Soundtrack 1×01 – Track 1: Nellie And SamTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Every song is a love song. Ok let’s start with the songs about desire and longing. Right? I mean, those are obvious. Songs about the struggle to find love, the falling in it, being tested by it, jealous of it, heartbroken over it. Then there’s your metaphor and your analogs. Songs about God, or about the love for Him, or Her, or It. Political songs about love for your country. And if you’re disillusioned by it, well, disillusionment is another form of breakheart, right? You got songs about your family, songs about your squad, your regrets. Hell, even a diss track. Hate is passion. Biggie loves to hate Tupac. Fleetwood loves to hate Mac. Nicky loves and hate everyone. Nobody sits down at their piano, or picks up their sticks or their guitar with apathy, only emotion, one emotion. Which is why every song we ever heard, from the day we are born till the day we die, from the first lullaby that your mum sang to you, to the hymn you won’t hear at your funeral, it tells us… love. Whoever, whenever, whatever, just love!”
(Nuovo libro di Fabio Volo, capitolo 1)

Nonostante l’ampollosa (e abbastanza retorica) introduzione del co-protagonista dell’episodio Sam (Paul James), va detto che questo esordio di Soundtrack, nuova serie natalizia targata Netflix, ha anche dei pregi.
Tanto per cominciare va lodata l’intesa vincente tra la scrittura di Joshua Safran (l’ideatore e principale sceneggiatore della serie) e la regia di Jesse Peretz, che riescono a creare un buon amalgama visivo tra i personaggi e l’ambiente in cui si muovono, con tanto di coreografie e momenti musicali annessi (stiamo pur sempre parlando del regista di numerosi e famosi videoclip come Learn To Fly dei Foo Fighters e Bad Liar di Selena Gomez). E, d’altra parte, ci mancherebbe altro, dal momento che tutta la serie è un musical-drama in cui le vicende dei protagonisti si mescolano a numeri musicali che ne descrivono le sensazioni e i momenti topici, in uno strano “effetto-Glee“. Con la differenza che nella serie tv di Ryan Murphy questi elementi avevano più senso visto il contesto in cui si ponevano le vicende.
In Soundtrack la musica è il mero pretesto per tentare di offrire un blando “trait d’union” in una vicenda che, altrimenti, sarebbe solo l’ennesimo e banale drama. Non che la musica non abbia una certa importanza per quanto riguarda le storyline dei protagonisti; il già citato Sam, ad esempio, è un ex-musicista che ha dovuto mettere da parte i suoi sogni di gloria per poter crescere il figlio Barry. Nellie (Callie Hernandez), invece, l’altra co-protagonista dell’episodio, è un’artista visiva che è stata appena mollata (guarda caso) da un altro musicista, motivo per cui ora si ritrova in preda a una profonda depressione da cui cerca disperatamente di riprendersi.
Queste due premesse, dunque, sono l’unico collegamento con cui autori/sceneggiatori cercano disperatamente di inserire all’interno della storia cover musicali e coreografie ad hoc di brani famosi (peraltro ottima la versione di Smile cantata da Sam che sembra rifarsi molto al recente film Joker di Todd Phillips).
In questo modo, l’effettiva funzione della “soundtrack” nella serie sembra essere semplicemente quella di rimarcare quanto lo spettatore già vede accadere sotto i propri occhi, lasciando però una sensazione continua di qualcosa di ridondante e inutile, seppur perfetto a livello tecnico e di interpretazione.
Anche il rimarcare i continui cambi di scena e di personaggio con scritte pacchiane risulta un inutile “barocchismo” che non aggiunge nulla a quello che, in definitiva, non è nient’altro che l’ennesimo family-drama in cui vari personaggi si incontrano e si scontrano fra loro ma in maniera sempre abbastanza piatta e prevedibile, semplicemente confezionando il tutto in maniera “spettacolare”.
Da questo punto di vista, l’unica cosa che salva l’intero episodio è il “mash-up” (così viene chiamato) finale in cui i due personaggi s’incontrano e si scopre il vero legame che accomuna le due storyline. Questo cliffhanger è l’unico vero sussulto in un intreccio che, fino a quel momento, risulta appunto abbastanza banale e melenso, con dialoghi piatti e frasi “da Baci Perugina“, sintomatici di personaggi scritti in altrettanto modo. Una storia d’amore in stile “La La Land” con tutta la retorica di “cuori e sogni infranti” che il binomio arte-amore porta con sé e con cui gli autori cercano un facile aggancio emotivo con lo spettatore (cosa che, per l’appunto, faceva anche il film di Daniel Chazelle).
In tutto questo, dunque, Soundtrack si configura come una sorta di “favola natalizia” dolce-amara in cui i buoni sentimenti la fanno da padroni. Un buon prodotto d’intrattenimento per i cuori affranti che cercano un facile ristoro e consolazione (soprattutto nel periodo delle feste) con la loro piattaforma streaming preferita, ma niente di più.
O, in alternativa, un prodotto leggero, buono per gli amanti “dell’effetto Wow” che possono godersi canzoni e coreografie skippando i dialoghi in mezzo, a questo punto il solo modo di andare avanti nella trama in attesa di digerire il cenone natalizio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interpreti
  • Coreografie e canzoni (e ci mancherebbe)
  • Regia
  • Cliffhanger finale
  • Spiegone iniziale
  • Dialoghi
  • Storie trite e ritrite (con annessi stereotipi e cliché)
  • Un senso di paraculaggine di fondo che pervade il tutto

 

Nuova serie tv natalizia di Netflix che fa leva sul binomio musica-buoni sentimenti. Qualcuno ha per caso detto “La La Land”?

 

Track 1: Nellie And Sam 1×01 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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