Twin Peaks 3×10 – The Return, Part 10TEMPO DI LETTURA 4 min

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Quando non indugia su episodi completamente e inconfutabilmente lynchiani come l’ampiamente declamato ottavo episodio, la nuova stagione di Twin Peaks, pur fondendo più stili e più volti, si riserva la facoltà di essere soprattutto uno splendido, accattivante e lunghissimo thriller noir, come l’episodio precedente e attuale. Se Twin Peaks fosse passato sotto le mani di Netflix, invece che sotto quelle di un tradizionale network televisivo, se ne sarebbe fatta una scorpacciata in binge-watch e l’impressione che si avrebbe avuto sarebbe stata quella di un lunghissimo film, inizialmente molto fumoso e confuso ma che, molto lentamente e con svariati momenti riflessivi e non prettamente narrativi, inizia a mettere insieme i tasselli facendo capire allo spettatore che sì, dopotutto, nulla è lasciato al caso, ma è tutto parte di un più grande disegno di Lynch e Frost.
Dopo “Fuoco Cammina Con Me” si poteva credere di aver lasciato fin troppa carta bianca ai due creatori della serie, un eccesso di fiducia che rischiava di portare in un prodotto televisivo uno stile troppo audace anche per i nostri tempi, come lo era stato per gli anni ’90, più adatto ad il grande schermo di nicchia – e comunque anche qui sensibile all’insuccesso e all’incomprensione.
Come questo “The Return, Part 10” testimonia, la fiducia non è stata assolutamente mal riposta. Lynch ha ancora una volta dimostrato di essere in grado non solo di creare prodotti visionari e surreali ma anche di intessere una trama articolata e densa di impensabili collegamenti, alternata con scene da commedia classica o romantica per alleggerire la tensione. Non ultimo si è dimostrato in grado di mescolare tutti questi elementi con lo stile sopracitato (ri)creando un capolavoro della serialità per gli appassionati del genere.
Per ciò che concerne i collegamenti tra i diversi personaggi, questi iniziano a mostrarsi ad un ritmo sempre più incalzante col proseguire degli episodi, tant’è che nuovi personaggi, finora marginali, iniziano ad assumere un ruolo. Dall’assicuratore, tenuto in scacco da Evil Cooper che è invischiato con i fratelli Mitchum a cui Good Cooper ha sbancato il casinò, a Richard, lo psicopatico che ha una talpa nella polizia ed una parentela di sangue con Benjamin Horne. Si scopre infatti che Richard non solo uccide brutalmente la cliente più affezionata del RR perché testimone del suo crimine (che comunque, se fosse sopravvissuta, con quel ritmo giornaliero di torte sarebbe presto finita in un altro noto programma televisivo) ma è anche il nipote di Horne. Dato che non può certamente essere figlio del povero Johnny, è plausibile possa esserlo di Audrey (ancora assente colpevole ed imperdonabile di questo ritorno a Twin Peaks) o persino di Donna, dato che nella fase soap-operistica della seconda stagione della serie si faceva riferimento proprio alla possibilità che Donna fosse in realtà figlia di Benjamin. In tutto ciò poi si può pure allargare il pensiero relativo alla parentela ed associare, magari erroneamente o magari no, la paternità a quel Evil Cooper che fece visita proprio ad Audrey in ospedale mentre era in coma. Ed il modo di BOB di approcciare le ragazze non è mai stato molto consono (Laura Palmer docet).
Non manca poi, come si diceva, una componente ironica e comica che, va ricordato, era un tratto tipico soprattutto della prima stagione della serie. Così come allora si alternano temi e scene angoscianti con momenti di fine e modesta ilarità. Su tutte si segnalano le sequenze in cui Janey-E Jones, dopo aver portato il marito dal dottore, riscopre l’attrazione nei suoi confronti e si cimenta in una notte di passione che travolge giustamente il Good Cooper che, vivendo tutto come un bambino alle prime esperienze, rimane ovviamente estasiato dalla (prima) notte di sesso con la moglie.
Ultima menzione: la performance di Kyle MacLachlan in questa stagione è straordinaria. La sua capacità di suscitare nostalgia nello spettatore, che ha imparato ad amarlo nelle prime due stagioni di Twin Peaks, e allo stesso tempo di dare vita a due personaggi che sono completamente nuovi e antiteteci, non solo tra loro ma anche con lo stesso Dale Cooper di 25 anni prima, sta dando un valore aggiunto incredibile allo show.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Atmosfere noir e thriller
  • Modo in cui si dipanano gli intrecci della trama
  • Recitazione di Kyle Maclachlan
  • 5 minuti di “concerto” finali potrebbero essere un po’ eccessivi

 

Twin Peaks sta superando sé stesso nel diventare più cult di quanto già non fosse e, nonostante i numeri (imbarazzanti) del Live dicano che non sta avendo il successo di pubblico che ebbe due decadi fa, ciò non toglie nulla all’incredibile mondo che Lynch e Frost hanno riesumato ed espanso per noi: delizia per gli occhi e per la mente.

 

The Return, Part 9 3×09 0.35 milioni – 0.2 rating
The Return, Part 10 3×10 0.27 milioni – 0.1 rating

 

 

 

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