I lettori di Recenserie sanno molto bene che, al termine di ogni recensione, il recensore compila una tabella a due colonne, una dedicata agli aspetti positivi della puntata e l’altra riservata agli aspetti negativi. Dopo aver compiuto anche questa operazione, si decide quale votazione assegnare all’episodio, utilizzando un range di valutazioni che va da Kill Them All a Bless Them All. Di solito, è opinione comune ritenere che, qualora la colonna dei thumbs down sia vuota, si propenda per assegnare il massimo dei voti. Sebbene ciò accada nella maggior parte dei casi, non si tratta di una regola fissa; sono infatti molti i casi in cui il recensore, pur non trovando difetti evidenti, abbia assegnato Thank Them All. La ragione di tutto questo è abbastanza semplice: una puntata può essere priva di errori anche senza rasentare la perfezione.
Il pilot di One Dollar, nuova serie targata CBS All Access (il portale streaming del celebre colosso della tv broadcast), è un esempio lampante di quanto detto fino ad ora. Volendo fare una piccola anticipazione, infatti, possiamo dirvi che la parte verde della tabella sarà molto più piena di quella rossa: senza entrare troppo nello specifico (come invece faremo tra poco), si può affermare tranquillamente come questo pilot sia stato ben pensato e ben realizzato, con un buon ritmo e una narrazione coinvolgente. Nonostante ciò, la votazione finale non sarà un Bless Them All, in quanto la puntata, per quanto buona, non si avvicina allo standard qualitativo richiesto per un giudizio simile.
Il concept di One Dollar è abbastanza classico, in quanto si propone di raccontare le tensioni sociali in una classica città statunitense. Questa classicità, però, è accompagnata da un aspetto abbastanza innovativo: le tensioni vedranno come protagonista, in ogni episodio, un personaggio diverso (non a caso, il primo episodio si intitola “Garrett Drimmer”, il secondo “Ken Fry”, e così via), e tutti questi personaggi hanno in comune il possesso di una banconota da un dollaro, con un particolare segno blu accanto al viso di George Washington.
Certo, va detto che il passaggio del dollaro di mano in mano è perlopiù simbolico e non si riferisce a tutti i possessori dello stesso (ad esempio, il prossimo episodio è dedicato a Ken Fry, che riceve il dollaro dalla barista Robyn, ma non risulta ci siano puntate a lei dedicate), ma rappresenta comunque una piacevole variazione sul tema. Del resto, lo abbiamo detto mille volte: dopo migliaia di film e serie tv, quasi tutti gli argomenti sono stati affrontati. Per questo motivo, gli autori devono concentrarsi non tanto sul cosa si racconta (che è comunque importante, ci mancherebbe altro), quanto sul come lo si racconta. Jason Mosberg, che si è anche occupato della sceneggiatura di questo pilot, facendo un buon lavoro (e che, prima di ciò, aveva all’attivo solo un film di serie b con Nicolas Cage e John Cusack, Arsenal), ha fatto esattamente questo, e sembra aver colpito nel segno.
“Definitely from the west side of town. Yinzer, for sure. What? Not saying he’s a criminal.”
Sebbene non ci venga detto il nome della cittadina, o lo Stato americano in cui ci si trova, è abbastanza facile scoprire come l’ambientazione sia nei dintorni di Pittsburgh: gli spettatori, infatti, avranno sicuramente notato l’uso frequente del termine yinzer. Esso viene usato da secoli dalle classi più agiate della zona per descrivere in modo dispregiativo le classi lavoratrici. Yinz, infatti, è il modo in cui i lavoratori pronunciano il pronome personale “you”, quando riferito alla seconda persona plurale; per risalire alla sua origine, bisogna tornare indietro nel tempo fino ai massicci sbarchi di immigrati scozzesi e irlandesi, i quali entravano a far parte delle classi proletarie della città e venivano trattati con diffidenza (e con atteggiamenti discriminatori) dalle persone di origine inglese.
Il tema dei blue collar (classi lavoratrici che spesso hanno impieghi che riguardano lavori manuali) è molto caldo, in questo momento, ed è stato al centro della campagna elettorale del 2016 (non a caso, i blue collar sono stati decisivi, avendo supportato in larga parte Donald Trump. Inoltre, il partito sconfitto, quello democratico, ha deciso di riorganizzarsi e puntare di nuovo ai loro voti, sotto la spinta del senatore del Vermont Bernard Sanders). A partire dalla grande crisi del 2007, infatti, questa classe sociale è stata sicuramente una delle più colpite e si è sentita spesso e volentieri trascurata dall’establishment politico, sia repubblicano che democratico.
In questa prima puntata, si può notare chiaramente la difficoltà di una tipica comunità blue collar, tra un lavoro sempre più precario (e dove devi tradire un amico, pur di non perdere ore lavorative) e una situazione economica terribile. Garrett, interpretato da Philip Ettinger, attore al suo primo ruolo importante (nel curriculum ci sono solo ruoli da personaggio secondario in episodi autoconclusivi di Elementary, The Good Wife, Manhattan e Blue Bloods), è il simbolo di tutte queste difficoltà.
Durante l’introduzione si era parlato delle tensioni sociali. Va fatto presente che, negli Stati Uniti, queste tensioni non sono solo di classe (come detto prima, il disprezzo verso gli yinzer), ma anche etniche: Bud Carl (John Carrol Lynch, famoso per Fargo, American Horror Story, The Founder, Gran Torino e Shutter Island), proprietario dell’unica fabbrica della città, è accusato di scegliere deliberatamente di licenziare prima gli afroamericani e poi i caucasici.
Sin dalle prime immagini, si può vedere come yinzer e upper class vivano in posti diversi e non si incontrino quasi mai. Ciò cambia, però, quando del sangue viene ritrovato vicino la fabbrica. Un ricco imprenditore di zona, infatti, assume Jake Noveer, ex poliziotto, per indagare sul fatto e vedere se si possa costringere Bud Carl a vendere il terreno a un prezzo più basso. In piena linea con la sua vita complicata, Garrett non poteva che rimanere coinvolto, dato che ha aggredito un ragazzo, mentre era insieme alla ragazza (figlia dell’imprenditore), più o meno a quell’orario. Effettivamente, quella notte una persona lo chiamò al telefono e gli disse di recarsi su quello che poi sarà il luogo del delitto, e un suo amico, recentemente arrivato in città, è scomparso. I sospetti non ricadono solo su di lui, visto che il ricco e facoltoso Mr. Abatsy (Leslie Odom Jr., vincitore di un Tony Award per Hamilton) ha consegnato soldi ad un uomo per un lavoro non meglio specificato.
Tutti questi misteri verranno risolti col passare delle puntate. Quello che importa, fino a questo momento, è che la rappresentazione dei conflitti sociali sia realistica e che il filone investigativo sia assolutamente interessante e potenzialmente pieno di colpi di scena. Se a ciò si aggiunge una regia pulita ed efficace, ad opera di Craig Zobel (già regista di puntate di The Americans, Westworld, The Leftovers e American Gods), il risultato è assolutamente soddisfacente.
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Garrett Drimmer 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.