Come di consueto, anche quest’anno il mese di ottobre è ricco di serie televisive a tema horror che arrivano in concomitanza con Halloween. Tra le diverse in uscita, spicca certamente un nome tra i tanti: quello di Chucky.
Già protagonista di una serie di pellicole cinematografiche, nonché uno dei personaggi più iconici del panorama horror degli ultimi 30 anni, Chucky approda anche in televisione con una serie a lui dedicata e che dovrebbe fungere da sequel a Cult Of Chucky, ultimo film del franchise. La serie va in onda sia su Syfy che su USA Network ed è creata e sceneggiata dall’onnipotente creatore di Chucky, ovvero Don Mancini.
IL MITO DI CHUCKY
“Here in Hackensack, the mayor likes to say the saints are always watching over us, guiding our destinies and keeping us from harm. Well, I call bullshit on that. The mayor wants us to think we’re all living on Main Street in Disneyland, but the truth is, Hackensack is a haven for the bizarre, the fucked-up, and the straight-up criminally insane. In the past year alone, our murder rate has spiked 25%. In fact, we haven’t seen this kind of violence here since the Ray family murders in ’65, a bloodbath that gave birth to one of the most notorious serial killers in history, Charles Lee Ray. Back in the day, he was one of us, growing up right over on Sherwood Lane.”
Ormai il personaggio di Chucky è entrato nell’immaginario pubblico ed è ben noto ai più. Proprio per questo la serie non perde ulteriormente tempo a spiegare nulla riguardo il personaggio o introdurlo in alcun modo. Anzi parte subito in quarta presentando direttamente “l’incontro” tra il protagonista Jake e la bambola assassina, dando giustamente per scontato che lo spettatore sia già perfettamente a conoscenza delle facoltà paranormali del giocattolo e del suo temperamento.
Il setting della storia è però presumibilmente preposto ad ampliare ulteriormente la mitologia del personaggio.
Hackensack, infatti, cittadina nella quale si svolgono gli eventi della serie, è anche il luogo di nascita di Charles Lee Ray.
È lecito aspettarsi dunque che negli episodi futuri questo possa rivelarsi un elemento determinante per scoprire di più riguardo il fantomatico assassino, come il finale dell’episodio lascia effettivamente presagire.
JAKE & CHUCKY
Un interessante elemento di novità è sicuramente costituito anche dal solo personaggio protagonista, Jake Wheeler. Il ragazzo, vittima di bullismo e sottoposto alla pressante omofobia del padre, sviluppa un particolare legame con Chucky.
Il rapporto tra ragazzo e bambola in questo episodio è piuttosto affascinante da analizzare: questo perché Jake appare al tempo stesso sia spaventato che gratificato dalla presenza di Chucky.
La scena cardine nell’episodio infatti è l’esibizione da ventriloquo. Nel corso della sequenza lo spettatore assiste, come anche la platea stessa presente sulla scena, a una sorta di rivalsa di Jake sui suoi bulli, messa però in atto da Chucky e dalla sua comicità sfacciata.
Mr. Wheeler: “You insulted your friends and your family in front of the entire school.”
Jake: “They deserved it.”
Le prime vittime di Chucky diventano poi infatti coloro che più hanno tormentato Jake, portando quest’ultimo a instaurare un rapporto sì di paura, ma anche di semi-complicità/accondiscendenza con il bambolotto.
Jake: “You… you killed him. You really did it.”
Chucky: “We did it, Jake.”
Jake: “I didn’t want him dead.”
Chucky: “What did you think I was gonna do, ask him for a hug? He got what he deserved.”
Jake: “He… he wasn’t always like that. When I was younger, he was really cool.”
Chucky: “I know an asshole when I see one.”
MUSICA
Ad arricchire ulteriormente l’episodio interviene anche la colonna sonora, perfettamente inserita nella narrazione fungendo non solo da decorazione dal punto di vista acustico, ma anche da vera e propria manifestazione dello stato d’animo dei personaggi o di sottotesto della scena stessa.
L’ingresso di Chucky nell’episodio viene accostato a “Copycat“, canzone di Billie Eilish. Se questo da una parte può riferirsi al fatto che il Chucky presente nella serie non sia lo stesso esatto bambolotto presente nei film, ben più inequivocabile è il testo, utilizzato come una sorta di introduzione al personaggio:
“Don’t be cautious, don’t be kind
You committed, I’m your crime
Push my button anytime
You got your finger on the trigger
But your trigger finger’s mine
[…]
Perfect murder, take your aim
I don’t belong to anyone
But everybody knows my name”
Altro momento in cui la musica è perfettamente calibrata con la scena in azione è poi il momento di disperazione di Jake in seguito allo scatto d’ira del padre.
Sentendosi rigettato dal proprio genitore e avendo perso a causa sua il frutto del suo duro lavoro, Jake rimane con un solo oggetto a cui aggrapparsi, ovvero proprio la bambola di Chucky.
L’istante in cui il ragazzo, a pezzi, ritrova il pupazzo e lo prende tra le mani viene infatti accompagnato da “How Villains Are Made” di Madalen Duke, una canzone che può fare riferimento tanto alla natura malvagia di Chucky quanto al fatto che basti poco per portare qualcuno sul sentiero sbagliato, come metaforicamente sembra accadere a Jake nel momento in cui raccoglie Chucky da terra.
L’ultimo e più simbolico utilizzo della musica in favore della narrazione avviene però con “Personal Hell” di Kim Petras, riprodotta quando Jake sale sullo scuolabus e si ritrova deriso dai propri compagni.
Il legame di tale canzone alla scena mostrata può sembrare immediato, ma in realtà si possono ritrovare anche più chiavi di lettura: ovviamente il significato più palese risiere già solo nel titolo della canzone, che allude all’ambiente scolastico (e familiare), vero “inferno personale” di Jake; al di là di questo però alcune strofe possono essere ricollegate alla natura di Chucky.
“Make me feel alive
Bring me back to life”
Altre ancora invece si rifanno alla ricerca di Jake di qualcuno che lo liberi dall’inferno che sta vivendo.
Non è un caso che infatti nel momento in cui la canzone recita “Save me from my personal hell” venga mostrato lo sguardo lanciato da Jake a Devon. Un gesto pieno di speranza e ammirazione che viene però smorzato bruscamente, assieme alla musica stessa, dall’arrivo di Junior.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Death By Misadventure” è un ottimo pilot, che riesce a incarnare perfettamente l’atmosfera comica e inquietante dei film, riuscendo però ad aggiungere elementi e tematiche nuove e alludendo a nuove informazioni e rivelazioni circa la mitologia del personaggio. Un esordio che fa decisamente ben sperare per il resto della serie.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.