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Cosa hanno in comune il senatore Joseph McCarthy, i cacciatori di fantasmi e “Nel Paese Delle Creature Selvagge”, film di Spike Jonze? La risposta è semplice: tutti e tre hanno un ruolo fondamentale in questo episodio di Man Seeking Woman. Oltre alle metafore portate all’iperbole, uno dei grandi punti della serie è stato anche il citazionismo, che in “Popcorn” raggiunge livelli altissimi.
Nei primi episodi di questa terza stagione, si sono affrontate alcune fasi di una relazione di coppia: il primo incontro e il fidanzamento, trasferirsi nella casa del fidanzato (o della fidanzata), conoscere i genitori di lui e cercare di costruire un rapporto conviviale con il migliore amico di lui (il rapporto con le amiche di lei era stato affrontato nel primo episodio); era lecito aspettarsi, dunque, l’incontro tra Josh e i genitori di Lucy e, puntualmente, ciò è successo.
Nell’incontro con i genitori di Josh, era apparsa subito evidente la volontà degli autori di evidenziare il gap tra i baby boomers e i millenials, usando la serie tv Blue Bloods (il più classico dei procedurali polizieschi CBS e, dunque, una serie molto seguita tra le persone con più di 50 anni); in questo episodio, invece, la differenza generazionale viene inizialmente presentata dal punto di vista del guadagno. Infatti, non c’è bisogno di un recensore di Recenserie per sapere che i ragazzi trentenni di oggi vivono in una situazione economica molto diversa rispetto a quella dei loro genitori. I motivi possono essere i più disparati: non c’è più il mito del “lavora duro, comprati una casa, fai i figli, vivi felice”, l’economia è molto meno solida. In ogni caso, per un genitore è assurdo sentire il proprio figlio molto contento per essere stato pagato in visibilità che, secondo lui, vale molto più del denaro. Le battute del padre di Lucy, dunque, sono abbastanza comprensibili, ed alcune sono anche divertenti. La loro continua ripetizione, unita ad un tono non sempre giocoso, ci permettono di introdurre in modo molto più approfondito i coniugi Parker che, sostanzialmente, sono subdolamente cattivi e spregevoli nei confronti della figlia. Lucy lo sa, lo ha vissuto per tutta la vita; Josh, invece, crede siano soltanto le classiche battute che si fanno sui figli (inoltre, sua madre è molto più diretta nell’esprimere il proprio disappunto, quindi non è abituato a riconoscere un comportamento passivo-aggressivo).
La prima parte dell’episodio si basa dunque sui tentativi della ragazza di mostrare ad uno scettico Josh la loro vera natura, finendo per risultare pazza agli occhi di lui. La somiglianza con i film nei quali un protagonista è l’unico in grado di vedere un fantasma e si sforza in tutti i modi per cercare di convincere anche gli altri personaggi (o, più semplicemente, Carrie Mathison ad un certo punto di ogni stagione di Homeland). Non riuscendoci da sola, si rivolge ai cacciatori difantasmi atteggiamenti passivo-aggressivi che, però, si rivelano un fallimento quasi totale.
Vedendolo sempre più dalla parte dei genitori, Lucy decide di portarlo in tribunale per crimini anti Lucy. Il riferimento, abbastanza chiaro, è al senatore Joseph McCarthy che, nel secondo dopoguerra, scatenò una vera e propria caccia alle streghe, accusando chiunque avesse anche solo un’ideologia vagamente associabile alla sinistra di essere un comunista e un bolscevico. Secondo McCarthy, dunque, non si poteva essere comunisti (o semplicemente di sinistra); allo stesso modo, secondo Lucy, non si può andare d’accordo con i genitori della propria ragazza. Esattamente come è possibile essere di sinistra e, allo stesso tempo, non essere traditori del proprio Paese, allo stesso modo si può andare d’accordo con i futuri suoceri e amare la propria fidanzata. In sostanza, questo è la “difesa” di Josh che, inoltre, fa notare a Lucy come sia stata lei la persona più ostile all’interno della casa, avendo un atteggiamento immaturo e irriconoscente (es: i genitori le hanno pagato il college).
Nonostante l’effettiva (e velata) aggressività dei Parker, è indubbio che nelle parole di Josh ci sia un fondo di verità, confermate anche dalla reazione estremamente infantile della ragazza, che insulta tutti i presenti in aula e si rifugia in soffitta. È proprio in questo frangente, tra l’altro, che entrano in scena il terzo elemento citato all’inizio della recensione. Per chi non lo sapesse, “Nel paese delle creature selvagge” è un film fantastico diretto da Spike Jonze (Her); riassumendo la trama all’osso, il protagonista è un bambino di nome Max che, scappato di casa, si ritrova su un’isola popolata da creature molto strane e molto grandi. Ebbene, queste creature sono assolutamente simili a quelle che Lucy incontra nel suo mondo dei sogni. Inoltre, le similitudini con il film non finiscono certo qui: nella pellicola, infatti, Max si rende conto, ad un certo punto, che il suo comportamento immaturo stava causando moltissimi problemi e preoccupazioni alla sua famiglia. Analogamente, le creature di Lucyland spiegano alla loro regina che è tempo di crescere e cambiare atteggiamento. Certo, glielo fanno capire comportandosi come delle persone di mezza età che si lamentano per il traffico e la dieta (il che la rende una delle scene più surreali viste ultimamente) ma, del resto, senza queste scene non sarebbe Man Seeking Woman.
Al termine della visita, Lucy ha capito che, in fondo, i suoi genitori non hanno tutti i torti ma, allo stesso tempo Josh ha finalmente scoperto la loro vena di passivo-aggressività. La verità, dunque, sta nel mezzo. Questa presa di coscienza li fa riavvicinare dopo un brutto diverbio e, probabilmente, li rende più uniti che mai. Josh e lo show si stanno evolvendo, poco da dire, ma è meglio così.
Nei primi episodi di questa terza stagione, si sono affrontate alcune fasi di una relazione di coppia: il primo incontro e il fidanzamento, trasferirsi nella casa del fidanzato (o della fidanzata), conoscere i genitori di lui e cercare di costruire un rapporto conviviale con il migliore amico di lui (il rapporto con le amiche di lei era stato affrontato nel primo episodio); era lecito aspettarsi, dunque, l’incontro tra Josh e i genitori di Lucy e, puntualmente, ciò è successo.
Nell’incontro con i genitori di Josh, era apparsa subito evidente la volontà degli autori di evidenziare il gap tra i baby boomers e i millenials, usando la serie tv Blue Bloods (il più classico dei procedurali polizieschi CBS e, dunque, una serie molto seguita tra le persone con più di 50 anni); in questo episodio, invece, la differenza generazionale viene inizialmente presentata dal punto di vista del guadagno. Infatti, non c’è bisogno di un recensore di Recenserie per sapere che i ragazzi trentenni di oggi vivono in una situazione economica molto diversa rispetto a quella dei loro genitori. I motivi possono essere i più disparati: non c’è più il mito del “lavora duro, comprati una casa, fai i figli, vivi felice”, l’economia è molto meno solida. In ogni caso, per un genitore è assurdo sentire il proprio figlio molto contento per essere stato pagato in visibilità che, secondo lui, vale molto più del denaro. Le battute del padre di Lucy, dunque, sono abbastanza comprensibili, ed alcune sono anche divertenti. La loro continua ripetizione, unita ad un tono non sempre giocoso, ci permettono di introdurre in modo molto più approfondito i coniugi Parker che, sostanzialmente, sono subdolamente cattivi e spregevoli nei confronti della figlia. Lucy lo sa, lo ha vissuto per tutta la vita; Josh, invece, crede siano soltanto le classiche battute che si fanno sui figli (inoltre, sua madre è molto più diretta nell’esprimere il proprio disappunto, quindi non è abituato a riconoscere un comportamento passivo-aggressivo).
La prima parte dell’episodio si basa dunque sui tentativi della ragazza di mostrare ad uno scettico Josh la loro vera natura, finendo per risultare pazza agli occhi di lui. La somiglianza con i film nei quali un protagonista è l’unico in grado di vedere un fantasma e si sforza in tutti i modi per cercare di convincere anche gli altri personaggi (o, più semplicemente, Carrie Mathison ad un certo punto di ogni stagione di Homeland). Non riuscendoci da sola, si rivolge ai cacciatori di
Vedendolo sempre più dalla parte dei genitori, Lucy decide di portarlo in tribunale per crimini anti Lucy. Il riferimento, abbastanza chiaro, è al senatore Joseph McCarthy che, nel secondo dopoguerra, scatenò una vera e propria caccia alle streghe, accusando chiunque avesse anche solo un’ideologia vagamente associabile alla sinistra di essere un comunista e un bolscevico. Secondo McCarthy, dunque, non si poteva essere comunisti (o semplicemente di sinistra); allo stesso modo, secondo Lucy, non si può andare d’accordo con i genitori della propria ragazza. Esattamente come è possibile essere di sinistra e, allo stesso tempo, non essere traditori del proprio Paese, allo stesso modo si può andare d’accordo con i futuri suoceri e amare la propria fidanzata. In sostanza, questo è la “difesa” di Josh che, inoltre, fa notare a Lucy come sia stata lei la persona più ostile all’interno della casa, avendo un atteggiamento immaturo e irriconoscente (es: i genitori le hanno pagato il college).
Nonostante l’effettiva (e velata) aggressività dei Parker, è indubbio che nelle parole di Josh ci sia un fondo di verità, confermate anche dalla reazione estremamente infantile della ragazza, che insulta tutti i presenti in aula e si rifugia in soffitta. È proprio in questo frangente, tra l’altro, che entrano in scena il terzo elemento citato all’inizio della recensione. Per chi non lo sapesse, “Nel paese delle creature selvagge” è un film fantastico diretto da Spike Jonze (Her); riassumendo la trama all’osso, il protagonista è un bambino di nome Max che, scappato di casa, si ritrova su un’isola popolata da creature molto strane e molto grandi. Ebbene, queste creature sono assolutamente simili a quelle che Lucy incontra nel suo mondo dei sogni. Inoltre, le similitudini con il film non finiscono certo qui: nella pellicola, infatti, Max si rende conto, ad un certo punto, che il suo comportamento immaturo stava causando moltissimi problemi e preoccupazioni alla sua famiglia. Analogamente, le creature di Lucyland spiegano alla loro regina che è tempo di crescere e cambiare atteggiamento. Certo, glielo fanno capire comportandosi come delle persone di mezza età che si lamentano per il traffico e la dieta (il che la rende una delle scene più surreali viste ultimamente) ma, del resto, senza queste scene non sarebbe Man Seeking Woman.
Al termine della visita, Lucy ha capito che, in fondo, i suoi genitori non hanno tutti i torti ma, allo stesso tempo Josh ha finalmente scoperto la loro vena di passivo-aggressività. La verità, dunque, sta nel mezzo. Questa presa di coscienza li fa riavvicinare dopo un brutto diverbio e, probabilmente, li rende più uniti che mai. Josh e lo show si stanno evolvendo, poco da dire, ma è meglio così.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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C’era il rischio che Man seeking Woman rimanesse ancorato agli stessi temi. Fortunatamente, non è stato così. God bless Simon Rich.
Horse 3×03 | 0.20 milioni – 0.13 rating |
Popcorn 3×04 | 0.20 milioni – 0.1 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.