Black Monday 1×08 – 7042TEMPO DI LETTURA 4 min

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“Fuck ‘em all.”

Dopo i continui balzi in avanti in termini temporali, Black Monday decide di rallentare un attimo e di dare una visione d’insieme più ampia e meglio costruita al proprio pubblico. Per essere più precisi, la serie tv cerca di presentare allo spettatore chi è Maurice Monroe. Anzi, per essere ancora più precisi il passaggio che “7042” cerca di evidenziare è quello da Roland (detto “Romantic”) a Mo, la figura che dall’inizio della serie rappresenta la calamita sia della vena drama, sia di quella comedy.
Il titolo dell’episodio evidenziava già una volontà di guardare al passato con un numero volutamente elevato e che porta la storia nella Los Angeles del 1968 dove la lotta razziale, sospinta da due anni a questa parte dal partito delle Black Panther, serpeggia e rappresenta la quotidianità per i membri della periferia. E’ l’anno dei Giochi Olimpici di Città del Messico e del simbolico (poi diventato iconico) gesto del pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos.
Era un’altra America dove il razzismo non era mal celato e dove l’odio serpeggiava libero senza freni inibitori o apparenti e semplicistici moralismi. Un’America diversa da ora, sì, ma molto diversa anche da quella del 1987 a cui Black Monday ci ha lentamente abituato in questi ultimi mesi di messa in onda.
Alla narrazione del passato viene posto un filtro bianco e nero, sia per evidenziare lo stacco di scena, sia per sottolineare idealmente la lontananza ideologica e storica di determinati avvenimenti nonostante la loro brutale attualità.
Maurice all’epoca era Roland e doveva ancora iniziare quella scalata che lo ha portato alla ribalta nel mondo della finanza del 1987. Anzi, si può dire che il momento più basso della vita di Roland, la sua morte figurata, rappresenti la (ri)nascita di Maurice: in prigione è entrato Roland e lì è rimasto. Ad uscire dalla gattabuia fu Maurice, una persona cambiata, forse più a contatto con la realtà di quanto potesse mai esserlo Roland. Spesso e volentieri viene appuntato come il carcere ti cambi come persona: Roland/Maurice ne rappresenta l’esempio perfetto.
Ad influire profondamente nel cambiamento nel protagonista principale non solo l’incarcerazione ma anche il tradimento della donna che amava ed il suo inaspettato doppio gioco: la giovane afroamericana che flirta con Roland convincendolo ad abbandonare la protesta pacifica per avvicinarsi a quella armata (pianificando il rapimento del Governatore Reagan) altro non è che un’infiltrata dell’FBI. Il colpo di scena c’è ma non si percepisce dal momento che la struttura narrativa di Black Monday predilige esporre al proprio pubblico ogni singolo particolare senza lasciare nulla di intentato o sospeso attorno a qualche misero cliffhanger di fine episodio.
Roland muore lì. Su quel cemento mentre è ammanettato, malmenato dall’FBI ed attaccato verbalmente da quella che, fino a pochi minuti prima, avrebbe potuto ritenere la persona cardine della propria vita.
Roland muore lì. A prendere controllo della situazione è ora Maurice, la stessa persona che in carcere fa amicizia con Rod “The Jammer” Jaminski già apparso in “243” e che ora appare chiaro perché venga definito mentore e maestro di Mo.
Accantonato il focus attorno al passato di Mo, l’episodio riprende il rapimento di Tiff che si rivela ben presto un puro e semplice tentativo della famiglia di ingrossare ulteriormente il proprio patrimonio sfruttando quanto accaduto al marchio Calvin Klein dopo il rapimento della figlia.
L’unico lato negativo di un episodio che permette di apprendere qualcosa in più di Mo oltre che capirne e giustificarne (in parte) i comportamenti è sicuramente la mancata progressione della porzione di trama riguardante la forzata collaborazione di Keith con il SEC.
Ma per questa volta, visto quanto apparso in scena, non appare esagerato giustificare qualche piccola mancanza.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Roland/Maurice
  • Focus sul 1968
  • Evoluzione nel corso degli anni di Mo
  • Conclusione di puntata e confronto tra Dawn e Mo
  • Filtro bianco e nero utilizzato per raccontare i fatti del passato di Mo
  • L’incontro con Rod “The Jammer” Jaminski
  • Keith-SEC completamente lasciato in naftalina

 

Comicità a volte cruenta, la giusta dose di drammi ed un velo di analisi psicologica a ricoprire il tutto: Black Monday si presenta (quasi) nel migliore dei modi agli ultimi episodi.

 

65  1×07 0.31 milioni – ND rating
7042  1×08 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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