Jonathan Harker: “You’re a monster!”
Dracula: “And you’re a lawyer, nobody’s perfect!”
Il 2020 inizia con il botto regalando questa nuova produzione BBC rilasciata poi anche su Netflix.
Il duo Mark Gatiss e Steven Moffat, dopo il successo mondiale di Sherlock, si cimenta in un nuovo adattamento televisivo scomodando un altro grande personaggio letterario: il vampiro nato nel 1897 dalla penna di Bram Stoker. E certamente si tratta di una delle serie più attese, poiché Dracula riveste ancora oggi (dopo innumerevoli adattamenti cinematografici e televisivi) un certo fascino.
Ma come fare per non dare al pubblico l’ennesima minestra riscaldata riguardo qualcosa di già visto e conosciuto? Soprattutto considerando che si tratta di un adattamento in costume, quindi non una versione contemporanea come era stato per l’investigatore di Baker Street. In questo, bisogna ammettere che il duo di autori-sceneggiatori ha avuto proprio una bella pensata puntando tutto su uno stratagemma che poteva sembrare semplice e scontato ma che in realtà non lo è per niente: un ritorno alle origini del personaggio.
Attingendo a piene mani dalle pagine del romanzo, la narrazione comincia a posteriori con l’indagine, svolta in un convento, su Jonathan Harker (John Heffernan), un ex-rappresentante legale di uno studio notarile che afferma di aver avuto un’esperienza traumatica con una creatura chiamata Dracula.
Da qui comincia la prima parte dell’episodio che ha come oggetto la presentazione del personaggio del Conte Dracula e la descrizione di che cos’è un vampiro e quali sono i suoi poteri e limiti. Si tratta della parte più fedele al romanzo originario, da cui riprende alla lettera la descrizione del viaggio di Harker, l’arrivo al castello del Conte, i dialoghi e persino lo scambio epistolare con l’amata Mina (il romanzo di Stoker nasceva appunto come epistolare).
Una riproduzione perfettamente fedele al libro in cui lo spettatore viene di fatto guidato alla conoscenza del personaggio così come il lettore dell’800 che si trovava, per la prima volta, a contatto con la storia scritta da Stoker. Un esempio perfetto di quello che dovrebbe essere il concetto dello “show don’t tell“, in cui la presentazione di Dracula avviene soprattutto tramite le sue azioni e con la stessa metamorfosi che si compie proprio sotto gli occhi allucinati dello “spettatore” Harker.
Per questo bisogna ammettere che pochi altri registi e sceneggiatori siano riusciti a rendere così fedelmente la presentazione di Dracula come fatto in questo caso da Gatiss e Moffat, soprattutto riportandolo in maniera “giustificata”. A ciò si può tranquillamente aggiungere la performance dell’ottimo Claes Bang, attore danese (in una produzione orgogliosamente “made in Europe”) già protagonista dell’acclamato film The Square, la cui interpretazione di Dracula non ha nulla da invidiare a quelle storiche di Christopher Lee e Gary Oldman.
Rimane una certa “elasticità” per quanto riguarda le “regole” dei vampiri, che dovrebbero essere l’oggetto principale della puntata, come spiega il titolo, ma che al momento sembrano fatte soprattutto in favore della trama, contraddicendosi continuamente (gli fa male il crocifisso ma solo se alla luce del sole? Arriva solo se evocato ma con Jonathan è lui che prende l’iniziativa?). Bisogna dire però, che nello stesso romanzo di Stoker i poteri di Dracula sono un po’ ambigui e contraddittori e comunque rimangono altri due episodi per sopperire a questi buchi di sceneggiatura.
Nel frattempo, la seconda parte dell’episodio regala lo scontro tra Dracula ed un esercito di suore agguerrite, per nulla docili e mansuete, tra cui spicca su tutte la co-protagonista dell’episodio, suor Agatha Van Helsing (Dolly Wells), la vera novità di questo adattamento visto che è una riproposizione al femminile dello storico antagonista di Dracula, nonchè vera erede di Sherlock Holmes, da cui riprende atteggiamenti e filosofia investigativa.
Quella in cui viene fuori l’aspetto splatter/gore della serie (e che ci si aspetta in qualsiasi adattamento di Dracula) che esplode in un cliffhanger ad alto tasso di emotività e suspense è la parte migliore dell’episodio. Una soluzione finale che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore (che comunque non corre il rischio di annoiarsi durante tutto l’episodio) e a definire quello che sarà il mood dell’intera serie trainato da quella che probabilmente sarà la continua lotta tra il vampiro e la suora-esorcista.
Effetti speciali tradizionali e CGI si mescolano perfettamente in una storia densa di suspense e azione sotto l’esperta regia di Jonny Campbell (già dietro la macchina da presa per Doctor Who e Westworld). Rimane come unico difetto la rappresentazione del personaggio di Mina Harker (Morfydd Clark), di ben altro spessore nel romanzo di Stoker, ma che comunque non va ad inficiare una puntata pressoché perfetta.
In attesa di sapere, dunque, come andrà a finire la lotta fra Bene e Male, si può tranquillamente dare fiducia a questo nuovo prodotto BBC, sempre sinonimo di garanzia per quanto riguarda le serie televisive.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!