Dittico di episodi che hanno come tema la “fuga” di Tom Ripley da Napoli per accasarsi (forse definitivamente?) nella Città Eterna con la falsa identità di Dickie Greenleaf.
Un piano decisamente audace che, nella realtà prevederebbe una premeditazione di mesi, ma che la mini-serie di Steven Zaillian decide di rendere quasi “facile” per il protagonista.
L’episodio “La Dolce Vita” infatti inizia immediatamente dopo il cliffhanger del precedente episodio che vedeva Tom uccidere a sangue freddo l’amico Dickie. E lungo tutto il corso della puntata assistiamo ad un imperturbabile (ma comunque magnetico) Andrew Scott che, con fare fin troppo naturale pianifica tutte le mosse necessarie per sbarazzarsi degli averi dell’amico, rubargli l’identità e trasferirsi in una nuova location più consona a quelli che sono ormai a tutti gli effetti i suoi nuovi gusti alto-borghesi. il tutto accompagnato dal solito bianco e nero dell’incredibile fotografia curata da Robert Elswit, che qui si sbizzarrisce nel filmare tutti i monumenti e le opere d’arte a sua disposizione.
ROMA IN B/N
Il ritmo scelto per questi due episodi è volutamente rallentato, proprio come se desse l’impressione delle difficoltà che compongono il machiavellico piano di Tom. A cominciare dall’alleanza strategica con il camorrista Carlo (Renato Solpietro), alla preparazione della falsa identità che comprende un nuovo passaporto e l’esecuzione della firma falsa a nome Dickie Greenleaf.
Tutte operazioni necessarie per far scivolare l’episodio nei suoi 40 minuti e procedere oltre. E, beninteso, nulla di male, anzi la puntata scivola via con piacere quasi senza accorgersene, anche per merito della regia (a tratti un po’ troppo manieristica ma efficace) di Zaillian e della fotografia di Elswit che accompagnano lo spettatore in un vero e proprio tour visivo ed estetico nelle meraviglie di Roma, condito da metafore più o meno esplicite che raccontano l’ascesa (o se vogliamo la “discesa morale”) della vita di Ripley. A partire dalla metafora dei quadri caravaggeschi in San Luigi dei Francesi, vero e proprio leitmotiv dell’episodio, così come la vita stessa dell’artista milanese che la Highsmith assurge a metafora per la vita dello stesso Ripley.
MAMMA LI ITALIANI!
A questo si aggiunge, da questo episodio in poi, una ricca componente di attori italiani che, nonostante siano poco più che dei camei, spiccano per le loro brillanti interpretazioni (tanto che viene da chiedersi dove si nascondano questi talenti nelle fiction italiane).
Fra questi il ruolo più rilevante è senz’altro quello di Margherita Buy nel ruolo della signora Buffi, solerte (e allo stesso tempo enigmatica) affittuaria della casa di Tom. Un ruolo decisamente inusuale per l’attrice romana, o perlomeno differente rispetto ad altri suoi personaggi, che però dimostra di padroneggiare molto bene. Allo stesso modo Massimo De Lorenzo (uno degli sceneggiatori di Boris) e Corrado Fortuna, qui presenti in due scene che simboleggiano i due plot twist principali della puntata, quelli in cui sembra che il piano di Tom stia per vacillare.
una costante di entrambi gli episodi che si basano esclusivamente su questi continui momenti in cui sembra che il piano vada a rotoli, vuoi per le circostanze e le difficoltà del caso, vuoi per la sanità mentale dello stesso protagonista che potrebbe essere il suo principale ostacolo in questa personale “ricerca della felicità”.
IL RITORNO DI MILES
E il più importante di questi plot twist arriva proprio nel finale di “LUCIO”, con il ritorno del personaggio di Freddie Miles (Eliot Sumner), l’amico di Dickie, giunto a Roma sulle tracce dell’amico scomparso.
Ovviamente si tratta del principale “antagonista” della vicenda essendo l’unico ad aver capito tutta la macchinazione compiuta da Tom, e per questo motivo diventa la sua seconda vittima dopo Dickie.
Una sequenza scritta, interpretata e girata divinamente, il cui lungo dialogo fra i due ha come unico scopo quello di far empatizzare lo spettatore più con Tom che non con Freddie (che qui si dimostra più antipatico che mai). Una sequenza quindi a suo modo mirabile. Meno della successiva che, al di là dell’escamotage tragi-comico del gatto della signora Buffi, vorrebbe creare tensione narrativa con la lunga sequenza dello spostamento del cadavere di Freddie. Ma il risultato è solo un allungamento del brodo che non convince più di tanto (oggettivamente gli va fatta troppo bene a Tom e senza nemmeno un testimone in una Roma stranamente deserta).
Un finale dunque un po’ sottotono per un episodio che, fino a quel momento aveva comunque brillato, ma che lancia comunque un buon cliffhanger per la prossima puntata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Da Napoli a Roma, Tom Ripley inizia la sua nuova vita in Italia con la falsa identità del suo defunto amico Dickie Greenleaf. Ovviamente reggere da soli una falsa identità comporta numerosi rischi. In compenso si può ammirare un paesaggio urbano e delle opere veramente magnifiche!
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!