Philip K. Dick’s Electric Dreams 1×06 – Human IsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Vera Herrick: “Is human? If sacrifice, kindness, love… is not the ultimate test to being human, what is?”

“Human Is”, tratto dall’omonimo racconto breve del 1955, è l’ultimo episodio del 2017 per quanto riguarda questa serie ispirata alla sterminata produzione di racconti nati dal genio di Philip K. Dick.
Prima di congedare il proprio pubblico in attesa dei prossimi episodi (previsti per il 2018), produttori e autori si giocano tutte le carte migliori e, soprattutto, LA carta migliore del proprio mazzo: Bryan Cranston.
Fin da quando la serie è stata annunciata, infatti, il suo nome è comparso a caratteri cubitali tra quelli dei produttori esecutivi e, già allora, in molti si aspettavano di vederlo “all’opera” in qualche episodio.
Ora il momento tanto atteso è finalmente arrivato e si può dire che ne è valsa veramente la pena. La puntata, infatti, si regge quasi completamente sull’interpretazione di Cranston nei panni del colonnello Silas Herrick (e per l’altra metà da quella dell’ottima Essie Davis nei panni della moglie Vera).
L’episodio si può definire come la summa di tutti i temi dickiani fin qui incontrati nella prima stagione: la domanda esistenziale “che cos’è reale e cosa no?” (qui traslata in che cos’è umano e cosa no?). In una base spaziale (che rappresenta per metafora il mondo umano) la burocrazia e le formalità regolano i rapporti umani tra le persone. Persino il matrimonio non è spontaneo ma è semplicemente un atto obbligato per la riproduzione della specie e le coppie vengono decise da un algoritmo.
In questo mondo, così preciso e socialmente ripartizzato, si svolge la vicenda dei coniugi Herrick, coppia che sta vivendo una grave crisi coniugale enfatizzata ulteriormente da una guerra in atto (che i due combattono in prima linea) contro un popolo alieno (i rexoriani del pianeta Rexor IV) per un importante fonte di energia, l’hydran.
Durante una missione, Silas viene attaccato dai rexoriani e sembra essere spacciato. Miracolosamente la nave su cui viaggiava fa ritorno a casa ma lui sembra cambiato nell’animo. Al posto del consorte freddo e dispotico che Vera (nomen omen?) conosceva ora c’è un marito gentile e premuroso. Si tratta dunque del vero Silas o di un alieno che ha preso possesso nel suo corpo?
Come succede di solito nei racconti di Dick, la fantascienza è usata come pretesto per raccontare altro. Qui troviamo un racconto dal sapore shakesperiano, dove le grandi tematiche esistenziali vengono sviscerate grazie ad una love story sui generis in cui non manca anche una certa critica al sistema legislativo statunitense (bisogna considerare che il racconto è del 1955, in piena epoca maccartista).
Se a livello narrativo questo è senz’altro un elemento aggiunto al genio di Dick, e rappresenta il motivo per cui è diventato un autore così importante anche oltre la semplice letteratura di genere, per gli appassionati della sci-fy pura potrebbe risultare noioso un episodio dove gli unici elementi visivi di fantascienza sono la scenografia e il design tecnologico degli arredi, mentre la storia potrebbe tranquillamente essere un normale family-drama (o thriller psicologico volendo) collocato in qualsiasi epoca.
Questo, ovviamente, varia a seconda dei gusti dello spettatore ma di certo non si può comunque affermare che l’episodio in questione sia pessimo. Anzi, “Human Is” colpisce l’occhio e l’orecchio dello spettatore grazie alla sua visionarietà e ai dialoghi sempre intensi e accattivanti che accompagnano le interpretazioni magistrali dei due co-protagonisti.
L’intenso monologo finale di Vera durante la scena del processo (momento topico di tutto l’episodio) è il vertice di una scrittura mirabile che coniuga azioni e scene simboliche (lei che fa tapis-roulant sullo sfondo di una foresta esotica) a silenzi che valgono più di mille discorsi, in un crescendo di plot twist interni. Plot twist interni continuamente rimarcati dai titoli di testa -con nome della serie e titolo dell’episodio- che si ripetono ogni 20 minuti. In realtà non si capisce bene il motivo di tale scelta (non ci sono pause pubblicitarie in mezzo) e, alla lunga, questa scelta estetica della serie può risultare snervante per lo spettatore che segue le vicende. A parte questo, comunque, l’episodio scorre molto bene mantenendo sempre un ritmo e una dinamicità che non annoiano.
Menzione a parte va fatta a Liam Cunningham che, per una volta, sveste i panni di Ser Davos per inserirsi in quelli del generale Olin, rigido burocrate capace però di essere, in alcuni momenti, molto umano. Un personaggio che sarebbe stato bello approfondire di più ma che risulta sacrificato per mettere in risalto la coppia Cranston-Davis.
L’episodio rimane comunque uno dei migliori per questa prima (metà)stagione di Philip K. Dick’s Electric Dreams. Le prossime puntate usciranno nel 2018 ma tanto è bastato per far salire l’hype e le aspettative per quello che può tranquillamente essere definito come l’anti-Black Mirror.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interpretazioni di Bryan Cranston ed Essie Davis
  • Dialoghi
  • Effetti speciali
  • Scenografia
  • Scena del processo
  • Molta love-story e poca sci-fy
  • Liam Cunningham troppo sacrificato
  • I titoli di testa ripetuti ogni 20 minuti alla lunga stancano

 

Episodio memorabile che conclude il primo ciclo di storie tratte dai racconti di Philip K. Dick con un duo eccezionale: Bryan Cranston ed Essie Davis, entrambi in gran spolvero.

 

Real Life 1×05 ND milioni – ND rating
Human Is 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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