La tendenza delle opere dei King a non lasciare mai da parte la verticalità delle trame emerge anche in questo “How To Slaughter A Pig“. Una rapida e importante progressione delle trame orizzontali, infatti, lasciano comunque spazio all’ennesima storia densa di ambiguità tra naturale e sovrannaturale, di attualità e sensibilizzazione sociale.
Il risultato è quello di un andamento senza acuti anche quando gli acuti dovrebbero esserci. Una narrazione oscillante tra l’ironico e il drammatico senza mai toccare gli estremi. Questo è un linguaggio che ha sempre funzionato nelle opere dei King ma con un dosaggio non adeguato può dare vita ad episodi importanti come questo, la cui visione comunque si trascina un po’.
TRAMA VERTICALE DI SENSIBILIZZAZIONE
Sicuramente degna di nota è la scelta della trama verticale. Niente di eclatante nella sua risoluzione: maiali che sembrano posseduti, assetati di sangue, gente posseduta di conseguenza, esorcisti della domenica, alla fine una soluzione semplice di cannibalismo suino.
Ciò che funziona è il messaggio tra le righe, che poi neanche tanto tra le righe. La visione nuda e cruda delle condizioni negli allevamenti intensivi e nei rischi che questi comportano anche per la salute dei consumatori. L’impatto ambientale e la condizione di vita degli animali stessi sono poi fattori che seguono a ruota quanto mostrato.
Evil spinge al vegetarianesimo/veganesimo? Forse no. Ma scegliere, tra le tante possibili false possessioni che ci potessero essere, proprio una riguardante un allevamento di maiali non è da poco. Considerando che nella dieta a stelle e strisce questo rappresenta un alimento (quasi) base già a partire dalla colazione.
TRAME ORIZZONTALI CHE PROCEDONO
Di fianco alla citata trama verticale, che sul piano dell’originalità della storia poco aggiunge al repertorio di Evil, è possibile riscontrare diversi sviluppi sul piano orizzontale. Sviluppi anche di una discreta importanza ma che purtroppo sono inseriti in un andamento tutt’altro che climatico. Non è detto che questo non si possa considerare come segno di originalità e fattore positivo.
Fatto sta che il bambino nasce, Ben rivela le sue visioni a Kristen e David, Kristen si preoccupa per il marito, David ricomincia ad avere visioni e si fionda “metafisicamente” in zone di guerra in Africa.
Probabilmente tutte questioni che potevano avere il loro peso specifico all’interno dell’episodio, se affrontate con un po’ più di pathos e non tra mille altre faccende (alla fine è anche un po’ caratteristica dei King quella di aprire mille trame).
UN PO’ DI PIATTUME GENERALE
Sarà lo stile dei King che può catturare in diverse modalità il pubblico, può essere la distanza di tempo tra le stagioni, oppure la sovrabbondanza di sotto-trame, molte delle quali lasciate sfumare o ignorate completamente, però in questa quarta e ultima stagione è più presente che mai la sensazione di star assistendo ad una serie che risulta più divertissement degli autori che vera e propria storia da raccontare.
Non che questo sia un difetto, altrimenti andrebbe abbattuto metà o più del lavoro dei coniugi King. Forse come già detto in precedenza dipende dal contesto storico, dagli altri show in circolazione. Una cosa è certa. Evil non ha mai saputo tenere una linea forte dal punto di vista narrativo. È sempre stato gettato fumo negli occhi tra le trame verticali (conditio sine qua non del team creativo) e diverse situazioni aperte e chiuse, aperte e mai chiuse, aperte e apparentemente chiuse.
Mancano ancora undici episodi, la possibilità e le premesse comunque per aprire il terreno ad una bella stagione finale ci sono tutte. C’è da essere fiduciosi e non lasciarsi buttare giù da un avvio non esattamente coinvolgente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sicuramente il giudizio dell’episodio è complessivamente positivo. Quando si critica una serie come Evil si parte sempre dal presupposto che le mani che scrivono hanno l’intento di raccontare qualcosa mettendo comunque la qualità scenica al primo posto.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.