0
(0)
Diciamo subito le cose come stanno: The Romanoffs è uno show che si ama oppure si odia. Come già accennato nelle nostre precedenti recensioni, il fatto che la nuova creatura di Matthew Weiner sia una serie antologica, con episodi apparentemente slegati tra loro e che presentano ogni volta nuovi personaggi, obbliga lo spettatore a non potersi troppo adagiare sugli allori. Non possiamo, infatti, instaurare un legame affettivo e di conoscenza con i protagonisti; non possiamo immergerci nel classico mare di congetture e ipotesi inerenti quello che potrebbe accadere alla storyline nelle puntate successive, ma dobbiamo, settimana dopo settimana, resettare la nostra mente e considerare ogni nuovo episodio come fosse una pagina completamente bianca.
Questo espediente potrebbe risultare una lama a doppio taglio, in quanto non tutti sono in grado di appassionarsi a una serie che richieda un’attenzione sempre nuova e che potrebbe presentare situazioni e personaggi gli uni opposti agli altri. Questa recensione, però, non vuole criticare il carattere antologico del prodotto in questione, ma semplicemente mettere in luce alcuni elementi che, purtroppo, non hanno funzionato e che hanno alterato la visione di questa quarta puntata con un retrogusto amarognolo.
“Expectation” è ambientato a New York nell’arco di quasi 24 ore e si intrufola nella quotidianità di Julia Wells (Amanda Peet), una donna che sembra aver ricevuto tutto dalla vita (un matrimonio felice, una figlia, un lavoro che la soddisfa), ma che, in realtà, ha basato la sua intera esistenza su bugie, rimorsi e rimpianti. Julia, inoltre, sta vivendo una crisi esistenziale in quanto Ella (sua figlia) è prossima al parto e non vuole condividere questo bellissimo e delicato momento con nessuno, nemmeno con il marito, dato che la sua presenza o assenza la lasciano completamente indifferente. La donna si scontra più volte con sua figlia, con la quale ormai sembra essere diventata quasi una estranea, in quanto molto diversa da lei nell’atteggiamento e nelle scelte di vita. Quello che corrode la donna dal profondo è, però, un segreto che porta dentro di sé da più di vent’anni: Ella è il risultato di una relazione extraconiugale che la protagonista ha avuto con Daniel (John Slattery), il migliore amico di suo marito e che non ha mai avuto il coraggio o la forza di rivelare a nessuno. Il pubblico, quindi, accompagna Julia durante i suoi impegni giornalieri e il presente viene intervallato da brevi flashback che ci lasciano intendere come siano andate le cose e che, molto probabilmente, Julia non ha mai smesso di essere innamorata del suo amante e di domandarsi come sarebbe andata se avesse fatto una scelta diversa.
Amanda Peet riesce nell’intento di interpretare un personaggio tormentato, insoddisfatto e infelice: una donna intrappolata in un limbo tra passato e presente, tra cuore e mente, tra quello che possiede e quello che pensa di volere. Il rimpianto è l’altro protagonista assoluto di questo quarto episodio e il suo peso è così grande che Julia sprofonda più volte, fino a quando immagina addirittura una conversazione fittizia con suo marito, durante la quale rivela la sua colpa e sofferenza. Il finale addolcisce leggermente la pillola, anche se non sapremo mai se la donna riuscirà mai a liberarsi del suo fardello.
Matthew Weiner e Semi Chellas regalano al pubblico un episodio più breve degli altri, ma anche più soporifero e di meno impatto: la componente Romanov viene solo accennata (ma servirà da collegamento con il secondo e terzo episodio) e tutto si concentra sull’inquietudine interiore di Julia, che, però, non riesce a lasciare il segno, facendo dimenticare la visione di “Expectation” con una semplice scrollata di spalle.
Questo espediente potrebbe risultare una lama a doppio taglio, in quanto non tutti sono in grado di appassionarsi a una serie che richieda un’attenzione sempre nuova e che potrebbe presentare situazioni e personaggi gli uni opposti agli altri. Questa recensione, però, non vuole criticare il carattere antologico del prodotto in questione, ma semplicemente mettere in luce alcuni elementi che, purtroppo, non hanno funzionato e che hanno alterato la visione di questa quarta puntata con un retrogusto amarognolo.
“Expectation” è ambientato a New York nell’arco di quasi 24 ore e si intrufola nella quotidianità di Julia Wells (Amanda Peet), una donna che sembra aver ricevuto tutto dalla vita (un matrimonio felice, una figlia, un lavoro che la soddisfa), ma che, in realtà, ha basato la sua intera esistenza su bugie, rimorsi e rimpianti. Julia, inoltre, sta vivendo una crisi esistenziale in quanto Ella (sua figlia) è prossima al parto e non vuole condividere questo bellissimo e delicato momento con nessuno, nemmeno con il marito, dato che la sua presenza o assenza la lasciano completamente indifferente. La donna si scontra più volte con sua figlia, con la quale ormai sembra essere diventata quasi una estranea, in quanto molto diversa da lei nell’atteggiamento e nelle scelte di vita. Quello che corrode la donna dal profondo è, però, un segreto che porta dentro di sé da più di vent’anni: Ella è il risultato di una relazione extraconiugale che la protagonista ha avuto con Daniel (John Slattery), il migliore amico di suo marito e che non ha mai avuto il coraggio o la forza di rivelare a nessuno. Il pubblico, quindi, accompagna Julia durante i suoi impegni giornalieri e il presente viene intervallato da brevi flashback che ci lasciano intendere come siano andate le cose e che, molto probabilmente, Julia non ha mai smesso di essere innamorata del suo amante e di domandarsi come sarebbe andata se avesse fatto una scelta diversa.
Amanda Peet riesce nell’intento di interpretare un personaggio tormentato, insoddisfatto e infelice: una donna intrappolata in un limbo tra passato e presente, tra cuore e mente, tra quello che possiede e quello che pensa di volere. Il rimpianto è l’altro protagonista assoluto di questo quarto episodio e il suo peso è così grande che Julia sprofonda più volte, fino a quando immagina addirittura una conversazione fittizia con suo marito, durante la quale rivela la sua colpa e sofferenza. Il finale addolcisce leggermente la pillola, anche se non sapremo mai se la donna riuscirà mai a liberarsi del suo fardello.
Matthew Weiner e Semi Chellas regalano al pubblico un episodio più breve degli altri, ma anche più soporifero e di meno impatto: la componente Romanov viene solo accennata (ma servirà da collegamento con il secondo e terzo episodio) e tutto si concentra sull’inquietudine interiore di Julia, che, però, non riesce a lasciare il segno, facendo dimenticare la visione di “Expectation” con una semplice scrollata di spalle.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Prima puntata de The Romanoffs che delude, almeno in parte, le aspettative e che non riesce a reggere il confronto con gli episodi precedenti, per quanto fare un paragone in una serie antologica potrebbe sembrare errato. Nonostante la bravura recitativa di Amanda Peet non sia in discussione, tutto il contorno non buca lo schermo come si vorrebbe, ma forse era proprio questo l’intento di Weiner e della sceneggiatrice Semi Chellas: presentare una storia semplice e spoglia da troppi fronzoli, in cui a prevalere è solo il malessere interiore.
House Of Special Purpose 1×03 | ND milioni – ND rating |
Expectation 1×04 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.