Severance 2×02 – Goodbye, Mrs. SelvigTEMPO DI LETTURA 5 min

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Severance 2x02 RecensioneCi sono casi in cui una grande attesa fa quasi dimenticare al grande pubblico i motivi per cui una serie o un film era stato così apprezzato, facendoli così cadere nel dimenticatoio. Tuttavia questo non è stato il caso di Severance, in cui la lunghissima attesa di tre anni ha reso lo show Apple TV+ quasi un instant cult. Un qualcosa che dà origine a teorie, manda in trip il cervello dello spettatore a causa di tutto il mondo portato in scena e le continue idee sci-fi, mescolate a un background così ordinario e spaventosamente contemporaneo.
Ormai Severance ha abituato a quel suo mood un po’ à-la The Office, un po’ à-la 1984. Un mix così forte e ben azzeccato nato dalla penna del semisconosciuto Dan Erickson, coadiuvato da un inaspettato Ben Stiller. Dopo una prima stagione che l’ha fatta entrare di prepotenza nel panorama dei prodotti di prim’ordine, constatato anche da una dozzina di nominations agli Emmy, ecco che la seconda stagione parte con quello che è praticamente una doppia premiére. Come giusto che sia, rispecchiando il tema del doppio che fa il buono e il cattivo tempo all’interno di Severance.

AL DI FUORI DEL PIANO SCISSO


Goodbye, Mrs. Selvig” è un titolo che salta certamente all’occhio, soprattutto se confrontato con il suo predecessore “Hello, Ms. Cobel“. Si può infatti affermare che le prime due puntate di questa seconda stagione siano due facce della stessa medaglia. Le conseguenze del clamoroso finale di stagione viste prima dal punto di vista degli “interni”, e poi da quello degli “esterni”. Dopo “Hello, Ms. Cobel” lo spettatore è praticamente allo stesso livello di Mark S., che dopo un’escalation potenzialmente distruttiva rivede tutto tornare perfettamente come prima all’interno del piano scisso della Lumon, pienamente consapevole – però – che si sta perdendo di tutto all’esterno, venendo imboccato da bugie e calunnie da parte di Milchick e la Lumon.
Ed ecco che “Goodbye, Mrs. Selvig” va invece ad illustrare tutto ciò che è successo a Mark, Dylan, Irving e soprattutto Helly. Facendo tornare anche il clamoroso personaggio di Patricia Arquette che è Ms. Cobel. La Lumon sembra infatti essere riuscita a mettere tutto a tacere, cercando di comprare il silenzio della Cobel (invano, possibile che diventi in futuro una pedina fuori controllo) e andando a pregare Mark di ritornare. Una situazione di quiete che però è da tenere costantemente sotto controllo, visto che una breccia è stata aperta nel piano scisso.

UNA RISORSA PREZIOSA


Perché la Lumon vuole così tanto Mark Scout? Mark S. non sembra essere un dipendente come gli altri. È stato tenuto sotto controllo direttamente dal suo “capo” per anni fingendo di essere la vicina anziana di casa. Ai piani alti della Lumon si cerca in tutti i modi di fargli completare il lavoro MDR, chiamato “Cold Harbor“, che potrebbe o non potrebbe essere un riferimento all’omonima battaglia. Non è un caso che all’interno dello stesso piano lavorasse Ms. Casey, che in realtà dovrebbe essere Gemma, la sua morte deceduta.
A tutto ciò che già rende Severance serenamente disturbante si aggiunge il fatto che Mark sembra essere una risorsa preziosa per la Lumon. Non si sa perché, non si sa perché gli altri non lo siano e non si sa cosa la Lumon stia cercando di estrapolare da lui. Sicuramente c’entra qualcosa l’immagine di Gemma intravista all’interno del file “Cold Harbor” alla fine dell’episodio precedente, ma è ancora troppo presto per incastrare i pezzi del puzzle. Quindi per ora ci si lascia trasportare dai sorrisoni inquietanti di Milchick che mascherano gli orrori capitalistici della Lumon.

LO STRANO CASO DI HELENA EAGAN


Arrivando all’idea più geniale di questa nuova stagione, c’è da approfondire un attimo il personaggio di Britt Lower. Helly R. è infatti il primo personaggio che appare all’interno dello show, accompagnando lo spettatore all’interno del piano scisso, facendogli provare le stesse emozioni seguendo lo stesso sconvolgente iter. Tuttavia, sul finale della seconda stagione si viene a scoprire che l’esterna di Helly è nientedimeno che la figlia del CEO della Lumon, Jame Eagan. Non è ben chiaro perché Helly si sia voluta far scindere per lavorare ai piani bassi nell’azienda di sua proprietà, ma anche qui non è un caso che sia stata affidata al team di Mark S. in sostituzione di un dipendente che fece troppe domande (Petey).
Ciò che Helena non aveva messo in conto però, è che proprio Helly R. potesse diventare un nemico per lei. La trasformazione che sta avendo questo personaggio è infatti geniale, con Helly R., eroina e rivoluzionaria del piano scisso da una parte, complice di Mark S., e Helena Eagan nemica di sé stessa. Una svolta che potrebbe aprire scenari assurdi e inimmaginabili per un prodotto che continua a sfornare idee di qualità senza tuttavia crogiolarsi in esse, ma sapendole mettere bene al servizio della storia.

 

THUMBS UP 👍 THUMBS DOWN 👎
  • Scoprire finalmente tutto ciò che è successo al di fuori del piano scisso, uscendo fuori dalla caverna di Platone di Mark S.
  • L’incredibile Patricia Arquette
  • Burt che spia da lontano Irving
  • La Lumon disposta a riassumere Irving e Dylan per tenersi stretto Mark
  • I sorrisoni di Tramell Tillmann
  • L’antagonista Helena Eagan contrapposta all’eroina Helly R.
  • Un finale carico emotivamente ma che non concede nessuna informazione aggiuntiva a differenza del precedente episodio

 

Sempre altissimo il livello degli episodi di Severance, che rasentano come al solito la perfezione. Forse a “Goodbye, Mrs. Selvig” manca lo spunto finale nel snocciolare qualche informazione golosa in più, ma in realtà si riscatta mostrando tutti i retroscena al di fuori del piano scisso, nelle conseguenze dell’exploit finale della scorsa stagione.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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