Definirla puntata di transizione sarebbe un oltraggio nei confronti di tutti quei filler mascherati da episodio interessante che sono stati creati negli anni, però non si può nemmeno prendere “Just Say No” ed elevarlo a episodio iconico di Narcos: Mexico. Ci sono diverse cose che valgono la pena di essere viste, specie all’inizio e alla fine della puntata, però c’è anche tanto che poteva essere saltato e che viene gratuitamente gettato in pasto allo spettatore per arrivare alla tanto desiderata ora di episodio. Tra l’altro mai richiesta in nessun modo dal pubblico ma a quanto pare molto cara a questo spin-off, visto che non c’è nessun episodio sotto i 54 minuti di durata.
“And in the end, they got it all. The largest seizure in history. Street value: two and a half billion.
I mean, there were oil fields in Saudi Arabia worth less. Time Magazine called it “the Bust of the Century.
You like that? DEA sure as hell did. Four years of having their asses handed to them. They handed it all back. With interest. And for the first time, the Thin Man was vulnerable.“
Partendo in ordine cronologico, ci si può solo inchinare dinnanzi la regia di Alonzo Ruizspalacios per i primi serratissimi 7 minuti di sparatorie. Difficilmente Narcos si è fatto criticare per le inquadrature, ma ancora più difficilmente si è fatto ricordare per certe scene, mentre questi 420 secondi non verranno dimenticati tanto presto. Per un attimo infatti si spera in un intero episodio incentrato sulla piantagione d’erba più grande al monto, poi però tutto viene risolto abbastanza velocemente ed il focus torna ad essere sulle conseguenze, piuttosto che sull’atto in sè.
Ed è esattamente qui che “Just Say No” comincia la sua debacle, tra un Rafa in piena astinenza da cocaina (e anche di passera) ed una scampagnata a riprendere della droga lasciata in un camion, il tutto mentre si consuma l’ennesima pisciata in testa a Félix da parte del governo messicano. Il focus su Rafa ha il solo scopo di alimentare ulteriormente lo scontro tra lui e Félix, oltre che bruciare un po’ di minutaggio, ma niente di più e questo è un po’ troppo poco a due puntate dalla fine della stagione. Lo stesso dicasi per l’attenzione concessa a Don Pablo che, francamente, è inutile se si pensa all’attenzione data a questo personaggio secondario terziario e non si può non pensare ad una mancanza di trame a cui attingere in questo caso. Il che implica anche una certa pochezza della trama e, ancora, una necessità insita nella camera degli sceneggiatori di arrivare all’ora in ogni episodio.
A margine di tutto quello che è stato visto, va però menzionato che, come da intro di ogni episodio (“This Dramatization is inspired by true events. However, certain scenes, characters, names, businesses, incidents, locations and events have been fictionalized for dramatic purposes.“), non tutto quello che si vede è reale. Un esempio molto importante, e che di fatto va a cambiare l’intero episodio, è il mandante del rapimento di Kiki che qui si chiama Rafael Caro Quintero mentre nella realtà, stando alla polizia messicana, ha il nome di Miguel Ángel Félix Gallardo. Piccolo dettaglio estremamente rilevante. Bisogna quindi riconsiderare il Félix Gallardo “magnanimo” che si vede di tanto in tanto e pensare che in realtà la lite con Rafa fa parte di un mero tentativo degli showrunner di creare elementi drammatici per la serie. Esattamente come da warning. E questo, volente o nolente, ha un peso negativo sull’episodio in sè.
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Jefe De Jefes 1×07 | ND milioni – ND rating |
Just Say No 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.