“Kings don’t run. Kings walk.”
Nel 1985 Sergio Leone realizza una delle opere cinematografiche più significative del secolo: “Once Upon A Time In America”. L’incredibile interpretazione di Robert De Niro e James Wood, l’iconica colonna sonora di Ennio Morricone e la perfezione generale che si respira durante la lunghissima pellicola, imprimono nella memoria dell’appassionato i diversi elementi che caratterizzano il film, per evocarli in qualsiasi altro momento.
In The Get Down, già nella prima metà di stagione, vi è un elemento che ricorre. Un bizzarro triangolo, non esattamente amoroso (per ora). La “schizofrenia” che Zeke è costretto a vivere, dividendosi tra Mylene – quindi un ambiente più borghese e per bene – e Shaolin – con tutto ciò che di “maledetto” ne deriva – ricorda moltissimo quella del protagonista di “C’era Una Volta In America”. Nei flashback di inizio secolo, Noodles si divideva tra primi atti criminosi con il suo amico Max e momenti di tenerezza straziante con la bella Deborah (da cui il celeberrimo tema di Morricone).
La deriva di triangolo amoroso, come detto, non sembra prendere piede però in The Get Down (anche se il momento di tensione sessuale tra Mylene e Shao è presente eccome, in questa 1×08). Ciò che traspare è una contrapposizione tra i due ambienti di Zeke, appena sufficiente a creare il contrasto narrativo utile a portare avanti alcune trame.
Ecco, le trame. Come detto nella precedente recensione, viene da chiedersi perché dividere in due una prima stagione, se poi – almeno per ora – la seconda metà debba in questo modo bruscamente rallentare il suo tracciato. L’impressione è quella che si sia andati avanti per inerzia.
L’elemento di contrasto Mylene/Shao non è certo una novità di questa seconda metà di stagione, gran parte degli eventi culmine di questo episodio (il trambusto creato alla pessima festa di Yale) rispondono a delle dinamiche perfettamente inseribili nella prima metà di stagione.
Ovviamente rispetto alla sonnecchiante 1×07, non si può negare che “The Beat Says, This Is The Way” non rimetta in moto alcune trame che possano in qualche modo risvegliare l’attenzione dello spettatore.
Piccola parentesi: al momento del rilascio dei primi episodi di The Get Down, era estate, quel periodo seriale in cui ogni novità è accolta con entusiasmo, visto il riposo generale delle serie TV. Invitiamo qualsiasi seriomane a consultare il calendario delle uscite di questo periodo e poi a riflettere sul grado di attenzione che si potrà dedicare a questi 5 episodi.
Comunque, l’interesse viene vagamente destato dai movimenti di alcuni personaggi secondari. Si vorrà vedere cosa succederà alla famiglia di Mylene, sempre più trascinata dai deliri di un Gustavo padre in perenne crisi mistica, ma che non disdegna le liquidità generate dalla celebrità della figlia. Potenzialmente interessante la lente di ingrandimento puntata su Boo e Ra, in due maniere diverse, utile però a caratterizzare meglio i due personaggi. Certo è che bisogna vedere se, soprattutto la nuova strada di Boo, porterà al tratteggiare di storyline secondarie che tali resteranno, oppure se saranno funzionali a risvolti massicci nelle trame principali.
“…and no more music.”
Inevitabile continuare a presentare il raffronto con la prima metà di stagione, soprattutto perché sono passati dei mesi che hanno permesso agli spettatori di pensarci su. L’ascesa artistica del Get Down Brothers, con una buona caratterizzazione dell’ambiente circostante, era un’ottima linea di riferimento che giustificava e rendeva valore aggiunto l’estetica sfavillante, la varietà di colori e luci e il generale clima da musical della serie. Ed è proprio quest’ultimo elemento ad essere quel troppo che inizia a stroppiare. Con una trama definitivamente rallentata (non vediamo un cammino tracciato, vista la stasi dei personaggi, ma solo la possibilità di eventi improvvisi), con i Get Down Brothers che sono già celebri e che stravincono gare contro fanatici della Disco, la scelta delle scene sotto forma di cartoon porta a storcere il naso.
Il momento in cui un confronto minaccioso e carico di tensione, tra Shao e Ra con Annie e Cadillac, si trasforma in una sfida musicale, con radicale cambiamento del clima e impatto cartoonistico/fumettistico, porta a chiedere: ma avete voglia di cazzeggiare?
L’inserimento di archetipi e di stereotipi che sfiorano il fiabesco – il ritorno ai montaggi finali, in cui è possibile gustarsi il topos della famiglia tiranna che tarpa le ali al figlio sognatore – è una dimostrazione del fatto che The Get Down, forse sin dagli inizi, doveva essere inteso più come una sorta di divertissement, piuttosto che come un period drama a tutti gli effetti, come sembrava essere stato “promesso” ad inizio stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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In generale, sembra che la scelta di spezzare in due la stagione abbia voluto fermare la storia in un ambito “situazionale”, tendente ad esaltare colori e musiche, disegnando un contorno vago e stereotipato, pieno di archetipi, puntando sì su un gradevole, quando non esagerato, manierismo, ma meno sulla sostanza.
Unfold Your Own Myth 1×07 | ND milioni – ND rating |
The Beat Says, This Is The Way 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.