Kidding 1×09 – Lt. PicklesTEMPO DI LETTURA 5 min

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Why can’t Will be an asshole? I’m sorry. I like that he’s an asshole, I don’t know why. Sometimes it’s okay to be an asshole. Sometimes the world needs assholes.

A volte il mondo ha bisogno di stronzi. Concetto molto opinabile ma che nasconde un fondo di verità. In realtà, con un pizzico di presunzione nei confronti degli autori, che fin qui hanno operato in Kidding un lavoro di scrittura rasente la perfezione, forse la verità è che a volte l’essere umano ha bisogno di essere stronzo. Indubbiamente un mondo senza stronzi sarebbe un mondo migliore, eviteremmo di dover fare i conti con problemi e delusioni che spesso non dipendono da noi ma bensì nascono unicamente da un contatto, breve o prolungato che sia, con suddetti individui. Eppure, rimaneggiando per nostra convenienza la classica frase da Baci Perugina secondo cui non può esservi felicità senza una buona dose di tristezza, allo stesso modo sarebbe impossibile apprezzare a pieno i pochi momenti in cui la vita ci sorride senza aver avuto a che fare, almeno una volta nella vita, con uno stronzo.
Nonostante la citazione in apertura faccia riferimento a Will, questa accettazione – con conseguente attribuzione di valore – del ruolo di stronzo, risulta strettamente connessa al breakdown di Jeff, sempre più vicino ad un punto di rottura che, come molti si augurano fin dai primi episodi della stagione, porterebbe il niveo e pacato Mr. Pickles a compiere una vera e propria strage. Come si evince dal vis a vis con suo padre, Jeff non vede il suo attuale stato di crisi come un banale esaurimento nervoso (breakdown), bensì come un ribaltamento di prospettiva, un mutamento radicale (breakthrough), necessario per il suo attuale percorso di vita. Dalla morte di Will, passando per l’abbandono da parte di Vivian e le preoccupazioni del padre in merito al personaggio di Mr. Pickles, la sanità mentale del nostro protagonista ha dovuto affrontare tutta una serie di sfide che avrebbero buttato a terra chiunque, tra depressione, rabbia e risentimento. La positività cronica di Jeff, però, non lo ha mai abbandonato e, ritornando al discorso iniziale, l’impossibilità, o meglio, l’autoprivazione della facoltà di essere stronzo di tanto in tanto, risulta essere la causa principale del suo attuale stato mentale. Non è quindi la disgrazia in sé a ferire l’individuo, bensì la difficoltà che si ha, talvolta, a processare quanto avvenuto. Tutti quanti meritiamo di essere degli stronzi egoisti di tanto in tanto – nonostante per alcuni individui questo assunto si traduca in una comoda scusa per giustificare sbagli ed incoerenze dovuti ad una scarsa attenzione ai bisogni degli altri esseri umani – e forzare se stessi a vedere soltanto il lato positivo delle cose, passando oltre in virtù di una presunta superiorità etica rispetto a coloro che ci hanno fatto soffrire e pugnalato alle spalle, molto spesso non farà altro che ingigantire frustrazione e risentimento dentro di noi.
Anche dopo una rottura estremamente dolorosa, dettata dal sopracitato egoismo che ogni tanto dovremmo abbracciare, il primo pensiero di Jeff non è quello di vedere Vivian schiacciata da un treno in corsa, reazione che, uscendo per un attimo dalla finzione televisiva, accomunerebbe praticamente la maggior parte di noi. Il suo primo pensiero invece va al miracolo che sta dietro la guarigione della ragazza (“A woman is gonna live! It’s a miracle. We should be happy for her. I know I am!“), da lui giustificata nonostante l’evidente ingratitudine che l’ha portata ad abbandonare letteralmente l’unico uomo che le è stato accanto nel momento più buio e spaventoso della sua vita. Sarebbe facile condannare la ragazza per quanto accaduto, ma la realtà dei fatti è che, sparito il fattore “morte imminente”, non restava null’altro che un tiepido affetto nei confronti di una persona che le è stata vicina in un brutto periodo della sua vita. Continuare una relazione soltanto per gratitudine, mascherando i propri sentimenti soltanto perché schiacciati dal senso di colpa, avrebbe a lungo andare causato un breakdown dall’altra parte. E forse, talvolta, fare lo stronzo è l’unico modo per non diventarlo.
Le parole di Jill in risposta alla preside, riportate ad inizio recensione, diventano così la risposta al dialogo tra Jeff e suo padre. Talvolta essere stronzi è necessario, ci consente di sfogarci, di allentare la pressione, evitando così di esplodere giunti al punto di saturazione. Punto che oramai sembra essere stato ampiamente superato da Jeff, che negli ultimi minuti della puntata si ritrova ad immaginare lo spettacolo sul ghiaccio di Mr. Pickles come un livello del gioco violento mostrato nei minuti iniziale. Una sequenza che, impreziosita dalla musichetta in stile videogioco 8bit sullo sfondo, ci regala, forse, il miglior cliffhanger visto finora: violento, inaspettato e grottesco nella disturbante contrapposizione tra immagini e sonoro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Curiosità nel capire dove porterà il breakdown di Jeff
  • Il dialogo tra Jeff e suo padre in merito alla crisi del primo
  • Leggerezza della serie nonostante le tematiche affrontate
  • Al solito, Jim Carrey straordinario e lavoro di scrittura impeccabile
  • Sometimes it’s okay to be an asshole
  • Good work Barnaby!
  • Super cliffhanger
  • Se ne trovate fateci sapere!

 

Ennesimo Bless collezionato dalla serie creata da Dave Holstein ed ennesima dimostrazione che il concetto di popolarità non coincide quasi mai con quello di qualità. E comunque, incluso quello che sta per arrivare, in questa recensione abbiamo scritto la parola stronzo dieci volte. Senza dubbio un altro importante traguardo per RecenSerie.

 

Philliam 1×08 0.17 milioni – 0.1 rating
Lt. Pickles 1×09 0.15 milioni – 0.1 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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