“Your father’s ranch isn’t a kingdom, Jamie. And he isn’t a king. And you Running for an office that allows you to rewrite the rules to your father’s liking? You know, your family deserves to lose everything. I can’t tell you the pleasure that it gives me to be the one taking it. No man should have this much land. It should be a park or a game preserve. And when I’m done, maybe it will.”
A differenza di altre puntate, in questo caso non si può accusare Yellowstone di non aver compiuto significativi passi avanti nella trama; per di più, questa volta lo show di Paramount Channel ha anche deciso di tagliare alcuni rami secchi, mettendo fine ad una storyline che non aveva più molto da dire (sempre ammesso che abbia mai avuto qualcosa di significativo da dire). Ciò, però, non significa che la serie non abbia commesso i suoi tipici errori, i quali sono infatti presenti anche questa volta.
Il finale dell’episodio precedente (peraltro, uno dei pochi momenti salvabili di quella puntata) aveva, per forza di cose, già annunciato il tema principale di questo sesto appuntamento stagionale, ossia l’intervista che Jamie rilasciò alla giornalista al termine della prima stagione. Il primo aspetto da sottolineare è che si è evitato il rischio di far finire quella vicenda nell’oblio, senza più riproporla sullo schermo. Pur obiettando che, nella prima parte di questa seconda stagione, ci sarebbe stato molto tempo a disposizione per far entrare la faccenda subito nel vivo, si deve essere soddisfatti del ritorno in scena di Sarah Nguyen. Il suo breve incontro con Jamie, e tutto ciò che è seguito dopo, sono ulteriori tasselli di quello che sembra essere il percorso di autodistruzione di quello che, fino a poco tempo fa, era l’unico figlio di cui John si potesse fidare. A differenza di Kayce e Beth, Jamie è sempre stato molto meno coraggioso (e, di conseguenza, molto meno turbolento e problematico, almeno all’apparenza). Per questo motivo, l’omicidio della giornalista sarà il punto di non ritorno per lui, in quanto il suo personaggio si trova davanti ad un bivio: maturare definitivamente (il suo terrore nei confronti di John e il modo in cui si fa trattare da Beth denotano ancora una certa immaturità), oppure intraprendere una spirale di autodistruzione.
Parlando dell’omicidio (che, tra l’altro, è una scena eseguita tecnicamente non bene, soprattutto per quanto riguarda lo strangolamento che è decisamente poco credibile), questo è stato utile anche per far terminare la storyline di Walker. Considerando il minutaggio speso per introdurlo nella storia, si può affermare che la gestione del suo personaggio sia un esempio perfetto di uno dei grande problemi dello show, ossia la gestione e l’evoluzione delle varie storyline. Essendo ormai relegato ad un litigio con Rip ogni 3/4 puntate, la decisione di farlo uscire di scena è senza dubbio giusta, anche perché ciò ha permesso di far evolvere il personaggio di Kayce. Per la prima volta, infatti, ha deciso di cambiare completamente una delle prassi a fondamento dello Yellowstone, vale a dire il principio secondo il quale chiunque sia marchiato sul petto non possa abbandonare il ranch quando è ancora in vita. Il discorso di Kayce a Walker, relativo ad una sua futura gestione del ranch, inoltre, sembra mostrare una forte volontà di continuare a rimanere al ranch e prenderne il comando in futuro. Per una volta, quindi, sembra che Kayce sia deciso a portare a termine qualcosa.
“Yeah, something will kill us too, Tate. Might be bacteria so small you need a microscope to see it. Might be a big ol’ bear. There’s no such thing as dying of old age. Something kills us all.”
Le vicende di Kayce e Walker, però, permettono anche di introdurre gli elementi negativi di questa puntata. Per quanto riguarda Walker, la sua parabola simboleggia la difficoltà di creare una storyline coerente che abbia come protagonista i lavoratori del ranch. Dal pilot ad oggi, infatti, praticamente nessun personaggio ha avuto una sua evoluzione. L’unica eccezione può essere rappresentata da Jimmy, al quale viene dedicato un minutaggio sempre maggiore. Anche in questo caso, però, non si può dire che il suo personaggio abbia avuto un percorso di crescita: egli, infatti, è rimasto alla caratterizzazione fornitagli nei primi episodi, e le varie vicende nelle quali viene coinvolto non hanno contribuito ad una tridimensionalizzazione. Per questo, scene lunghe come quella del rodeo (o, ancora di più, della gara dello scorso episodio) appaiono come poco più che riempitivi. Se poi si considerano gli altri lavoratori, il discorso è ancora più problematico. Ci si potrebbe chiedere, infatti, che senso abbia avuto introdurre il nuovo lavoratore stagionale se dopo qualche puntata è già scomparso dalla narrazione; allo stesso modo, ci si potrebbe chiedere come mai nel ranch ci siano dei lavoratori mai visti in precedenza. In generale, se non si dovesse migliorare la situazione, ci si potrebbe proprio chiedere che senso abbia mostrare le vicende dei lavoratori del ranch.
Per quanto riguarda Kayce, la questione è molto semplice: fino ad un paio di puntate fa, il suo rapporto con Monica era gelido, e non vedeva Tate da molto tempo. Ora, nel quinto episodio, c’è stato il ravvicinamento tra i due. Nonostante ciò, sembra quantomeno prematuro che, appena dopo aver ristabilito i rapporti, Monica dia il proprio assenso a far stare Tate dal nonno paterno (la causa della crisi del loro matrimonio) e che Kayce decida di fare una battuta di caccia in famiglia.
Per il resto, è importante la confessione dello sceriffo Donnie a John, che svela gli autori dell’uccisione delle mucche, ossia i fratelli Beck. Seppur rilegata ai margini della narrazione (a Jimmy è stato dedicato molto più tempo, per dirne una), questa svolta è di grande importanza, anche perché apre un tavolo di trattativa tra John, Jenkins e Rainwater. Sembra improbabile che i tre trovino un accordo, visti i piani di Rainwater che ha Jenkins in pugno, ma si tratta di una situazione da seguire con attenzione. Se, nei prossimi episodi, si dedicasse più tempo a questa vicenda e meno alle gare di cavalli, di sicuro non si sbaglierebbe.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Touching Your Enemy 2×05 | 2.18 milioni – 0.5 rating |
Blood The Boy 2×06 | 2.27 milioni – 0.6 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.