L’episodio si concede solo un minuto circa per concludere la scena con cui ci eravamo lasciati nella scorsa puntata, cioè il ritorno di Sofia Varma. Ha bisogno di soldi e aiuto per sfuggire a chi la insegue. Non ci viene spiegato chi sia la minacciosa entità, ma pare sia ben noto anche alla direttrice Mayfair. Per quest’ultima, però, prima dell’analisi della situazione di pericolo c’è il doppio, terribile shock, paragonabile a quello di molte donne che ritenevano il marito morto in guerra e poi se lo vedevano tornare anni dopo, quando magari si erano già risposate. Alcune sono morte d’infarto sul colpo. Per fortuna Bethany Mayfair è donna di grande tempra, anche se non sa resistere ai richiami del cuore e sacrifica per l’amata tutti i soldi che ha in banca. Rifiuta comunque l’offerta di scappare insieme.
Si parte poi per il caso di giornata, con una narrazione che prova soluzioni alternative a quanto visto finora nello show. La sparatoria, infatti, avviene all’inizio e ci si serve di flashback per mostrare momenti sentimentali (Kurt Weller col padre morente, un duetto fra Jane e Oscar, molto emozionante, dove lei già si sente persa al pensiero che non sia più lui il suo referente) o comunque della vita privata dei vari personaggi. Personaggi i quali, fra l’altro, mentre cercano di fermare i responsabili della sparatoria di cui sopra, si dividono, per cui è possibile vedere lo stesso momento da diversi punti di vista. Il risultato è piuttosto riuscito e soddisfacente, anche per come viene usato questo dividersi, spesso un semplice cliché.
Si segnala solo il momento in cui l’agente Reade – ooops – muove la maniglia che innesca la bomba dietro la porta: non ha molto senso, un agente addestrato dovrebbe guardare oltre i vetri, soprattutto in situazioni di pericolo. Sembra proprio che gli sceneggiatori abbiano ritenuto necessaria un’esplosione, comunque sia, ritenendo una puntata di sole sparatorie troppo “piatta”. I temi trattati sono due di quelli a cui il pubblico statunitense è più sensibile: la pedofilia e le stragi nei campus scolastici, dovuti anche all’impossibilità, finora, di far passare una legge per regolamentare più severamente il possesso di armi nel territorio a stelle e strisce. La lobby “a difesa del diritto di portare armi da fuoco” è infatti molto potente. Curiosità: teatro della sparatoria è la Hudson University, nome fittizio, ripreso dai fumetti della DC Comics, usato anche in Law and Order.
Giunti al finale della puntata, si rimane con una sincera preoccupazione per le sorti della direttrice Mayfair e con diversi dubbi. I primi riguardano l’agente Tasha Zapata: a quanto pare è nel gruppo Giocatori Anonimi sotto un altro nome e non si sa quanto sia vera la storia che ha raccontato. La preferiamo decisamente come promotrice di dialoghi frizzanti, come quello con la Patterson sui giochi di ruolo visto in questa puntata. Interrogativi ancor più grossi sono quelli riguardanti Oscar e il suo compare, i quali hanno conservato finora il corpo del direttore della C.I.A., Carter, per non si sa quale ragione. L’uomo con l’albero tatuato sul braccio, inoltre, sembra veder vacillare le sue convinzioni e cominciare a nutrire delle perplessità sulla sua missione. Forse però è proprio in simili momenti che la serie fa più onore al suo titolo: blind spot, cioè un punto cieco di cose che non si sanno, o addirittura una persona non sa di sé stessa. L’episodio sembra suggerire una soluzione romantica a questo problema, a questa cecità, nel dialogo in cui Jane Taylor supplica Oscar di “non sparirle” e gli spiega come, probabilmente, è proprio quello che loro due sono assieme a fare di lui la persona più adatta per la missione affidatagli.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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One Begets Technique 1×18 | 5.46 milioni – 1.3 rating |
In The Comet Of Us 1×19 | 5.58 milioni – 1.4 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).