Hannibal 2×08 – Su-zakanaTEMPO DI LETTURA 3 min

Will e Jack pescano nel ghiaccio, attorniati da neve che attutisce i rumori, come attutisce la loro indagine silente verso Hannibal, nella speranza che commetta un palso falso che possa incastrarlo definitivamente. Graham è cambiato: è un uomo più sicuro delle proprie intenzioni, che cela all’occhio indiscreto le reali sensazioni, sapendo esattamente come creare un’esca viva
per catturare il pesce perfetto. Il Dr. Lecter ha, finalmente, le attenzioni del suo giovane “amico” e non immagina il gioco di seduzione che Will sta mettendo in atto per lui: l’uomo vuole risvegliare l’istinto predatore del cannibale, usando se stesso per stuzzicarlo.
L’ex profiler lancia l’amo: durante la seduta settimanale con Hannibal, Will pronuncia una frase che cambierà da ora in poi le carte in tavola: “Smettila. Non mi aspetto che tu ammetta qualcosa; non puoi: preferisco un peccato d’omissione alle bugie
sfacciate”. Il Dr. Lecter, sardonico, abbozza e silenziosamente, conferma a Will le accuse da lui mosse. Il pesce è ormai agganciato all’amo.
Le continue metafore della pesca per spiegare certe dinamiche, in particolare quella tra i due protagonisti, conducono lo spettatore al centro della trama intricata che va via via costruendosi e chiarisce efficacemente, gli eventuali dubbi di chi guarda.
Il caso della settimana non è un riempitivo ma serve da cartina al tornasole per raccontare ciò che sta accadendo tra Will e Hannibal. Filo rosso che unisce i puntini sparsi durante l’episodio è la rinascita: l’ex profiler si ritrova davanti ad un nuovo capitolo della vita, è un uomo diverso pronto a giocare con il nemico e a vincere.
Una ragazza è stata trovata senza vita, cucita all’interno di una cavalla che aveva partorito un puledro morto; a sua volta, la donna, porta dentro di sè uno storno vivo: in tutta la scena dell’obitorio ho trattenuto il fiato, rapita dalla spettacolare messa in scena e dal profondo significato che questo catenaccio di morte e vita ha portato con se. Il killer è un uomo viscido che si approfitta di una persona disturbata per coprire i suoi crimini, ma quest’uomo, che sa di cosa è capace l’assassino,  non potendo far risorgere la donna, decide di compiere questa serie di gesta pietose per veicolare l’anima della vittima nell’aldilà, attraverso l’uccello, simbolo di vita.
Il rapporto tra predatore e preda, prevede che quest’ultima applichi la “legge del taglione” con il suo carnefice: speculare è la situazione tra Hannibal e Will, che vorrebbe fare la stessa cosa.
A questo punto della storia vengono introdotti due nuovi personaggi, uno visto e l’altro sentito nominare, che abbiamo capito, avranno un ruolo importante: Margot e Mason Verger.
I due gemelli, hanno un rapporto molesto e in questo la ragazza pare esserne vittima; si rivolge a Lecter per raccontargli i suoi istinti omicidi verso il fratello e quest’ultimo, le consiglia, velatamente, di ucciderlo facendo fare il lavoro sporco a qualcun’altro.
Sarà questa la mossa che inchioderà il cannibale?
Il punto più alto dell’episodio, forse delle puntate viste fino ad ora, è il confronto che hanno Will e Hannibal nella stalla: Graham vuole uccidere il killer ma il Dr. Lecter lo ferma. Con dolcezza, quasi con vero affetto, Hannibal accosta il suo viso a quello di uno stupito Will, sussurandogli che non sono stati i suoi insegnamenti a formare la sue scelte. Sarà semplicemente la sua natura, che stabilirà, ancora una volta, se l’ex profiler è più tendente al bene o al male.
Fuller ci regala minuti di una bellezza seducente, in poche battute restiamo storditi e affascinati dal meccanismo in atto tra i due personaggi: la puntata si chiude lasciandoci con nuove pedine e sempre più voglia di capire come si arriverà alla fine di questa elegantissima cena.