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Arrivati a questa 3×03, si può affermare con assoluta certezza che Mark Verheiden – assunto come showrunner da questa terza stagione – è la cosa migliore che potesse capitare ad Ash VS Evil Dead.
La serie, a tutti gli effetti parte integrante della continuità narrativa nella saga di Evil Dead, aveva impostato lo stile e il target già nelle due stagioni precedenti, facendo ben capire cosa potesse dare al pubblico di Starz, ma anche cosa gli spettatori dovessero aspettarsi (e pretendere) dalla stessa. Tuttavia, in questa stagione si va decisamente oltre.
Il miglior pregio di questa terzo arco narrativo è certamente la capacità mostrata da Verheiden e soci nel riuscire a creare una trama che riesca a soddisfare molteplici esigenze, cosa resa possibile soprattutto grazie a Verheiden stesso, che già in passato aveva collaborato con Sam Raimi in alcuni dei suoi film, oltre che in un adattamento fumettistico del primo Evil Dead. Questo non ha soltanto permesso di perfezionare ciò che già era stato fatto bene in precedenza, ma anche di aggiustare ulteriormente il tiro consentendo il bilanciamento ultimo della serie.
Se si toglie tutta la patina demenziale e nonsense, la trama di questa stagione appare decisamente complicata e lontana dall’essere sbrogliata in fretta. Ash e soci si trovano in un universo alterato generato dal salvataggio di Pablo, dopo che Ash ha viaggiato nel tempo proprio per sottrarlo al suo terribile destino, evento che ha cambiato la linea temporale, influendo così su chissà quali eventi. Deadite a parte, manca ancora una vera e propria dichiarazione di intenti del mastermind villain di questa stagione, però gli elementi forniti finora sono sufficienti per farsi delle idee e – anche se manca ancora qualche corposa e massiccia svolta di trama – è chiaro da questo episodio che Ruby sia il cattivo principale e che voglia distruggere tutto ciò che riguarda Ash, a partire dalla sua reputazione.
Una trama del genere possiede un enorme potenziale, soprattutto se a supportare il protagonista si hanno personaggi secondari come Kelly e Pablo, entrambi al centro di storyline che arricchiscono l’aspetto più corale della serie e lo sviluppo della trama orizzontale. Ma Verheiden e soci, conoscendo i loro polli, trovano il perfetto bilanciamento tra l’esigenza di avere una trama non banale inserita in episodi che siano facili e leggeri da seguire. Sembra una pretesa impossibile, ma Ash VS Evil Dead riesce egregiamente a soddisfare questa esigenza. Forse complice anche la breve durata degli episodi, ma la serie rimane ancora oggi un piacere da guardare per quanto scorrevole e leggera.
Gli elementi del genere horror demenziale sono messi nuovamente in primo piano e, dando più importanza a questi piuttosto che alla trama orizzontale, lo spettatore può godere di episodi assolutamente divertenti e che – piano piano, sotto il suo naso – costruiscono una storia appetibile e che, come un ritornello orecchiabile che si ascolta distrattamente alla radio, entra nel cervello e incuriosisce sempre di più, fornendo magari anche qualche colpo di scena inaspettato e succulento. Finora, ogni episodio ha messo in scena delle sequenze ogni volta sempre più epiche e degne di essere ricordate e “Apparently Dead” non è da meno. Difficile battere la sperma-fight dello scorso episodio, però la lotta nella bara (con tutto ciò che ne consegue) e il breve ritorno di Brock Williams sono delle ottime alternative che fanno desiderare di avere un panorama seriale più simile a questa serie.
La serie, a tutti gli effetti parte integrante della continuità narrativa nella saga di Evil Dead, aveva impostato lo stile e il target già nelle due stagioni precedenti, facendo ben capire cosa potesse dare al pubblico di Starz, ma anche cosa gli spettatori dovessero aspettarsi (e pretendere) dalla stessa. Tuttavia, in questa stagione si va decisamente oltre.
Il miglior pregio di questa terzo arco narrativo è certamente la capacità mostrata da Verheiden e soci nel riuscire a creare una trama che riesca a soddisfare molteplici esigenze, cosa resa possibile soprattutto grazie a Verheiden stesso, che già in passato aveva collaborato con Sam Raimi in alcuni dei suoi film, oltre che in un adattamento fumettistico del primo Evil Dead. Questo non ha soltanto permesso di perfezionare ciò che già era stato fatto bene in precedenza, ma anche di aggiustare ulteriormente il tiro consentendo il bilanciamento ultimo della serie.
Se si toglie tutta la patina demenziale e nonsense, la trama di questa stagione appare decisamente complicata e lontana dall’essere sbrogliata in fretta. Ash e soci si trovano in un universo alterato generato dal salvataggio di Pablo, dopo che Ash ha viaggiato nel tempo proprio per sottrarlo al suo terribile destino, evento che ha cambiato la linea temporale, influendo così su chissà quali eventi. Deadite a parte, manca ancora una vera e propria dichiarazione di intenti del mastermind villain di questa stagione, però gli elementi forniti finora sono sufficienti per farsi delle idee e – anche se manca ancora qualche corposa e massiccia svolta di trama – è chiaro da questo episodio che Ruby sia il cattivo principale e che voglia distruggere tutto ciò che riguarda Ash, a partire dalla sua reputazione.
Una trama del genere possiede un enorme potenziale, soprattutto se a supportare il protagonista si hanno personaggi secondari come Kelly e Pablo, entrambi al centro di storyline che arricchiscono l’aspetto più corale della serie e lo sviluppo della trama orizzontale. Ma Verheiden e soci, conoscendo i loro polli, trovano il perfetto bilanciamento tra l’esigenza di avere una trama non banale inserita in episodi che siano facili e leggeri da seguire. Sembra una pretesa impossibile, ma Ash VS Evil Dead riesce egregiamente a soddisfare questa esigenza. Forse complice anche la breve durata degli episodi, ma la serie rimane ancora oggi un piacere da guardare per quanto scorrevole e leggera.
Gli elementi del genere horror demenziale sono messi nuovamente in primo piano e, dando più importanza a questi piuttosto che alla trama orizzontale, lo spettatore può godere di episodi assolutamente divertenti e che – piano piano, sotto il suo naso – costruiscono una storia appetibile e che, come un ritornello orecchiabile che si ascolta distrattamente alla radio, entra nel cervello e incuriosisce sempre di più, fornendo magari anche qualche colpo di scena inaspettato e succulento. Finora, ogni episodio ha messo in scena delle sequenze ogni volta sempre più epiche e degne di essere ricordate e “Apparently Dead” non è da meno. Difficile battere la sperma-fight dello scorso episodio, però la lotta nella bara (con tutto ciò che ne consegue) e il breve ritorno di Brock Williams sono delle ottime alternative che fanno desiderare di avere un panorama seriale più simile a questa serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La 3×03 di Ash VS Evil Dead sarà anche apparentemente morta nel titolo, ma questi venti minuti sembrano più vivi che mai. Si può avere il bis?
Booth Three 3×02 | 0.17 milioni – 0.7 rating |
Apparently Dead 3×03 | 0.16 milioni – 0.7 rating |
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