Under The Dome 3×06 – CagedTEMPO DI LETTURA 6 min

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Sapete cosa sta veramente facendo Barbie? Come noi recensori e come voi spettatori, anche il personaggio interpretato da Mike Vogel sta cercando della qualità presente in “Caged”. Ma, sopratutto, sta cercando di capire se alcune delle scelte narrative prese in questa sesta puntata della terza stagione porteranno effettivamente a qualcosa oppure saranno solo gocce nella sconfinatezza dell’oceano, come cantavano i Kansas in un pezzo di Dust In The Wind. Ma lasciamo il nostro eroe dal nickname anti-virilità alla prese con la sua ricerca e in compagnia di quel caso clinico che è Junior, terrore ormai di tutti gli psicanalisti, e avanziamo con la recensione.
Le modalità di costruzione narrativa di un telefilm sono molteplici, così tante che forse servirebbero un paio di episodi della nostra rubrica Il Buio Oltre La Serie per elencarli tutti e spiegarli come si deve. Quello scelto da Under The Dome, come abbiamo potuto constatare nelle precedenti stagioni, è una costruzione a più archi narrativi, dove ognuno di loro ha un filo conduttore che li lega e dove (contemporaneamente) ogni arco si occupa di raccontare più nel profondo un aspetto specifico della linea narrativa che li accomuna. “Caged” si presenta come la fine del primo arco narrativo della terza stagione, chiudendo quindi la storia di Dennis La Minaccia Christine e della piccola resistenza formata dai soli Big Jim e Julia: alleanza forzata con l’obiettivo di fermare il takeover ostile della donna mirato alla conquista della leadership. Arrivati a questo punto, due cose sono chiare: quali personaggi stanno con il “Team Christine” e quali con il “Team Julia”, ma sopratutto come tutte le previsioni lanciate nella scorsa recensione si siano rivelate esatte. Beh, più o meno tutte.
In primis, bisogna riconoscere che la puntata si pone (per il momento) come la più digeribile delle sei finora rilasciate, questo per merito di alcuni avvenimenti intrisi di azione e violenza inseriti al suo interno. “E grazie al cazzo” avremmo aggiunto, se fossimo stati un sito di recensioni scurrile, dato che questo finale del primo arco narrativo sostituisce quello che, in tempi e mesi di trasmissioni diversi, avrebbe potuto essere etichettato come un mid-season finale: se il serial avesse sbagliato anche questa tempistica, gli spettatori sarebbero stati autorizzati ad invadere e vandalizzare il set peggio di come facevano gli Unni nel loro periodo d’oro. Si, insomma, carina la morte del dottore/aguzzino di Big Jim e soddisfacente la pugnalata di Sam ai danni di Christine ma il tutto ricorda quell’episodio di The Walking Dead, intitolato “Spend“, dove dopo una serie di puntate che sono state il piatto forte della Sagra degli Sbadigli 2014, finalmente il serial survival horror regalava nuova suspense.
Il problema è che, quello che avrebbe dovuto rappresentare la routine di The Walking Dead, “Spend” lo spacciò invece come il piatto forte della puntata: una normalità che dovrebbe essere propria di ogni episodio e non un picco qualitativo da sfoggiare ogni tanto, giusto per farsi belli. Non diciamo che in ogni puntata ci debbano essere pugnalate e morti a non finire ma almeno tenere fede a quanto dice Wikipedia e mostrarli un po’ di elementi di questo genere drammatico di cui farebbe parte, insieme a quello horror e fantascientifico (no, non è una battuta, Wikipedia dice davvero così) ed evitare di puntare continuamente su tematiche rosa tipiche di quei libri che si trovano nella cesta degli sconti al supermercato. Constatato che i pregi della puntata sono più una croce che una delizia, riprendiamo il discorso sollevato righe fa riguardante le previsioni di RecenSerie avveratesi in questa puntata.
Sempre in “Alaska“, abbiamo pronosticato che la rivelazione dei segreti dello show potrebbe non essere all’altezza delle aspettative, sempre per motivi spiegati meglio nella recensione scorsa e a cui vi rimandiamo per l’approfondimento. In “Caged” cominciano ad arrivare le prove di quanto sostenuto in concomitanza con la prima, importante, rivelazione di uno dei segreti del telefilm: come la Cupola è venuta a formarsi. Anche se la spiegazione possa filare e avere (stranamente) senso, la rivelazione in sé è una delusione poiché spiegata non solo con fretta ma anche con un atteggiamento a dir poco superficiale, quasi come se volessero dare il contentino allo spettatore su cose che non solo aspetta da molto tempo, ma che lo show stesso ha preso come obiettivi primari della terza stagione, confermando i timori iniziali (che col proseguo della stagione potrebbero peggiorare). Questo è lanciare il sasso, nascondere la mano e fare pure lo gnorri: se le principali direttive della stagione sono trattate in questo modo, non osiamo pensare a quelle secondarie. Ah no, abbiamo “l’onore” di vedere pure quelle.
Nell’adattamento televisivo del The Dome di Stephen King, scritto quando quest’ultimo aveva litigato con lo spacciatore di fiducia, le cose che ancora non funzionano e che finiscono per innervosire gli spettatori sono le stesse cose su cui il serial si concentra in modo ostinato, facendole passare come colonne portanti della stagione e delle puntate. Ci riferiamo a elementi come il morboso triangolo amoroso tra Julia/Barbie/Eva, in quanto avatar del comparto soap-opera che la serie sembra aver abbracciato totalmente dopo aver nascosto in qualche bunker anti-atomico quello mystery; Junior, ovviamente, il quale come “sidekick” della villain principale si mostra un personaggio addirittura più fastidioso del solito; Sam, in quanto character senza un vero scopo e sul viale del tramonto come il compianto (?) Phil; i cittadini di Chester’s Mill diventati improvvisamente le comparse del film L’Onda. Non vanno dimenticate poi le varie mimmate tipiche del serial, come Big Jim “gassato” solo perché non è riuscito ad estrapolare i segreti da Christine in, tipo, tre minuti di conversazione: un vero incompetente, in effetti. Oppure, quando Barbie decide improvvisamente di non credere a Julia e quest’ultima parte con il suo convincente discorso con la cosa meno importante di tutte, tirandosi una bella zappata sui piedi e portando Barbie dall’altra parte.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un po’ di azione e violenza generale
  • Il duo Big Jim/Julia
  • L’effetto speciale dell’ “imbozzolamento” di Christine
  • – 7 al Season Finale
  • Amarezza nel vedere che, certi elementi dei Thumbs Up, dovrebbero essere nella normalità del serial e non un suo elemento straordinario
  • Rivelazioni trattate con superficialità e pressapochismo
  • Il ritorno della mimmate tipiche del serial
  • Triangolo Barbie/Eva/Julia
  • Sam & Junior
  • I cittadini di Chester’s Mill trasformati in pupazzi apatici e inespressivi

 

Mentre la cospirazione aliena va avanti, procede anche l’avverarsi di alcuni pronostici di RecenSerie sul futuro di Under The Dome ma sopratutto di questa stagione. Le risposte arrivano e dei barlumi di intrattenimento positivo si fanno sentire: il problema è che le prime arrivano con la voglia di vivere di Marina Massironi quando faceva la presentatrice dei Bulgari, mentre le seconde dovrebbero essere quanto meno gli aspetti positivi standard di ogni puntata e non miracolati barlumi di luce. Senza contare che il serial continua pure in “Caged” con il suo vizietto, cioè quello di valorizzare elementi e sequenze che dovrebbe invece abbandonare del tutto, non solo perché gli vengono male ma perché più s’impegna per renderli importanti, più infastidiscono per l’ostinatezza con cui sono continuamente riproposti: un po’ come le pubblicità della Vodafone.

 

Alaska 3×05 4.75 milioni – 0.9 rating
Caged 3×06 4.63 milioni – 1.0 rating

 

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