Halt And Catch Fire 4×05 – Nowhere ManTEMPO DI LETTURA 4 min

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Strana creatura questa quarta stagione di Halt And Catch Fire. Confermata l’anno scorso un’ultima stagione per concludere degnamente una delle serie più sottovalutate degli ultimi tempi, negli ultimi episodi sembrava combattere a fatica cedendo forse troppo verso la sua componente più banale (quella prettamente soap) rispetto a quella relativa allo sviluppo dell’informatica e le conseguenze che portava nella vita dei protagonisti. E’ sarebbe stato un peccato perché poche serie, prima di questa, avevano azzeccato e usato in chiave originale l’ambientazione storica (gli anni 80 e i primi 90) e l’ambito tematico (l’informatica) nell’evoluzione della storia e dei personaggi. La corsa verso “la prossima cosa nuova” a guidare tutto, senza sosta.
Come Joe in questo episodio, lo spettatore era arrivato a porsi la domanda relativamente la direzione che si stava intraprendendo e quale futuro si dovesse aspettare per la serie.
Fortunatamente arriva questo episodio a chiarirci il tutto, riportando la narrazione su binari decisamente più interessanti e originali
Lo fa ponendo, più di altre volte, l’intero cast nella situazione di guardare in faccia quale futuro si vuole  per la propria vita.
Ognuno, ovviamente, si rapporta ad esso alla sua maniera, seguendo la propria indole pesantemente rivoluzionata però da quel sfuggevole treno rappresentato dalla corsa all’oro informatico.
Partendo dai personaggi più defilati, la piccola Haley rappresenta  l’inevitabile scontro che l’immaturità delle nuove generazioni, piene di energie ed idee ma ancora prive di quelle ossa che possano reggere il tutto, si trovano sempre ad affrontare. La sua reazione di difesa a questa dura realtà è tornare alla protezione di un letto, delle lenzuola e forse anche della ninna nanna materna nelle cuffie. Un motivo, cantato da Donna qualche stagione fa proprio alle sue figlie, che forse viene ascoltato anche da Gordon per mantenere la calma e il controllo rispetto ad una malattia di cui non riesce ancora a capire nulla, ormai da troppi anni.
Dei quattro protagonisti, Gordon è quello che, in genere, rimane sempre più defilato. Rimane l’anima buona e forse ancora ingenua del gruppo. Grazie ad una nuova relazione seria con un’altra “nerd” come lui, riesce però a compiere un passo in avanti nella sua evoluzione, realizzando come la sua innata mania del controllo e la necessità di dover capire ogni cosa non ha fatto altro che fargli perdere la vera essenza del futuro e tutto quello che nasconde: il suo non essere determinabile e quindi prevedibile. Bruciare i suoi diari medici ha quindi l’effetto catartico di liberarlo da questa paura dell’ignoto e fargli vivere il presente, l’unica modalità che ha realmente senso per poter affrontare il futuro. Di questa rivelazione ne rende partecipe Joe (uno dei due momenti migliori dell’episodio) che, forse per la prima volta nella sua vita, non vede più la fantomatica strada maestra da dover percorrere, guidato dal suo talento e dalla sua incoscienza, che l’ha portato quasi sempre però a non raggiungere nulla e spesso perdendo i pezzi per strada. Stavolta Joe sembra anche lui viversi il presente, rischiando molto di più proprio perché non sa dove sta andando. La sua travagliata relazione con Cameron ne è lo specchio deformato. Una relazione che li ha sempre posti, a turno, come elementi distruttivi o simulacri delle idee (ideali?) dell’altro.
La nuova crisi per Joe potrebbe nascere da come vuole rapportarsi rispetto a questa consapevolezza delle sue necessità, stranamente così chiare tanto da portarlo ad esprimere sensazioni e sentimenti con una naturalezza tanto inedita per lui. Inedita anche per Cameron che forse ne è totalmente spaventata. Questo spavento fa da perno su cui ruotano le trame di tutti, portandola al ruolo di burattinaio di quasi tutti personaggi. Il suo futuro è ancora combattuto tra la sua naturale propensione verso una creatività senza filtri, quindi verso altri mondi inaccessibili agli altri e per questo incomprensibili, e la tremenda necessità di essere accettata e amata dagli altri (sintomatica la visita di Tom nel camper).
L’unico personaggio che forse l’ha veramente capita risulta Donna e forse per questo debitamente allontanata da lei alla fine della scorsa stagione.
Su Donna la scrittura forse compie il suo lavoro migliore. Dei quattro è quella per cui si è sempre teso a provare meno empatia. In questo episodio però il suo percorso narrativo (dalla curiosità sull’ignoto aiuto esterno per Rover fino alla sua rivelazione) e tutti i sentimenti che prova verso Cameron (e non solo, vedi anche per il senza-futuro, povero Boz) lungo il percorso aiutano a farcela apprezzare: dal rancore all’empatia, dalla comprensione alla stima, in una splendida carrellata di intense scene. Su tutte, quella della scoperta del grande segreto di Pilgrim. Solo lei poteva raggiungere il mondo irraggiungibile di Cameron.
Appare quindi inevitabile che presto le due donne incroceranno di nuovo le loro strade per percorrerne una insieme. Verso il successo, facendo faville.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La tanto odiata Donna, splendido personaggio.
  • I dialoghi, tutti. Soprattutto tra Joe e Gordon
  • Ancora rimane qualche accenno fastidioso alle modalità da soap opera

Questa serie sa ancora riservare piacevoli sorprese, lavorando di fino e per strati, usando sapientemente l’informatica come efficace metafora della vita moderna. Datecene ancora, please.

Tonya And Nancy 4×04 0.34 milioni – 0.13 rating
Nowhere Man 4×05 0.31 milioni – 0.09 rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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