E finalmente arrivò Mallus. In tutta la sua potenza e la sua inguardabile CGI. Si avvicina infatti l’ora del season finale per questa terza stagione ed essendo arrivati al penultimo episodio sarebbe stato strano se non si fosse concluso con il tanto sospirato arrivo del villain di turno, pronto a distruggere i mondi possibili e immaginabili e ogni linea temporale esistente.
La puntata, da questo punto di vista, non delude certamente le aspettative, certo il modo con cui gli autori scelgono di arrivarci è quantomeno discutibile.
Può sembrare una cosa da poco e certamente non essenziale per la trama generale, ma se c’è una cosa che finora ha sempre salvato DC’s Legends Of Tomorrow (serie partita bene e proseguita finora tra vari alti e bassi) sono stati proprio i villain stagionali. Sia Vandal Savage nella prima stagione, sia il trio Damien Darkh-Reverse Flash-Malcolm Merlyn nella seconda, sono stati antagonisti in grado di reggere degnamente lo show riuscendo ad apparire, in più di un’occasione, più interessanti degli stessi protagonisti.
Per quanto riguarda Mallus, molte erano le aspettative sul suo arrivo e la tensione giocata sul fatto che nessuno finora avesse visto il suo vero aspetto l’aveva reso un personaggio ancora più iconico, proprio perché annunciato come “grave minaccia” per le sorti dell’umanità, giocando tutto sul fatto di essere un demone dotato di poteri quasi divini (va quindi dato atto che buona parte della sua fortuna è dovuta al personaggio di John Constantine che ha avuto il compito di creare suspense attorno a questo personaggio).
Ora, dopo tanto attendere, ecco arrivare finalmente (sul filo del cliffhanger) Mallus: una sorta di parodia del demone Chernabog di Fantasia realizzato in una CGI da videogioco anni 90. L’ultima cosa che potrebbe suscitare veramente terrore in un qualsiasi spettatore. Certamente sarebbe stato più spaventoso se fosse rimasto sotto le sembianze di Nora Darkh, miglior personaggio dell’episodio sotto tutti i punti di vista.
A proposito del suddetto personaggio, va detto che questo ha funzionato meglio soprattutto per quanto riguarda il conflitto interiore tra il voler effettivamente unirsi a Mallus e il parziale tentativo di liberarsi di esso, soprattutto grazie alla duttilità di sentimenti dimostrata dall’attrice Courtney Ford, interprete del personaggio.
Sicuramente migliore del padre Damien Darhk, il cui cambiamento repentino di personalità negli ultimi due episodi sembra veramente troppo incredibile e stona un po’ con quanto visto finora nella serie in questione e in tutto l’Arrowverse in generale. Si tratta di un evidente volontà, da parte degli sceneggiatori, di poterlo utilizzare come deus ex machina per portare avanti la trama nella direzione voluta (guarda caso l’unico suggerimento che permette alle Leggende di riuscire nei loro piani è il suo, prima dell’inevitabile e stra-prevedibile voltagabbana nei loro confronti).
Un altro elemento considerato veramente di qualità per la serie è quello costituito dalle continue citazioni pop di cui si nutre lo show, per la sua stessa natura. E qui gli autori vanno veramente sul sicuro pescando tra due pezzi da novanta: Barack Obama e John Noble.
Per quanto riguarda il primo personaggio è difficile sbagliare, anche se la retorica nostalgica e anti-trumpiana rende un po’ troppo sdolcinata e didascalica la presenza del giovane ex presidente, in questa puntata, quasi a volerne fare una specie di agiografia. Anche se è un’ottima scusa per inserire battute ad effetto come quella sull’Obama-care di Sarah o quella sopracitata di Grodd.
Per quanto riguarda John Noble, questo fa ottima figura come guest star nel ruolo di se stesso sul set del Signore degli Anelli. Già in un’altra puntata dello show si era visto come i riferimenti a Tolkien sono sempre ben apprezzati in una serie nerd-centrica come DC’s Legends Of Tomorrow. Qui però l’humour e il citazionismo la fanno ancora di più da padroni (così come l’autocritica per quanto riguarda i dialoghi della serie) prendendo direttamente il cuore del fandom legato alla saga di Gandalf e soci. Da segnalare la battuta sulle figure femminili inserite per “esigenze di produzione” anche se non attinenti con il romanzo originale (coff…coff… The Hobbit…coff).
La puntata dunque arriva dove voleva arrivare, con zero sorprese e con le dovute forzature narrative. Nel mezzo continua la storyline legata alle origini di Ava, abbastanza forzata e inutile anch’essa ma, come si è visto, facilmente risolvibile in poche battute e si può prevedere un suo scioglimento abbastanza semplice nell’ultimo episodio. Così com’è stato prevedibile lo scioglimento della stroyline riguardante Amaya e il suo tentativo di creare anacronismi disperati ricalcando uno schema narrativo che ormai ha veramente stancato alla terza stagione (le Leggende che dicono di non voler cambiare la Storia ma poi alla fine ognuno fa quello che gli pare). Da segnalare, a tal proposito, il pessimo trucco e parrucco di Amaya versione anziana che è poi semplicemente la solita Amaya con qualche ruga disegnata sopra.
Positivo, invece, il ritorno di Rip Hunter che riesce, per un attimo, a riunire il Team-Leggende sotto la propria guida, salvo poi venir scavalcato (col senno di poi, a torto) da Sarah. Si auspica che la sua presenza, soprattutto nel finale, diventi ancora più importante. E che ci sia un ritorno nel Team dei numerosi “profughi” che lo show si è lasciato alle spalle (Jax, Leo, Constantine…) perché al momento pare essercene molto bisogno, non solo per la lotta contro Mallus.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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I, Ava 3×16 | 1.28 milioni – 0.4 rating |
Guest Starring John Noble 3×17 | 1.23 milioni – 0.4 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!