Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 2×14 – Love In The Time Of HydraTEMPO DI LETTURA 9 min

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Sapete qual è il maggior pregio di una scrittrice come Aghata Christie? Oltre a quello di saper caratterizzare in maniera sempre unica, umana e mai banale i suoi personaggi, è quello di seminare zizzania all’interno del suo racconto. Maggiormente conosciuta come autrice di romanzi galli/polizieschi con protagonista l’investigatore belga Poirot, la scrittrice britannica non era tanto abile in quello che (in teoria) uno scrittore di tale genere dovrebbe essere bravo, cioè il creare un colpevole insospettabile, ma era quanto mai abile nello sviare il lettore dalle sue iniziali deduzioni, portandolo continuamente a ricredersi sui ragionamenti, attraverso l’inserimento continuo di mezze verità e false dichiarazioni da parte dei protagonisti. Anche se, rispetto a molti altri serial tv, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. è in onda da relativamente poco tempo, possiamo affermare di poter conoscere alcune delle sue abitudini e tratti distintivi che abbiamo imparato a scoprire in queste due stagioni, come, per esempio, una predilezione per delle puntate costruite in maniera molto originale (vedi episodi come “T.R.A.C.K.S.“) e delle scelte narrative piuttosto audaci (vedi episodi come “Turn, Turn, Turn“). Consapevole di dove sfornare una puntata di transizione dedicata all’inserimento di elementi utili per il futuro e il ritorno di personaggi cardine dello show e di questa stagione, la produzione decide di rendere il tutto più interessante e trascendere (come suo solito) dal mero format base di una puntata, usando proprio il “metodo Aghata Christie” spiegato qui sopra: seminando zizzania.
Consapevoli ancora una volta della sua maturazione, anche nel processo dell’inseminazione dei dubbi nella mente dello spettatore, gli sceneggiatori non si limitano a darci delle informazioni e dei dettagli relativi al perché non si dovrebbe vedere Coulson e la sua squadra con così tanta ammirazione; non viene detto semplicemente che Coulson è una brutta persona e basta, ma si installano questi dubbi nello spettatore con cognizione di causa. La cricca di sceneggiatori prende questa strada perché è un territorio che ha studiato bene e non solo sa come uscirne, ma sa anche che la spiegazione sarà soddisfacente; non fa come molti telefilm incentrati su misteri e segreti (come Lost e Twin Peaks) i quali vengono sempre risolti con altri misteri, dando il via ad una logorante ed estenuante catena di enigmi irrisolvibili che, spesso e volentieri, non porteranno ad una soluzione credibile e convincente.
Le ragioni dietro al perché si dovrebbe dubitare di Phil e i suoi ragazzi, sono argomentate così bene, che è quasi difficile non essere d’accordo con il sedicente “vero” S.H.I.E.L.D.”; se i tentativi del Coulson’s S.H.I.E.L.D. potevano, inizialmente, essere spacciate per degli eroici tentativi di continuare a portare avanti il volere di Nick Fury anche con mezzi di fortuna, ora (dopo le parole di Gonzales) questa branca della madre delle agenzie spionistiche viene dipinta come un’agglomerato di incoscienti borderline guidati da un direttore non troppo finito (parole loro, a grandi linee). Come detto qui sopra, questi giudizi da parte del Gonzales’ S.H.I.E.L.D. non sono semplici calunnie, ma conclusioni tratte dal comportamento del Team Coulson analizzati sotto una luce diversa: e, sempre come detto prima, sono argomentazioni che filano e trovano fondamento nei precedenti comportamenti. Con questo non vogliamo dare ragione ad una campana piuttosto che all’altra, non vogliamo assolutissimamente fare favoritismi, ma solo sottolineare come la produzione sia abilmente riuscita a creare una crepa tra il pubblico, nella speranza di creare una spaccatura e dividerelo tra quelli che credono ai protagonisti, e quelli che si auto-definiscono “il vero S.H.I.E.L.D.”, aggettivo “vero” supportato anche da un dispendio di mezzi e personale degno dello S.H.I.E.L.D. dei bei tempi, al contrario della fazione di Coulson perennemente con le pezze al culo (altro dettaglio con cui far dubitare il pubblico della buona fede del Team Coulson).
Ma “Love In The Time Of Hydra” poteva vivere solo di punti di vista e fazioni che la vedono diversamente su certe cose? Certamente avrebbe potuto, ma per evitare agli spettatori una puntata prettamente concettuale (e di solito pesante da digerire), Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. gioca un altro asso taglia tutto: un signor asso taglia tutto. Potrebbero sembrare, da parte nostra, delle considerazioni fin troppo entusiastiche, ma in verità stiamo solo rispettando la regola n°1 di RecenSerie: l’obiettività, e quando Grant Ward arriva sulla scena, il serial comics della Casa Delle Idee cambia totalmente faccia, e questo è un dato di fatto. Se dovessimo descrivere in qualche modo la trama del telefilm, potremmo dire che è una silenziosa partita tra Hydra, Inumani, Team Coulson e Team Gonzales, anche se nessuno dei quattro sa di giocare con uno di loro; nel mezzo di questa partita c’è Grant Ward, personaggio pregno di un carisma e di un magnetismo unico, sempre ben scritto e sempre ben caratterizzato dagli autori che scrivono la sua parte e i suoi dialoghi, oltre ovviamente dall’autore che lo interpreta (Brett Dalton). Un personaggio che, nell’esempio qui sopra, trova la sua identità nella definizione di “mina vagante”; il ritorno di Ward segna il ritrovo di un’imprevedibilità rappresentata da questa incognita impossibile da decifrare, ma che proprio nella difficoltà della sua classificazione, fa valere la complessità del suo fascino. Descrivere ulteriormente i benefici che questo personaggio porta allo show quando si palesa davanti alla camera da presa, è solo spreco di battitura, il discorso lo si archivia facilmente con un: “guardare per capire”.
E per aumentare la sua imprevedibilità d’azione, come ciliegina sulla torta per questa puntata di transizione (resa però particolare da pochi, ma significativi, arricchimenti di trama), abbiamo modo di rivalutare un personaggio inizialmente anonimo come l’Agente 33, anche lei in una posizione ambivalente per merito/causa di un Ward che non si capisce se la stia usando oppure se voglia davvero credere in lei perché, in qualche modo, s’è sul serio affezionato. Nell’ambiguità delle sue azioni, però, abbiamo modo di scoprire lo spessore di un personaggio su cui pochi avrebbero scommesso, attraverso una breve ma intesa caratterizzazione, che come risultato fa emergere dal calderone un background di complessa e adorabile perdente vogliosa di riscatto; una caratterizzazione che, indipendentemente dai gusti, si presenta comunque in maniera diversa dai tipici cattivi mainstream e che promette di dire la sua e scrivere un capitolo importante nel serial: almeno, queste le prime, incoraggianti, impressioni. Se tutte le scene da protagonisti di Kara e Ward saranno come la loro incursione alla base di Talbott allora possiamo stare tutti tranquilli; forse quest’ultima è un po’ tirata per le lunghe, ma una fetta di protagonismo, non la si nega a nessuno.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
  1. “Love In Time Of Hydra” è stato pubblicizzato dalla Marvel Comics con un’ immagine promozionale realizzata da Annie Wu. Cliccate qui per visualizzarla.
  2. La scena iniziale in cui Ward e Kara stanno parlando nella caffetteria, è una citazione alla scena iniziale di Pulp Fiction.
  3. Il titolo dell’episodio è una citazione al libro L’Amore Ai Tempi Del Colera, scritto nel 1985 da Gabriel García Márquez.
  4. Ricompare il personaggio di Anne Weaver, introdotto per la prima volta nell’episodio “Seeds“.
  5. I personaggi di Tomás Calderon, Robert Gonzales e dell’Agente Oliver sono stati inventati appositamente per lo show.
  6. Anche Carla Talbot, la moglie di Glenn Talbot, è un personaggio appositamente inventato per lo show. Nei fumetti Talbot è stato sposato a Betty Ross: l’amore di Bruce Banner. In questo universo, il triangolo amoroso tra Ross/Banner/Talbot non è ancora stato chiarito, ma a quanto pare, questi tre personaggi non sembrano essere mai entrati in rotta di collisione.
  7. Quando Coulson e Skye/Daisy stanno ironizzando sul fatto che Fitz voglia un animale da compagnia, si cita tra le sue preferenze una scimmia. E’ un riferimento al vero animale da compagnia che la controparte cartacea di Fitz ha nella serie a fumetti semplicemente chiamata “S.H.I.E.L.D.”. In questa serie di stampo antologico/procedurale, un manipolo di agenti formati da Melinda May, Jemma Simmons e lo stesso Fitz (tutti e tre introdotti nell’Universo Classico Marvel a seguito del successo della serie televisiva), vengono guidati da Coulson e affiancati ogni numero da un supereroe diverso, attraverso un team-up che si esaurisce nello stesso numero.
Facce da Fumetto

Conosciamo un pò di più i volti noti (e ignoti) dell’Universo Marvel cartaceo trapiantati qui, in questo serial televisivo dedito ad espanderne l’universo.

Kara Lynn Palamas

 

Kara Lynn Palamas, prima di essere l’Agente 33 dello S.H.I.E.L.D., è un’appassionata di mitologia: in particolare, quella Greca e dei miti che riguardavano l’eroe semi-divino Ercole. Quando figure come dei, esseri cosmici, mutanti e quant’altro cominciarono a bazzicare per l’Universo Marvel, le conoscenze di Kara divennero da “datate” ad “attuali”, oltre che “indispensabili”: sopratutto quando Ares tornò a minacciare la Terra con il suo esercito privato dei Warhawks. A seguito di ciò, venne così reclutata da Nick Fury come agente S.H.I.E.L.D. nella veste di consulente/esperta di mitologia, oltre che spia, agente sul campo ed alleata di Herclues: la versione di Ercole della Marvel Comics, anch’egli reclutato per la missione, in quanto fratello del Dio Della Guerra e collaboratore più adatto per fermarlo. Comparsa per la prima volta sul primo numero della miniserie in tre parti intitolata Hercules: Heart Of Chaos, l’Agente 33 esaurirà il suo ruolo nell’Universo Marvel sul terzo ed ultimo numero della sopracitata miniserie; dopo di che, il personaggio non ritornerà mai più ad apparire in altre storie. Si pensa però (e si da per scontato) che abbia continuato a lavorare per l’organizzazione, in quanto agente di livello 9, tiratrice abile ed esperta e donna di una cultura, sulla storia antica, impressionante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Coulson’s S.H.I.E.L.D. VS Gonzales’ S.H.I.E.L.D.: da che parte stai?
  • Grant Ward Returns
  • Agente 33 rivalutato
  • L’incursione della base di Talbott è tirata un po’ per le lunghe

 

“Love In The Time Of Hydra” si classifica come un’atipica puntata di transizione, che invece di fare da spartiacque tra un evento e l’altro, arricchisce la trama, sfaccetta nuovi personaggi, fa tornare vecchie glorie nell’equazione e crea un clima di sempre maggior imprevedibilità, sollazzando lo spettatore a più non posso. Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. si riconferma un viaggio di alto livello di intrattenimento, che ad ogni puntata, ci porta sempre in un posto nuovo e degno di essere scoperto.

 

One Of Us 2×13 4.34 milioni – 1.6 rating
Love In The Time Of Hydra 2×14 4.20 milioni – 1.5 rating

 

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