Il 18 Agosto su Prime Video ha fatto il suo esordio Shelter, una serie tv thriller di genere High School Drama. Un prodotto che in realtà è un adattamento del primo episodio di una trilogia incentrata sul personaggio immaginario di Mickey Bolitar, ideata dallo scrittore statunitense Harlan Coben.
L’autore, che per Shelter ricopre anche i ruoli di showrunner ed executive producer, non è nuovo alle trasposizioni dei suoi romanzi in serie tv. Nel 2018 Coben aveva già firmato un contratto quinquennale multimilionario con Netflix per la trasposizione di altri suoi capolavori thriller: Safe, Stay Close, The Stranger, tutti recuperabili, assieme ad altri titoli dello stesso autore, sulla piattaforma.
Nonostante i numerosi titoli dell’autore già usciti per lo streaming, Shelter è la prima trasposizione di un’opera di Coben che ha per protagonisti tre adolescenti, cambiando completamente il suo target principale di riferimento.
PATTERN CHE VINCE NON SI CAMBIA
La trama è fin troppo semplice: Mickey Bolitar è un problematico teenager che dopo l’improvvisa morte del padre inizia una nuova vita a Kasselton, in New Jersey. Nella nuova scuola incontra due improbabili amici, Arthur alias Spoon ed Ema, che lo aiuteranno ad indagare sulla misteriosa scomparsa di Ashley (Samantha Bugliaro) loro compagna di scuola.
Harlan Coben conosce bene la ricetta del thriller e non manca di condire la storia con tutti i cliché del caso. C’è l’amico del protagonista, un nerd occhialuto che gira con un cucchiaio nel taschino, insieme all’amica stramba, una gothic queer girl che a scuola tutti evitano. Ma non manca il mistero da risolvere, la casa degli orrori su Hobart Avenue e un’inquietante e vecchia signora che tutti chiamano Bat Lady. In aggiunta, si assiste alla scazzottata del bullo della scuola davanti agli armadietti e qualche altro dramma liceale.
Il pattern del romanzo è dunque servito, ma Shelter non cade mai in un racconto a base di stereotipi. La trama è ben calibrata e sebbene possa sembrare di trovarsi di fronte qualcosa di già visto, Harlan Coben porta avanti una narrazione ben stratificata e ricca di continui colpi di scena. L’atmosfera non è certo quella di un thriller al cardiopalma, tuttavia, risulta impossibile per lo spettatore avere un momento di noia.
UNA BANDA DI GIOVANI DETECTIVE
Il cast è perlopiù composto da giovani attori. Mickey, il protagonista, è Jaden Michael, apparso nella commedia horror Vampires vs The Bronx; Arthur Spoon, interpretato da Adrian Greensmith ha dato precedentemente il volto ad Hunter in Metal Lord; Ema è Abby Corrigan già vista in Castle Rock e American Horror Stories. Insieme formano un terzetto di amici ben assortiti tanto da far ricordare i ben più blasonati Potter-Wesley-Granger di Harrypottiana memoria.
Ma sullo sfondo di questo simpatico trittico di amici, si nascondono problemi ben più profondi come il pregiudizio razziale e la salute mentale. Argomenti solo accennati in questo pilot.
KASSELTON E LE SMALL TOWN MISTERY
Oltre ad essere un thriller e un teen drama, Shelter fa parte del filone giallo-poliziesco che si snoda dentro le piccole città di periferia. Titoli come Riverdale, Omicidio a Easttown e The Vampire Diaries ne sono un esempio. Ma tutto è cominciato con I Segreti di Twin Peaks o forse ancora prima, nel 1984 nella Cabot Cove di Murder, She Wrote.
E come Cabot Cove, che era una cittadina fittizia nel Maine, anche Kasselton è una città immaginaria che compare nella serie di libri di Coen dedicata alle disavventure di Mickey Bolitar. Si ritiene che Kasselton sia stata modellata sulla città di Livingston, nel New Jersey, dove lo scrittore è nato e dove l’intera serie è stata girata. La scena di apertura del pilot si apre con un flashback proprio su Kasselton, dove 25 anni prima il padre di Mickey era rimasto prigioniero in un labirinto di passaggi sotterranei (forse sotto la casa inquietante in Hobart Avenue?) assieme ad un gruppo di bambini.
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Un pilot soddisfacente e ben costruito, per nulla noioso e con una trama stratificata che vale la pena seguire. Rimane tuttavia un prodotto per teenager, con un cast giovanissimo ma convincente.
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Membro Onorario della Generazione X. Dal 1994 si aggira nei corridoi dell'archivio degli X-Files senza trovare l'uscita. Da piccola fingeva di avere la febbre per rimanere a casa da scuola a guardare gli episodi di Hazzard. Capisce poco di Cinema ma ci prova.