Dracula.
Soltanto il nome fa scorrere paura, lussuria, terrore, amore nelle vene dei cultori del genere, di chi, come me, ha amato visceralmente il racconto di Stoker, conosce a memoria ogni passaggio dello stupendo “Dracula di Bram Stoker” di un visionario e crepuscolare Coppola con un Gary Oldman che dire strepitoso è poco.
Alla notizia di una serie sul Vampiro con la “V” maiuscola, ho scalpitato, interessata nel rivedere sullo schermo questo mostro/eroe sanguinario, riponendo speranza nel fatto che gli autori non tradissero lo spirito di questo personaggio epico.
Naturalmente ogni buon proposito è stato sistematicamente distrutto ma forse un pò dovevo aspettarmelo e mi è bastata la visione di questo pilot per convincermi del fatto che negli ultimi anni praticamente nessuno, al di fuori di Francis Ford, ha saputo raccontare magistralmente le gesta del Conte.
La rete NBC, rappresentata dagli autori Cole Haddon (fumettista) e Daniel Knauf (idetore di “Carnivàle”, trasmesso da HBO) mette in scena tutto al di fuori di quello che davvero è “Dracula”, cioè una storia di seduzione del male, di passione, d’amore e morte.
Ci ritroviamo nella Londra vittoriana dove l’imprenditore americano Alexander Grayson (alias Dracula) si presenta in società con una di quelle feste che Lady Violet Crawley direttamente da Downtown Abbey definirebbe una “folkloristica accozzaglia d’oltreoceano”, risvegliato da un Van Helsing terribilmente noioso in modo che insieme possano combattere “l’Ordine del Drago” che manovra i fili del destino dell’umanità così da perseguire i propri orridi scopi.
Naturalmente a far da corollario ci sono i personaggi del racconto di Stoker: servitore e compagno fedele del Conte, Renfield; il giornalista con una personalità pari a zero, Jonathan Harker; la tutto-pepe, per essere gentili, Lucy Westenra e dulcis in fundo, Mina Murray, reincarnazione della sposa di Dracula, qui studentessa di medicina e soprattutto, al contrario di Winona Ryder, neanche lontanamente paragonabile, molle come un fico. Sarò molto severa, ma l’espressività della donna che dovrebbe far battere il non-cuore del nostro tenebroso Vampiro è veramente pessima, non esiste un briciolo di quell’ingenua palpitazione, del desiderio mancato della donna capace di far innamorare non Edward Cullen ma il Signore della Notte, quello vero.
Tra i nuovi personaggi troviamo Lady Jane, cacciatrice di vampiri che però non perde occasione di ansimare sotto i canini di Grayson, mah.
A tutto ciò aggiungete una serie di combattimenti stile “Blade”, “Matrix”, compagnia bella, completamente fuori contesto e otterrete il sunto della puntata.
A dire il vero qualcosa da salvare c’è: in primis Jonathan Rhys Meyers, molto molto figo, con o senza baffetti, sensuale e seducente al punto giusto, ben si adatta nei panni del Conte e tutto sommato convince e la scenografia, soprattutto durante la festa, è ben curata.
Per il resto, non ho trovato altro motivo per continuare a seguire la serie: i dialoghi sono piatti, i personaggi non possono nemmeno competere con gli originali, e per quanto mi piaccia il bel Meyers, non è una ragione sufficiente per tenermi incollata allo schermo.
- Jonathan Rhys Meyers sensuale e in parte
- Scenografia ben curata in alcuni punti
- Personaggi piatti e senza tono
- Intreccio poco interessante
- Combattimenti fintissimi, fuori dal contesto
A Dublino, nel museo degli scrittori irlandesi, troverete una copia dello scritto originale di Bram Stoker: se come me, al sol vederlo lì, nella teca, verrete percorsi da un brivido di tensione, lasciate perdere la visione di questo “Dracula”; se invece avete voglia quanto meno di osservare il fustacchione Jonathan, guardatelo solo per lui, tutto il resto è noia.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.