Questa seconda stagione di Broadchurch sta superando ogni aspettativa, con una brillantezza tale da poter tranquillamente superare addirittura la prima stagione. Se potessimo usare impropriamente un aggettivo per definire l’ultima stagione useremmo “carismatica”, ed è proprio per questo che sovrasta la prima stagione: perché Chinball &Co. hanno osato, hanno creato una linea ben diversa da quella che due anni fa aveva conquistato il pubblico televisivo; la cosa più semplice sarebbe stata replicare le dinamiche precedenti, andando incontro a qualche critica qualitativa, ma che avrebbe lasciato il passo ad un numero di ascolti certo sulla carta. Invece lo showrunner ha rischiato mettendo su uno show che avrebbe potuto non trovare il gusto di una larga fetta di pubblico. O comunque non del pubblico di Broadchurch. E invece è stato un successo su tutti i fronti.
La creaturina di Chinball brilla su tutti i fronti e ci regala un settimo episodio mozzafiato che, come gli altri, si sdoppia su due piani narrativi: un primo filone è quello del processo Miller che avrebbe dovuto costituire il clou della stagione, e così in parte è stato. Un processo molto emotivo che ha visto coinvolti i personaggi che già avevamo conosciuto; straziante metterci nei panni di Beth, comprensivi nei confronti di Mark, compassionevoli guardando Ellie e il figlio Tom assistere al processo, agitati quando l’accusa e la difesa se le suonano in tribunale. Emozioni, tante, ma non solo. Perché se c’è una cosa che è riuscita bene agli autori è l’aver costruito un processo credibile, componente fondamentale in un legal-drama. E quindi abbiamo visto come non sempre il “giusto” vince un processo, come non sia facile costruire tesi di colpevolezza o meno e discuterle brillantemente e come non sempre dichiarare il vero al banco dei testimoni ripaga, a volte lo spergiuro toglierebbe fuori dai guai molto più velocemente. Tramite la mini storia dell’avvocato della difesa riusciamo per qualche secondo a metterci anche nei panni della controparte: non è facile svolgere il proprio lavoro quando cominci a vacillare sulla colpevolezza o meno del tuo assistito (come sembra fare la giovane avvocatessa dopo essersi confrontata con Joe Miller), ma bisogna vincere la causa a costo di sembrare troppo cinici. In particolare nel settimo episodio assistiamo all’arringa finale di accusa e difesa. Noi siamo avvantaggiati, sappiamo già in anteprima rispetto alla giuria chi sia il colpevole, ma onestamente, vi è sembrata poco credibile la tesi della difesa? No. E probabilmente se il processo si svolgesse nelle piazze e non nelle aule di tribunale, sarebbe troppo facile puntare il dito contro il marito fedifrago e violento (perché ha picchiato una sola volta il figlio) che si trovava a pochi passi dal luogo dell’omicidio. Poi si sa quanto piaccia il gossip al pubblico (perché ormai di pubblico si parla nella cronaca nera) e quindi la storia d’amore tra i due agenti suggella un complotto contro il povero marito ferito dal tradimento della moglie. E il fatto che l’arringa sia così credibile rende così difficile e imprevedibile il verdetto e la domanda finale “guilty or not guilty” non è poi così scontata.
L’altro filone narrativo è il caso di Sandbrook. Qua era molto più difficile riuscire a coinvolgere il pubblico quando dall’altro lato abbiamo i nostri protagonisti coinvolti in una trama ben più imponente e per noi importante. Eppure è qui che si vede l’intelligenza e il carisma della stagione: la trama di Sandbrook è riuscitissima, ha coinvolto e appassionato quanto il processo perché vede in prima persona Hardy che in quest’indagine ha investito sentimenti, tempo, passione e anche una moglie se vogliamo. Danny rappresentava il suo riscatto, ma Pippa e Lisa sono la sua redenzione. Intrecciare il caso di Sandbrook con la vita privata di Alec Hardy è stata la giusta strada per rendere intrigante e coinvolgente la trama parallela. Il risultato è il motivo per cui questa seconda stagione di Broadchurch è brillante, carismatica e intelligente: gli autori hanno fatto sì di creare due trame orizzontali entrambe ben strutturate e appassionanti; non c’è un minuto superfluo in Broadchurch, tutto scorre perfettamente e il risultato è che l’episodio vola in un batter d’occhio. Mai noioso, mai pesante, mai troppo drammatico, mai troppo spazio al processo, mai troppo poco, mai elusivo né confusionario. Sempre centrato e impeccabile.
La trama di Sandbrook all’inizio sembrava rappresentare un riempitivo, ma non è affatto così, dato che i veri protagonisti, Hardy e Miller, sono impegnati più nel caso di omicidio delle due ragazzine che nel processo; così in pratica si crea una linea narrativa che vede come trama verticale le testimonianze dei vari abitanti di Broadchurch al banco dei testimoni puntata per puntata. E tutto questo è sinonimo di intelligenza oltre che qualità.
Cosa ci auguriamo per il finale di stagione? Una coerente conclusione delle trame, una risoluzione lineare del processo e una risposta al caso di Sandbrook, perché rimandarlo per una prossima stagione sarebbe una mossa poco furba.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 6 2×06 | 9.33 milioni – ND rating |
Episode 7 2×07 | 9.33 milioni – ND rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.