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“La malinconia va bene, ma poi bisogna guardare in faccia la realtà”. A grandi linee, è questo il ricorrente aforisma che gli assoluti protagonisti di “Face My Enemy” si scambiano in diversi momenti della puntata; aforisma che, tra l’altro, descrive in pieno il tenore dell’episodio. Probabilmente qualcuno potrebbe dire che stiamo straparlando e magari aggiungere dello spessore narrativo dove non c’è, ma se avete la pazienza di seguire il nostro ragionamento, capirete che forse non stiamo dicendo del tutto cazzate. Le parole d’ordine di questo episodio sono “sotto copertura”, “fingere” e “essere realisti”, parole con un meta-significato nascosto che mostrano la loro vera faccia solo alla fine dei quaranta minuti di particolare intrattenimento; Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. aveva già mostrato la capacità di raccontare una trama utilizzando degli incastri e intrecci narrativi atipici (ve lo ricordate T.R.A.C.K.S.?), ma qui decisamente si supera. Non sono solo il duo May/Coulson, ma anche l’episodio stesso ad andare sotto copertura.
Indubbiamente la puntata parte come in diesel vecchio di trent’anni, e a momenti quasi infastidisce lo spettatore, poiché le situazioni a cui veniamo da subito esposti sono tutti gli elementi che avevano reso la prima metà della Stagione Uno insopportabile, come il (fin troppo) invadente humor spesso non così divertente. Man mano che il minutaggio scorre, “Face My Enemy” mostra “la sua vera faccia”, riacquistando lo standard e i toni che tanto ci hanno sorpreso sin dall’inizio della Stagione Due; un serial dal grande contenuto spy che si rispetti, deve saper prendere contropiede, essere denso di colpi di scena e di risvolti a cui si assiste una vera e propria inversione di ruoli. Questa quarta puntata della seconda era del Team Coulson lo fa, utilizzando uno specchio per le allodole insospettabile: la puntata stessa, facendola partire secondo i vecchi “fasti” della Uno, per poi tramutarsi quando meno lo si aspetta nella Due. Su questo show si può dire quello che si vuole, tranne che non sia capace di scelte audaci e di trovate brillanti: i nostri sinceri complimenti. Certo, è vero, i primi venti minuti erano davvero molto, ma molto forzati, quasi come se avessero voluto metterceli dentro pur non funzionando perfettamente. Ma sapete anche voi com’è il detto: “Non si può fare una frittata, senza rompere qualche uovo”; col senno di poi, erano delle forzature necessarie per dare l’effetto finale a cui si voleva arrivare.
Ma quando le cose son fatte bene, perchè essere avidi di complimenti? Stringiamo la mano anche a Clark Gregg/Phil Coulson e Ming-Na Wen/Melinda May, che in questa puntata “Coulson/May-centrica” dimostrano non solo di essere padroni assoluti dei personaggi, ma anche di essere in grande sintonia recitativa, riuscendo a regalare agli spettatori non tanto un’approfondimento separato dei personaggi, quanto un’approfondimento di coppia; uno dei difetti di un serial che si occupa di un folto gruppo di protagonisti, non è tanto saper quando bisogna concentrarsi su un solo personaggio: è più saper cosa dire e come raccontarlo. Qui la produzione si concentra sul rapporto tra i due, in particolare, tra Direttore dello S.H.I.E.L.D. e sua fidatissima assistente, creando la versione spy del detto “Dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna”. E che donna, aggiungerei. Anche se Gregg e Wen sono entrambi forti e avvantaggiati di avere un episodio in cui possono fare la parte dei leoni, tra i due spicca di più la seconda grazie allo sfoggio di tutte le caratteristiche del personaggio di cui veste il ruolo, primo fra tutti, quello combattivo; difficile non farsi coinvolgere da questo corpo a corpo mozzafiato che, a causa della schermaglia a mani nude tra lo stesso personaggio vestito diversamente, ricorda un po’ quei combattimenti fratricidi tipici dei picchiaduro alla Tekken.
Ma l’episodio non si dimentica nemmeno del resto del cast, e benchè non venga fatto nessun particolare passo in avanti con gli altri, viene data una gran bella spinta a Fitz e Whitehall; il primo, si presentava apparentemente senza futuro, per come l’hanno dato già per spacciato agli inizi. E invece, grande sorpresa e grande momento di realismo: con un fare alla Rain Man, si fa coraggio e muove i primi passi (o le prime bottiglie di birra) verso l’arte del reinventarsi. Il secondo, invece, che prima non aveva colpito per una particolare mancanza di carisma, ora da una piccola idea di quanto possa essere pericoloso; e noi che possiamo dire al riguardo? Messaggio ricevuto, staremo attenti.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata (che a sto giro sono molto pochi).
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Il gadget che usa il plagiato Agente 33 per prendere le sembianze facciali dell’Agente May ha un nome ed è chiamato “Photostatic Veil”; per chi vive a pane e film della Marvel, questa tecnologica mimica facciale è una vecchia conoscenza, poichè fa il suo debutto in Captain America: The Winter Soldier. In questo episodio abbiamo modo di capire come funziona.
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Questa non centra un cazzo con la puntata, ma ci teniamo a dirvela lo stesso. Quando si è parlato che il combattimento tra Melinda May e l’Agente 33 nei panni di suo doppio, si è detto che ricordava molto uno di quei videogiochi di genere picchiaduro dove (se si seleziona lo stesso personaggio) uno dei due vestiva un costume diverso per far capire ai giocatori chi era chi. Beh, curiosamente parlando, uno dei primi ruoli importanti per l’attrice che presta le sembianze all’Agente May (Ming-Na Wen) è stata la trasposizione cinematografica del mitico Street Fighter, uno dei padrini del genere; nella pellicola tutt’altro che mitica e cult (del trash) conosciuta come Street Fighter: Sfida Finale, interpretava Chun-Li e al suo interno figuravano nomi come quelli di Jean-Claude Van Damme (Guile), Raúl Juliá (Bison) e Kylie Minogue (Cammy).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nonostante la natura di episodio intimista e introspettivo, “Face My Enemy” si dimostra una visione capace di divertimento e intrattenimento, riuscendo ad aggiungere qualcosa alla trama generale e all’evoluzione dei personaggi, sulla quale Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sta molto puntando. Sarebbe un 3.5, in realtà, ma visto l’utilizzo del tenore dell’episodio stesso come mezzo per sviare lo spettatore, è stata una mossa audace e brillante, ulteriormente impreziosita dalla grande riuscita. Quindi, ci sentiamo in dovere di premiare uno show che continua a mostrare qualità di episodio in episodio. Altra solidissima puntata, non ci resta che continuare a stare incollati allo schermo!
Making Friends And Influencing People 2×03 | 4.39 milioni – 1.6 rating |
Face My Enemy 2×04 | 4.70 milioni – 1.7 rating |
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