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Se siete lettori non casuali di RecenSerie avrete notato come nelle nostre recensioni viene appuntato, molto più spesso nell’ultimo anno, come il prodotto che si sta andando a recensire sia un teen drama (o giochi con elementi tipici di questa narrazione). E’ un trend ormai quello dei teen drama che ha letteralmente inglobato il mercato seriale, diventando il primo imprescindibile punto di partenza dal quale qualsiasi canale o produzione debba iniziare a lavorare per poter sfruttare al meglio un segmento di pubblico (quello dei giovani) sempre più fetta predominante del mercato.
Spesso teen drama equivale ad uno snaturamento dello sceneggiato in cui parti visibilmente studiate e costruite attorno a personaggi di una determinata età si vedono trasposte su schermo da personaggi poco più che adolescenti inficiando l’opera intera.
Perché questa lunghissima premessa? Perché lì dove tutti i teen drama del mondo hanno costruito la propria (s)fortuna, Pandora ha pensato bene di non fermarsi ma di andare oltre, arrivando a creare un teen drama (per tematiche e storie), ma con dei personaggi teen.
Avete presente quel senso di disgusto (ed i conseguenti conati di vomito) quando facendo zapping in televisione ci si ritrova di fronte alla versione old del trono di Maria De Filippi, provando quasi compassione per i poveri vecchi sullo schermo? Non dovete essere degli spettatori fedeli di questo programma per poterne cogliere la sfumatura orripilante (e che a tratti raggela il sangue nelle vene).
Pandora, quindi, racconta di una ragazza (una studentessa… leggermente fuori corso probabilmente) che, persa la famiglia, inizia a vivere con lo zio cercando nel mentre di scoprire come e perché i propri genitori siano stati polverizzati da un missile. Un inizio (i primi due minuti, per lo meno) che potrebbe suscitare interesse ma che va scemando nel giro di pochissimi attimi.
E’ da annotare, però, come la puntata riesca a mantenersi poco al di sotto della sufficienza per poco più di metà durata: la questione del teen-non-teen; dei dialoghi al limite del ridicolo; una serie di personaggi la cui evoluzione risulta non solo telefonata, di più; delle scelte decisamente discutibili portate avanti dai protagonisti principali della storia. Insomma, si tratta di elementi sicuramente deprecabili ma nulla di così osceno come si potrebbe pensare.
Con una storia che crea solo disinteresse e qualche sbadiglio, il pilot si avvia verso la conclusione quando, nel giro di poco più di cinque minuti, tutto crolla. Pandora ascende da banale pilot di (quasi) fine estate a metro di misura futura per quantificare lo scempio seriale che si sta osservando.
Arrivati sul pianeta natio di Jax (la protagonista) per cercare di capire qualcosa di più dell’attentato di cui i suoi genitori sono stati vittima, la giovane ed il ristretto gruppo di nuovi amici che è riuscita a trovare in meno di una giornata di scuola, si ritrovano vittime di una sorta di attacco spaziale.
Prima della sparatoria, vero momento clou dell’episodio, Jax entra in un wormhole (perché non inserirne uno giusto per complicare ulteriormente una trama già disastrata?) e ci rimane. Attraverso l’entrata/uscita sente degli spari, come se il wormhole fosse una stanza come un’altra e l’entrata una sorta di porta leggermente socchiusa. Decide quindi di uscire dal wormhole, che scompare un secondo dopo. Senza alcuna motivazione precisa.
Lo spettacolo che si para di fronte a Jax è orripilante: degli spari con mini esplosioni fatte dal peggior utilizzatore di After Effect presente sulla Terra; colpi che vengono sparati in maniera del tutto casuale tra una pietra e l’altra senza lasciare segno alcuno; gente che si accascia e muore un po’ ovunque (personaggi che prima non c’erano). Ma soprattutto, fiore all’occhiello della produzione, un cartonato di un alieno fatto passare in transizione davanti allo schermo intento a sparare alcuni colpi ai poveri compagni di ventura di Jax.
Applausi. Sipario.
Cosa potrebbe essere aggiunto in questa recensione di più interessante di un cartonato usato come animazione di una serie tv del 2019? Se avete consigli fatecelo sapere.
Spesso teen drama equivale ad uno snaturamento dello sceneggiato in cui parti visibilmente studiate e costruite attorno a personaggi di una determinata età si vedono trasposte su schermo da personaggi poco più che adolescenti inficiando l’opera intera.
Perché questa lunghissima premessa? Perché lì dove tutti i teen drama del mondo hanno costruito la propria (s)fortuna, Pandora ha pensato bene di non fermarsi ma di andare oltre, arrivando a creare un teen drama (per tematiche e storie), ma con dei personaggi teen.
Avete presente quel senso di disgusto (ed i conseguenti conati di vomito) quando facendo zapping in televisione ci si ritrova di fronte alla versione old del trono di Maria De Filippi, provando quasi compassione per i poveri vecchi sullo schermo? Non dovete essere degli spettatori fedeli di questo programma per poterne cogliere la sfumatura orripilante (e che a tratti raggela il sangue nelle vene).
Pandora, quindi, racconta di una ragazza (una studentessa… leggermente fuori corso probabilmente) che, persa la famiglia, inizia a vivere con lo zio cercando nel mentre di scoprire come e perché i propri genitori siano stati polverizzati da un missile. Un inizio (i primi due minuti, per lo meno) che potrebbe suscitare interesse ma che va scemando nel giro di pochissimi attimi.
E’ da annotare, però, come la puntata riesca a mantenersi poco al di sotto della sufficienza per poco più di metà durata: la questione del teen-non-teen; dei dialoghi al limite del ridicolo; una serie di personaggi la cui evoluzione risulta non solo telefonata, di più; delle scelte decisamente discutibili portate avanti dai protagonisti principali della storia. Insomma, si tratta di elementi sicuramente deprecabili ma nulla di così osceno come si potrebbe pensare.
Con una storia che crea solo disinteresse e qualche sbadiglio, il pilot si avvia verso la conclusione quando, nel giro di poco più di cinque minuti, tutto crolla. Pandora ascende da banale pilot di (quasi) fine estate a metro di misura futura per quantificare lo scempio seriale che si sta osservando.
Arrivati sul pianeta natio di Jax (la protagonista) per cercare di capire qualcosa di più dell’attentato di cui i suoi genitori sono stati vittima, la giovane ed il ristretto gruppo di nuovi amici che è riuscita a trovare in meno di una giornata di scuola, si ritrovano vittime di una sorta di attacco spaziale.
Prima della sparatoria, vero momento clou dell’episodio, Jax entra in un wormhole (perché non inserirne uno giusto per complicare ulteriormente una trama già disastrata?) e ci rimane. Attraverso l’entrata/uscita sente degli spari, come se il wormhole fosse una stanza come un’altra e l’entrata una sorta di porta leggermente socchiusa. Decide quindi di uscire dal wormhole, che scompare un secondo dopo. Senza alcuna motivazione precisa.
Lo spettacolo che si para di fronte a Jax è orripilante: degli spari con mini esplosioni fatte dal peggior utilizzatore di After Effect presente sulla Terra; colpi che vengono sparati in maniera del tutto casuale tra una pietra e l’altra senza lasciare segno alcuno; gente che si accascia e muore un po’ ovunque (personaggi che prima non c’erano). Ma soprattutto, fiore all’occhiello della produzione, un cartonato di un alieno fatto passare in transizione davanti allo schermo intento a sparare alcuni colpi ai poveri compagni di ventura di Jax.
Applausi. Sipario.
Cosa potrebbe essere aggiunto in questa recensione di più interessante di un cartonato usato come animazione di una serie tv del 2019? Se avete consigli fatecelo sapere.
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Pandora, la nuova serie tv prodotta da The CW, porta sugli schermi il peggior pilot del 2019 dimostrando un disinteresse totale per il risultato finale e nella fruizione del proprio pubblico. Forse definirlo il peggior pilot del 2019 potrebbe essere addirittura riduttivo considerato il bassissimo livello di storia, di costruzione e di personaggi portati in campo. Semplicemente osceno.
Shelter From The Storm 1×01 | 0.72 milioni – 0.1 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.