Dopo un’attesa che è sembrata durare 200 anni, Outlander finalmente ritorna con la seconda stagione, per la gioia dei fan, ancora sconvolti ed esaltati da “To Ransom A Man’s Soul” che ha chiuso lo scorso maggio la prima stagione, ma anche del network Starz che, con l’attuale season premiere ha registrato un record considerevole di ascolti e rating, con lo show che nel frattempo ha fatto il carico di premi e nomination.
Basato sull’omonima serie di romanzi di Diana Gabaldon, la seconda stagione di Outlander si ispira al secondo volume dell’autrice, “Dragonfly in Amber”, nonostante, così come accade anche con altre serie – Game Of Thrones ne è un esempio lampante ed attuale – spesso la trama scelta dagli sceneggiatori tenda in alcuni casi a discostarsi dall’opera originale. Così, quando sono iniziati i primi minuti della puntata, la sorpresa della scena presentataci davanti è valsa un po’ per tutti.
“Through A Glass, Darkly” si divide nettamente in due parti, giocando sempre più con il “tempo”, lasciando prevalere sin dalle prime battute confusione e curiosità dovuti alla mancanza di un panorama parigino tipico del 1700, ritrovando invece Claire lì dove tutto era iniziato, a Craigh na Dun ma nel 1948.
Da qui è un susseguirsi di forti emozioni rappresentate al meglio dai protagonisti: dalla disperazione, dal turbamento, dalle paure e dai dubbi di Claire per la perdita di Jamie e della sua nuova vita nel passato, fino all’entrata in scena di Frank. L’incontro tra i due ex coniugi ha infatti regalato la parte più carica di pathos dell’episodio, con un’interpretazione eccellente di Tobias Menzies, che dopo aver dato il meglio di se nella scorsa stagione, nella parte del sadico Black Jack, si ripete in una versione molto più umana dando sfogo alle mille sfaccettature di Frank. Le scene che hanno coinvolto Claire e Frank sono state un ottimo prologo di stagione per presentare la nuova situazione postaci davanti, ma anche utili ad approfondire, per la prima volta, il personaggio di Randall versione 1900. La gioia dovuta al ritrovamento di Claire, la preoccupazione per le condizioni della stessa, la comprensione mostrata inizialmente nei confronti dell’accaduto ma che inevitabilmente sfocia in un impeto di rabbia alla notizia della gravidanza, fino a raggiungere l’accettazione finale, sono tutti elementi che hanno reso giustizia ad un personaggio forse finora un po’ troppo sottovalutato.
Dato il merito al personaggio di Frank e con una prima parte fondamentale di “assestamento” per Claire, tornata nella sua epoca d’origine, non si può tuttavia ignorare che in queste scene del 1948 manchi però una specie di scintilla, quella che invece appare immediatamente appena la storia si sposta nel passato.
Con una sublime scena di cambio d’epoca, Claire allunga la mano ed è subito 1745. Dopo più di 30 minuti di episodio, ci si ritrova dove eravamo rimasti nello scorso season finale, in Francia con Jamie… ed anche Murtagh. Questa seconda parte si presenta meno carica di sentimenti e molto più pratica, con i coniugi Fraser che appena giunti in Francia, divisi tra la solita schiena di Jamie usata come giusta causa e la capacità di Claire di farsi nemici alla velocità della luce, si ritrovano subito impegnati nella preparazione del piano per fermare la rivolta giacobita e tentare così di cambiare il futuro; un inizio che serve a gettare i presupposti e preparare il campo per tutta la stagione.
Una season premiere divisa in due parti dunque, con un 1948 più emotivo ed un 1745 più concreto, protagonista però di un bel paradosso: così come accaduto nel Pilot, il cambio d’epoca si percepisce in maniera forte e, indipendentemente dai temi affrontati o dalle emozioni mostrate, il “presente” non riesce comunuque ad eguagliare quell’affascinante aura che si percepisce appena si giunge nel 1745.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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To Ransom A Man’s Soul 1×16 | 0.98 milioni – 0.1 rating |
Through A Glass, Darkly 2×01 | 1.46 milioni – 0.4 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.