Designated Survivor 3×02 – #slipperyslopeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Designated-Survivor-3x02Dopo aver fatto pregustare l’aria del cambiamento con un primo, promettente, episodio, Designated Survivor conferma quanto di buono visto nella prima puntata. Sono finiti i tempi di Angelo Custode Presidente Kirkman: il principale elemento che deve assolutamente essere evidenziato è il realismo che la serie sta cercando di prefissarsi come obbiettivo. Si parla ovviamente di realismo calato in un contesto in cui determinate meccaniche sono essenzialmente fuori dalla norma (basta per esempio tenere ben presente la legge che ha fatto in modo che Kirkman diventasse Presidente in primo luogo).
Non ci sono più sfuriate da parte del paladino del mondo, bensì inizia a farsi strada l’arte del compromesso, vero elemento portante della politica in ogni sua declinazione.
Sul finire di puntata la nuova fidanzata di Aaron appunta che Tom è diventato uno di “loro” (alludendo ai politici), ma il cambiamento non è da collegare al desiderio di ricandidarsi come indipendente. La serie cerca di giustificare in questo modo questo cambiamento e da un certo punto di vista mantiene la logica del “potere che logora chi ce l’ha”, tuttavia è innegabile come le differenze siano da far coincidere con il cambiamento al vertice della produzione (quindi offscreen e scollegato dalla storia in sé). Il compromesso diventa di casa, Kirkman diventa finalmente un politico agendo come tale e la serie inizia a rivelare un lato (possibile sottotrama?) dark che la equipara alla miniserie di National Geographic, The Hot Zone: la moria di uccelli mostrata nella scorsa puntata ed appuntata nella recensione sembrerebbe far parte di un progetto a più larga scala che coinvolge un virus/batterio/qualcosa di non meglio specificato decisamente mortale (per quel poco che è dato sapere allo spettatore, almeno).
Il compromesso di Kirkman è legato ad una delle questioni internazionali più “pesanti” mai sollevate all’interno dello show: per poter portare avanti la propria politica di ricostruire l’America (che cela un certo richiamo a quel “Make America Great Again” di trumpiana memoria), il Presidente si è dovuto appoggiare a degli investitori stranieri tra i quali alcuni Emiri dell’Arabia Saudita. Uno di questi si rivelerà essere sposato con una ragazzina ancora adolescente scatenando non solo il ribrezzo all’interno dell’amministrazione, ma anche all’interno dell’opinione pubblica. Il tutto precipita quando, volendo mostrarsi superiori all’Arabia, Aaron e Tom peggiorano la situazione non essendo a conoscenza delle migliaia di matrimoni infantili che si celebrano (o sono stati celebrati) negli USA.
Ed il compromesso di Kirkman è non impedire questo tipo di oscenità sociali (non varando leggi che possano eliminare questa medioevale usanza) per non rischiare di veder abbassare il già poco consenso che la sua figura è riuscita a guadagnare.
Collegata alla questione del virus si ritrova Hannah, alle prese con una vita d’ufficio ed un lavoro in cui non sembra semplicemente fuori luogo, ma che non si capisce bene cosa possa avere mai a che fare con il suo personaggio. Scrivania, pc e analisi non sono gli elementi che la caratterizzano, infatti.
Ad appesantire leggermente la visione ci si mette la consueta dose di drammi famigliari (da Emily a Mars) che riempiono i minuti, ma che non fanno altro che aggiungere noia. Interessante, ovviamente, la caratterizzazione del nuovo personaggio e della sua particolare situazione familiare, ma per ora continua a sfuggire il fine ultimo delle scene e la loro vera utilità. Stesso discorso per Emily con l’aggravante che essendo un personaggio “storico” della serie, nemmeno si dovrebbe sentire il bisogno di caratterizzarla ulteriormente. Si tratta della consueta quota minuti che permette alla puntata di raggiungere i cinquanta minuti. Bisognerebbe dire a Netflix che anche quaranta sono più che sufficienti, non per forza bisogna sorbirsi un film a puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Inizio e fine puntata che si ricollegano alla moria di uccelli mostrata nello scorso episodio
  • L’arte del compromesso che finalmente compare all’interno di Designated Survivor: il miracolo
  • Tematica della politica internazionale (Arabia Saudita e Norvegia) ben mostrate e presentate
  • L’utilizzo di video veri per mostrare la disaffezione per la politica di buona parte degli americani
  • I drammi familiari inutili
  • Seth e sua figlia
  • Emily e sua madre
  • Mars e sua moglie
  • Hannah alla CIA ed il suo lavoro d’ufficio

 

Se l’elemento narrativo dell’arma chimica dovesse far capolino all’interno della storia in maniera legittima e valida la votazione diventerebbe per forza di cose alta. Ma per ora meglio tenere un profilo basso.

 

#thesystemisbroken 3×01 ND milioni – ND rating
#slipperyslope 3×02 ND milioni – ND rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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