Limitless 1×04 – 1×05 – 1×06 – Page 44 – Personality Crisis – Side Effects May IncludeTEMPO DI LETTURA 7 min

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Limitless ha conquistato subito quella fetta di pubblico a suo tempo intrigata dall’omonimo film con Bradley Cooper, visto tra l’altro che lo stesso Cooper sarebbe comparso nelle vecchie vesti di Eddie Morra. Puntata dopo puntata si assiste però a un’emigrazione di spettatori che deve far riflettere su cosa sia stato fatto (o non fatto) per deluderli.
Difficilmente la colpa sarà da imputare all’interprete principale, Jake McDorman, che si è dimostrato perfettamente calato nella parte del ragazzo di sani principi e sogni ingenui, scanzonato e sfaticato al punto giusto sia per far un po’ immedesimare in lui lo spettatore, sia per giocare nella sceneggiatura con la giusta dose di battute e scene divertenti (Mike e Ike nuovi idoli), soprattutto considerato l’ambiente formale dell’ FBI in cui si ritrova, serio e “impinguinato”.
La scelta della modalità del procedurale avrà sicuramente remato contro un apprezzamento più diffuso. In un’epoca in cui le buone serie tv spuntano come funghi (intendendo per buone quelle supportate da evidenti sforzi e investimenti in ideazione, regia, sceneggiatura e cast o, almeno, un paio di questi elementi) si tende a relegare i procedurali nello stesso faldone di serie come CSI e simili. Ovviamente la maggior parte dei nuovi procedurali ha abbandonato quella tecnica di mostrare ad ogni puntata il solo caso del giorno tanto che – come infatti si faceva ai tempi – si potevano vedere puntate a caso e non in sequenza. Tecnica non tanto “sbagliata” in sé, quanto perché, ormai, l’assenza di una trama orizzontale che convinca lo spettatore a seguire la serie episodio dopo episodio relegherebbe il prodotto in fondo alla piramide di visualizzazioni e quindi alla cancellazione assicurata. Si sa, l’audience è tutto… “vile denaro!”. Limitless fa parte di questi show che accompagnano all’avanzamento della trama orizzontale un “caso del giorno” o, come in “Page 44”, ben due; di cui però siamo certi che uno tornerà a far parlare di sé (non sarà un caso che lo scienziato che Brian ha salvato di prigione sia un esperto di genetica, considerata la materia con cui abbiamo a che fare per la serie). Questo ha contribuito a rendere la puntata più movimentata, considerato che per la trama orizzontale i passi si muovono lentamente, tramite elementi lasciati qua e là (scagnozzi di Morra che ogni tanto fanno capolino per ricordare a Brian che Morra è cattivissimo, l’intreccio dell’NZT con la storia del padre di Rebecca).

Inoltre dopo un momento “felice” in compagnia dei soli poteri dell’NZT iniziamo a vederne gli effetti sulla vita di Brian; non fisici certo, perché per il momento è sotto effetto dell’antidoto, ma del patto che gli consente di sopravvivere all’assunzione della pillola senza effetti collaterali, vale a direi fare il lavoro sporco per il senatore Morra e tradire lo stesso FBI. Passando a “Personality Crisis” per quanto sia interessante il fatto che Brian assuma due personalità differenti a seconda che sia sotto effetto o no di NZT, il differenziale tra le sue capacità cognitive nelle due situazioni non può essere tale da costringere il “super Brian” a fare un video esplicativo con tanto di pupazzetti sul fatto che se dice a Rebecca quello che ha scoperto finisce in prigione. Ci sarebbero stati mille modi diversi già utilizzati e mille altri originali per affrontare in modo più approfondito e interessante uno sdoppiamento di personalità derivante dall’assunzione di una pillola che per 12 ore aumenta al massimo le potenzialità cognitive per poi rigettarti nel vecchio te stesso. Che cosa resta di Super Brian al Brian normale?
Lo scontato ending con Brian che fa “la cosa giusta” contro il volere del se stesso intelligente, consegnando i documenti a Rebecca, conferma quello che avevamo già capito, ossia che Brian è un bravo ragazzo che vuole darci lezione di moralità sulla lealtà verso gli amici, la famiglia e via discorrendo. Il bad Brian che in “Personality Crisis” diventa tale grazie al giubbino in pelle e agli occhiali da sole poteva essere divertente se vista semplicemente con gli occhi del protagonista abituato ai film mentali spesso ispirati dai film veri e da tutto ciò che nel suo e nostro immaginario sia cool (vedi “Badge! Gun!” per la scena immaginaria alla 007 nel Casinò) ma, invece, viene presentato come una scelta seria e come se ci si dovesse aspettare un cambiamento di personalità in seguito al cambio di abito: troppo ingenuo e superficiale. Inoltre, dato che – come era prevedibile – Sands ha scoperto che Rebecca sa del padre (anzi, gliel’ha detto lo stesso Brian), ci aspettavamo di ritrovarci di nuovo al punto in cui qualcosa di brutto accade alle persone intorno a Brian e lui si ritrova di nuovo a pentirsi di averlo fatto, per poi ri-seguire la sua morale qualora si ripresenti l’occasione.

Il pericolo di incorrere in questa tiritera è scampato in “Side Effects May Include” dove rifa la sua comparsa il redivivo Bradley (c’eravamo quasi abituati all’idea che comparisse solo nel recap iniziale e che anzi fosse l’unica ragione per la presenza di quest’ultimo all’inizio di ogni episodio). Brian è stato messo alla prova dal senatore Morra che lo intorta con una storiella su grandi progetti per l’umanità, per i quali Brian avrebbe dimostrato di meritare la sua fiducia. Peccato abbiano poi fatto saltare in aria Epperly rivelando che probabilmente ci sono loro dietro la misteriosa sparizione dell’NZT e dei suoi fruitori, tra cui il padre di Rebecca, dalla circolazione.
In generale in Limitless si intravede una mancanza di cura nei dettagli, verso cui bisogna decidere che atteggiamento avere: fregarsene e godersi il resto dello show, o notarle e in qualche modo rovinarsi la visione pensando a quanto poco sarebbe bastato per dimostrare più accortezza. “Side Effects May Include” non esula da questa tendenza della serie e, per quanto il ritmo concitato degli eventi e l’ambientazione si spostino verso tinte più fosche, sia con le scene degli effetti collaterali dell’NZT che affliggono Brian, sia con quelle delle cavie che precedentemente ne avevano fatto uso, non riesce a convincere come vorrebbe. Si nota la volontà di fare di più ed evolvere sia a livello di narrazione che di regia rispetto agli episodi precedenti ma, anche quando l’occasione lo vorrebbe – si pensi alle scene di Brian spaesato di fronte alle percezioni sballate conseguenti ai “side effects” -, non si raggiungono mai livelli memorabili, come accade invece in Mr. Robot dove l’esperienza per lo spettatore di fronte a scene di simile ispirazione è quasi disturbante. Non stiamo nemmeno a menzionare la faciloneria di alcune trovate per risolvere gli inghippi lungo il cammino dei protagonisti. Se la velocità con cui si giunge a tali soluzioni fosse giustificata dalle capacità cognitive aumentate di Brian, avrebbe anche un senso ma data la loro generale banalità non si può non rilevare uno scarso impegno a prodigarsi in tale direzione (un minuto di silenzio per la grande trovata di Rebecca, osannata persino dal direttore dell’FBI, di usare una foto falsa e i social network per aizzare le masse contro il governo… ISIS will bury as all!).
Lo spettatore consapevole che da Limitless non ci si può aspettare un nuovo Breaking Bad (evidentemente) o il nuovo Dexter – nonostante la presenza di Jennifer Carpenter poteva far sperare nel contrario – potrà tranquillamente continuare con la visione che si mantiene comunque piacevole, divertente e talvolta persino intrigante. E soprattutto aspettare il ritorno di Bradley Cooper con i suoi occhioni azzurri e la sua voce ammaliante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mr. Sandman in sottofondo, di classe
  • Interpretazione di Jake McDorman rende affascinante il personaggio anche quando scrittura e trama lo banalizzano
  • La storia avanza, anche se un po’ troppo velocemente
  • Opportunità sprecata di un approfondimento del tema dello sdoppiamento di personalità
  • Dettagli trattati con superficialità, sparsi qua e là
  • Rebecca nel red team che sembra un colloquio di gruppo per uno stage… verrebbe tagliata fuori persino da quel colloquio con le sue idee scontate, altro che grandi onori

 

Limitless non sarà il nuovo Breaking Bad ma si lascia guardare con piacere anche quando scivoloni o mancata accortezza avrebbero reso la visione molto più entusiasmante. Basta abituarsi all’idea.

 

The Legend Of Marcos Ramos 1×03 9.57 milioni – 1.7 rating
Page 44 1×04 8.03 milioni – 1.4 rating
Personality Crisis 1×05 7.90 milioni – 1.4 rating
Side Effects May Include 1×06 7.45 milioni – 1.4 rating

 

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