richiama il più classico degli escamotage fumettistici per far scontrare le due sorelle ma, in realtà, poco serve a livello pratico. Laurel non ha ancora le capacità per combattere insieme ad Arrow e Arsenal, mancano le basi, la velocità e la tecnica, purtroppo la caparbietà non può bastare in uno scontro. Nella puntata Laurel sembra cambiare più volte idea sul suo futuro come vigilante perchè lo scontro “onirico” con la sorella le ha fatto capire di non essere all’altezza ma basta una chiamata di Oliver per far cambiare subito idea alla Lance, dimostrando quanta coerenza ci sia tra il suo dire ed il suo fare.
Tralasciando questi “change of mind” non si può non apprezzare però il valore di “Canaries” perchè, in contemporanea, scioglie due delle sottotrame che rischiavano di logorare dall’interno Arrow:
il segreto della morte di Sara e la doppia identità di Oliver. Il coraggio, ma anche la necessità, di superare uno dei clichè dei comics porta la serie su un altro piano, elevandola al di sopra di “colleghi” come Smallville in cui l’identità segreta era un must da cui non si poteva prescindere. Facendo cadere il velo di Maya automaticamente anche Thea si sente libera di ammettere che tutte le scuse di Oliver non erano credibili e, di conseguenza, l’intera serie ne guadagna in realtà oltre che in coerenza. Allo stesso modo la realtà si intromette di prepotenza nel confronto padre-figlia quando, nel tentativo di annunciare la morte della sorella, il Comandante Lance rivela di sapere che Laurel è la nuova Black Canary, cosa abbastanza scontata se si fa caso a lividi, contusioni e
ferite riportate durante le varie batoste e, soprattutto, se si tiene conto che Lance è un detective. Se da un lato quindi abbiamo un grosso deficit narrativo dovuto ai frequentissimi cambi di opinione delle volubili protagoniste, dall’altro l’episodio assurge a capostipite di una nuova era in cui finalmente non ci saranno più segreti tra character, o almeno non segreti di importanza vitale. Soppesando i pro e i contro fortunatamente la puntata ne esce positivamente, ma non in maniera spettacolare e la sensazione che si potesse fare meglio lascia un retrogusto particolare in bocca.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Coraggio nell’affrontare i grossi segreti della serie e conseguente aumento della stima nei confronti degli sceneggiatori che non si lasciano frenare da possibili dogmi
  • Apprezzabilissimo il modo in cui Oliver ha svelato la doppia identità a Thea
  •  Aumento della credibilità narrativa
  • Laurel, Thea e Felicity ed i loro “change of mind”
  • Parziale inutilità del Conte Vertigo

 

Il coraggio di evolvere la situazione generale non manca anzi, in Arrow è apprezzabile la scelta di programamre pochi filler. Alla crescita narrativa però a volte viene meno la coerenza dei personaggi che fin troppo spesso ritornano sui propri passi senza porsi troppe domande e svilendo così le loro decisioni precedenti e future. Il risultato è un indebolimento dei personaggi ed un appiattimento della tridimensionalità degli stessi. Con più accortezza “Canaries” poteva avere un voto molto più alto.

 

Uprising 3×12 2.94 milioni – 1.2 rating
Canaries 3×13 2.67 milioni – 1.1 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

1 Comment

  1. Il "change of mind" così repentino di Thea riguardo a Merlyn è tra le cose più forzate mai viste in Arrow, considerando che è avvenuto per i motivi sbagliati. Voglio dire… prima dice "He cares about people", (cosa alquanto discutibile visti i precedenti) , poi per lei lui diventa un mostro per una banalità. Se volevano cambiare la natura del rapporto tra Thea e Malcom, sarebbe stato preferibile che l'avessero fatto in modo diverso ovvero con la scoperta da parte di Thea del suo coinviolgimento nella morte di Sara. Per quanto riguarda Laurel…non mi esprimo. non so come sia nei fumetti, ma nella serie Laurel è una lagna che cammina.

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