Viola: No.
Vicar: What did you say?
Viola: No. I do not go. Just tell your god…that I do not go.
Arthur: Viola, you must repeat the rites. It is not about your body any longer, my love. It is your soul we must treat. It is your soul I worry for.
Perdita: You tell them, sister. You tell this priest and the god he fawns upon. You tell them “no.” God wants her soul to be pure, as he welcomes her home.
God should know better. She is as he made her. If she says she will not go, she will not.
The Haunting Of Bly Manor decide di tornare indietro nel tempo con un’immersione nel passato di cui forse non si sentiva un gran bisogno. Infatti, la brusca interruzione delle storylines principali si fa sentire: quella che all’inizio era una forte curiosità, e cioè il conoscere l’origine di tutti i mali di Bly Manor, ora assume dei connotati differenti. Infatti, se è vero che aggiunge un tassello in più all’intricato mosaico mostrato fino a qui, è altrettanto vero che, a un episodio dal finale di stagione, un’interruzione così improvvisa in un momento così importante quello mostrato negli ultimi momenti di “The Two Faces, Part Two” risulta in definitiva, forse, un po’ fuori luogo.
Ma, a prescindere dalla collocazione, l’episodio si mostra comunque degno e alla fine interessante. La scelta di utilizzare il bianco e nero sottolinea il passaggio nel passato più che remoto e un distacco, anche se non totale per via dei primi minuti in cui ci si ricollega alla trama principale, in particolare alla fine del precedente episodio, e ovviamente la tenuta spettrale. Infatti, anche qui Bly Manor fa da padrona con i suoi alti soffitti, i quadri, le misteriose atmosfere, le stanze incredibilmente piccole o incredibilmente grandi.
Viene ripercorsa, quindi, l’origine della storia. La vita di Viola e Perdita, due sorelle, viene sconvolta dalla morte del padre che le rende le ultime proprietarie di Bly Manor. Dovendo porsi sotto la tutela di un uomo, data l’epoca storica in cui ci si trova, il XVII secolo, Viola combina il suo matrimonio con il cugino Arthur Lloyd, nella certezza, così, di rimanere padrona della tenuta.
Il personaggio di Viola mostra da subito una certa indipendenza e volontà di autodeterminazione che la porta ad essere senza scrupoli, cosa che si nota da subito con l’atteggiamento mostrato nei confronti della sorella, trattata alla stregua di una servetta e a lei sottomessa. Ma mai fidarsi delle “acque chete”!
La forza attrattiva e magnetica del personaggio di Viola si mostra nel corso dell’episodio con tutta la sua forza e pone da subito lo spettatore nella condizione di domandarsi come andrà a finire.
Risulta interessante il modo in cui viene reso l’attaccamento materiale di Viola alla sua vita a Bly tramite il baule di abiti da lei preparato per la figlia prima della sua morte: è infatti l’elemento che più contraddistingue la psicologia del personaggio.
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Complessivamente The Haunting Of Bly Manor tenta di mantenere il livello dei primi episodi, nonostante qualche scivolata. Forse gli autori avrebbero potuto fare di meglio. “The Romance Of Certain Old Clothes”, con il suo salto nel passato, si mostra comunque interessante e spinge sicuramente alla visione del finale di stagione.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.