Twin Peaks 1×04 – Rest In Pain – Riposa Nel DoloreTEMPO DI LETTURA 4 min

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30 Gennaio 1991

Bobby: Amen! Che c’è da guardare? Cosa state aspettando? Siete rivoltanti. Maledetti ipocriti, siete rivoltanti! Lo sapevate tutti che Laura era nei guai, ma nessuno ha fatto niente. Nessuno di voi brava gente. Volete sapere chi ha ammazzato Laura? Siete stati voi! Siamo stati tutti. E le belle parole non la riporteranno in vita, risparmiate le preghiere. Lei comunque ne avrebbe riso.


Bobby: Amen! What are you looking at? What are you waiting for? You make me sick.
You damn hypocrites make me sick! Everybody knew she was in trouble. But we didn’t do anything. All you good people. You wanna know who killed Laura? You did! We all did.
And pretty words aren’t gonna bring her back, man, so save your prayers. 
She would’ve laughed at them anyway.

E’ arrivato il giorno del funerale di Laura Palmer e Lynch costruisce la puntata intorno a questo fattore evidenziando la costernazione e lo sconforto che si legge e che colpisce i singoli componenti della piccola comunità di Twin Peaks. E’ proprio a causa di questo che Albert Rosenfield, il cinico agente FBI giunto durante lo scorso episodio per analizzare il cadavere della povera Laura, e lo sceriffo Truman giungeranno ad una colluttazione: l’esperto di medicina legale, con il suo tono sprezzante, ha svilito sia la città in quanto tale, sia il corpo della povera ragazza.
E’ questo un elemento realistico che caratterizza la narrazione: una comunità così poco numerosa e così estranea al mondo è naturale che giunga a stringersi attorno alla famiglia di un suo componente.
Questa puntata, quindi, si pone da contraltare rispetto alla scorsa che, come si evidenziava nella recensione, sembrava porre la morte di Laura come un comune avvenimento di cui non ci si cura più di tanto (fatta eccezione, ovviamente, per quanto riguarda la famiglia Palmer che si strugge invece nel dolore).
Le parole riversate come un acido fiume in piena da parte dell’agente Rosenfield feriscono perché è l’intimità del dolore che vanno a colpire.
Tutto ciò, oltre a sottolineare il concetto di unitarietà all’interno del paese, serve anche per presentare l’agente Cooper come un elemento forse più estraneo alla burocratica FBI, piuttosto che a Twin Peaks: questi, infatti, difenderà lo sceriffo e le disposizioni che erano state messe in atto per la sepoltura di Laura. Il risultato di questo si avrà poco più avanti, quando Cooper verrà messo a conoscenza di una società segreta che vigila sulla pace all’interno della comunità, un gesto sintomo di fiducia e piena riconoscenza nei suoi confronti, oltre che rappresentazione di quanto l’agente sia riuscito a calarsi totalmente all’interno del nuovo tessuto sociale. Forte anche del suo carattere decisamente particolare.
Della società segreta dei Bookhouse Boys avevamo già fatto sentito parlare. Durante il secondo episodio, infatti, vediamo per la prima volta il saluto dei consociati che viene scambiato tra Edward ed Hawk nel momento in cui James viene rilasciato in seguito all’interrogatorio.
Parallelamente al tema del funerale, durante l’episodio vengono portate avanti alcune delle sottotrame fin qui presentate: il criptico sogno-rivelazione dell’agente Cooper, che viene raccontato a Lucy e allo sceriffo; Josie e la scoperta del doppio registro di conto della segheria; altre piccole sottotrame di ornamento come quelle riguardanti il difficile rapporto tra Edward e Capitan Uncino sua moglie oppure quello fatto di scontri verbali (e non) tra Bobby e suo padre.
L’agente Cooper, dopo il funerale, ha modo di incontrare in completa solitudine il quantomai ambiguo Dottor Jacoby, nonché – anche grazie all’aiuto dei Bookhouse Boys – fare la conoscenza di un altro personaggio che è altamente probabile venga utilizzato come tramite per unire delle piccole meta-narrazioni fino ad ora solamente abbozzate: Bernard Renault e la tratta di spaccio di cocaina che vede Twin Peaks come punto di passaggio.
La trama della puntata, come della serie fino a questo punto, non appare mai banale o scontata e vengono posti in continuazione nuovi spunti narrativi dal quale poter approfondire determinate questioni più o meno collegate con il nocciolo centrale della trama: l’omicidio di Laura Palmer.
Per quanto alcuni personaggi vengano tenuti al di sopra di ogni sospetto (come per esempio James, nonostante i molti punti bui nella sua deposizione), altri personaggi appaiono misteriosi e costellati da dubbi: Catherine Martell e, come già introdotto precedentemente, il dottor Jacoby.
Nota a margine: durante l’episodio ricompare l’attrice Sheryl Lee (Laura Palmer) interpretando un personaggio ancora in vita. La ragazza, infatti, interpreta la cugina Maddy Ferguson giunta a Twin Peaks appositamente per i funerali della parente. Questo fattore non è stato sicuramente lasciato al caso, ma occorre capire dove esattamente porterà.

LATI POSITIVI:
  • Personaggi sempre enigmatici, anche con la loro sola presenza
  • Lo scontro tra lo sceriffo Truman e l’agente Rosenfield
  • I Bookhouse Boys
  • La spiegazione dell’enigmatico sogno di Cooper con l’aggiunta dii particolari
  • Maddy Ferguson/Laura Palmer
LATI NEGATIVI:
  • Sottotrame su sottotrame
  • Una narrazione che a rilento cerca di trovare il bandolo dellaa matassa

 

Dopo quattro episodi permangono ancora molti enigmi all’interno di questa serie. Dei veri e propri segreti da cui dipende gran parte della storia e a cui tutti anelano. Il sogno di Cooper – avvenuto durante la scorsa puntata – e la sua spiegazione, però, fanno aumentare la curiosità dello spettatore circa il successivo episodio, portandolo a domandarsi come Frost e Lynch decideranno di trovare risposta a tutti quei minuziosi particolari fin qui presentati.

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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